EditorialiOpinioniAnalisiInchiesteIntervisteScenariFirme
Il massacro del Circeo

Festival di Venezia 2021, “La scuola cattolica” di Stefano Mordini

Il cast, la trama, le parole del regista del film che ricostruisce il “massacro del Circeo” basandosi sul romanzo Premio Strega di Edoardo Albinati

Festival di Venezia 2021, “La scuola cattolica” di Stefano Mordini

Nella notte tra il 29 e il 30 settembre del 1975 Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira violentarono per 36 ore Rosaria Lopez e Donatella Colasanti: Rosaria morì, Donatella si salvò perché gli stupratori la credettero morta: non si riprese mai più dal trauma ed è morta a 47 anni per un tumore al seno.

 

Il film di Stefano Mordini “La scuola cattolica” presentato fuori concorso nella sesta giornata a Venezia 78 ricostruisce il “massacro del Circeo” basandosi sul romanzo Premio Strega di Edoardo Albinati: l’autore era stato compagno di scuola degli assassini. I responsabili appartenevano alla borghesia romana e frequentavano un liceo privato cattolico maschile. "Noi ci auguriamo che questo film venga visto dai giovani – dice il regista- abbiamo scelto di parlare di una storia anni Settanta partendo da un libro per togliere l'argomento dalla responsabilità dalla cronaca e riportarlo il più possibile alla contemporaneità e a un certo tipo di deriva che forse il cinema può aiutare a osservare. Pur essendoci al centro della storia quel delitto efferato, il tema del film è un altro: l'ambiente, la società borghese di quel momento e soprattutto il senso di impunità”. Che è il tema del film: “Sapere che si sarà impuniti per tanta violenza - contina Mordini - perché qualcuno aiuterà a tirarti fuori dai guai con i soldi e la posizione sociale. Non ho illuminato quella vicenda come un conflitto di classe, tra pariolini e borgatari, né volutamente messo l'accento sull'estrazione politica, il loro essere fascisti, né sull'uso di droghe: si muovono da fascisti e da drogati, si vede e mi basta. "

 

"Eliminare la politica è stato un presupposto di partenza di cui mi assumo la responsabilità: il contesto politico di allora non esiste più, io volevo fare un film per i giovani, farlo uscire da quegli anni, far capire come il mostro colpisce ancora, come la violenza degli uomini che vogliono dominare le donne è una storia non finita, per la quale la responsabilità delle azioni non può essere qualcosa di impunito".

 

La foto di Donatella insanguinata con gli occhi sbarrati che esce dal bagagliaio della 127 dove è rimasta rinchiusa con il cadavere dell’amica, è diventata il drammatico manifesto della violenza di genere che cambiò la legge e lo stupro non fu più considerato d’onore, ma delitto contro la persona.

 

Le riprese di quelle 36 ore nella Villa Moresca di Ghira sono state dense di emozioni – racconta il regista- silenzio, rispetto, un lungo piano sequenza, senza spettacolarizzare la violenza, cercando di farci sentire tutti responsabili come uomini di quello che è successo e di una tragedia, il femminicidio, ancora in corso".

 

Nel cast Jasmine Trinca, Riccardo Scamarcio, Valentina Cervi, Valeria Golino, Fabrizio Gifuni, Benedetta Porcaroli, emozionante nel ruolo di Colasanti, e i giovanissimi Giulio Pranno, Luca Vergoni, Francesco Cavallo.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA