Pandemia Covid

Green Pass, il Regno Unito ci ripensa (di nuovo): non ci sarà

Ingresso libero in pub e locali, così come ai concerti. Secondo il ministro della Salute la copertura vaccinale non rende obbligatoria la certificazione

Green Pass, il Regno Unito ci ripensa (di nuovo): non ci sarà

Prima le restrizioni, poi il Freedom Day (nonostante la contrarietà dei medici), poi il ripensamento con il piano di introdurre il Green Pass, su modello italiano, infine la decisione: nessuna certificazione per l’ingresso nei locali.

Il Regno Unito ha annunciato, dunque, il dietrofront. Si tratta dell’ennesimo cambio di strategia, annunciato o messo in atto, in una gestione della pandemia segnata Oltremanica da scelte non sempre coerenti, a partire dall’idea dell’immunità di gregge del premier, Boris Jhonson, prima di ammalarsi lui stesso di Covid.

 

Dietrofront sul Green Pass

Non ci sarà alcun il “pass” anti-Covid per entrare nei luoghi affollati al chiuso nel Regno Unito. I pub, vero “tempio” per i sudditi di Sua Maestà, resteranno a ingresso libero, anche se al chiuso, così come la partecipazione a grandi eventi.

A confermarlo è stato il ministro della Salute, Sajid Javid, solo pochi giorni dopo un’indicazione contraria, ossia l’idea di procedere all’introduzione di un Green Pass come quello italiano, dettata dall’aumento preoccupante di contagi, dovuto alla variante Delta.

Javid, invece, ha annunciato nelle scorse ore che l'elevato numero di persone vaccinate nel Paese, oggi pari a oltre l'80% della popolazione con più di 16 anni che ha completato il ciclo, garantisce di poter evitare il ricorso al lasciapassare.

“Non dovremmo fare le cose tanto per farle" ha dichiarato il Ministro.

 

Niente restrizioni né costrizioni

La privacy, si sa, nel Regno Unito è “sacra” e così proprio il ministro della Salute ha spiegato che non gli è "mai piaciuta l'idea di dire alle persone 'devi mostrare i documenti' per fare un'attività quotidiana". La misura, fino a poche ore fa, avrebbe dovuto entrare in vigore entro fine settembre.

Avrebbe previsto l’obbligo di certificazione vaccinale (o in alternativa di un test negativo) per poter accedere ad alcuni luoghi, ma limitatamente a locali notturni, pub, discoteche oppure per partecipare a eventi che prevedano pubblico numeroso, come concerti, spettacoli, manifestazioni sportive.

Si tratta dello stesso provvedimento che invece è in vigore in Scozia, unica ad aver deciso in questa direzione tra le quattro nazioni del Regno Unito.

Il motivo principale indicato da Javid, insomma, sarebbe il buon esito della campagna vaccinale. Lo stesso titolare del dicastero, infatti, ha ricordato come altrove il Green pass sia stato introdotto soprattutto come misura per incoraggiare le vaccinazioni, che invece nel Regno Unito procederebbero a ritmo soddisfacente.

L’obiettivo del Governo è ora quello di incrementare le adesioni tra i 16enni e i 17enni, gli ultimi a essere coinvolti in ordine di tempo, dove finora si è giunti "al 55-60%", come ha ammesso Javid.

Non è un mistero, però, che il certificato sia molto impopolare nel Regno di Elisabetta II, soprattutto tra i Tory a cui appartiene lo stesso Ministro.

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