sconto sul pedaggio

Arriva il cashback autostradale 2021: rimborsi per code e cantieri

Cos’è e come funziona la nuova misura, che è già stata sperimentata. Permetterà di ottenere un rimborso sui pedaggi, dal 25% al 100% a seconda dei casi

Arriva il cashback autostradale 2021: rimborsi per code e cantieri

Cantieri, ritardi, code. Il problema è cronico lungo le tratte autostradali italiani ed è emerso con ancora maggiore evidenza negli ultimi due anni, complice lo stop ai lavori durante il lockdown, ma anche alcuni incidenti, come i crolli in alcune gallerie in diverse località, specie in Liguria, dopo il Morandi.

A protestare contro i disagi, di recente, è stato anche il ct della Nazionale di calcio, Roberto Mancini.

Così Autostrade per l’Italia (Aspi) ha annunciato il via ufficiale del cashback del pedaggio, cioè un rimborso dal 25% al 100% del costo del biglietto, in caso di ritardi dovuti a cantieri non rinviabili.

Ecco come funziona e da quando.

 

Cos’è il cashback autostradale

Consiste in un vero e proprio rimborso, come quello previsto per il cashback, che scatta nel momento in cui le code e i disagi sono dovuti a cantieri non rinviabili. Non va confuso, però, con altre iniziative analoghe, messe in atto da singoli gestori e per tratte specifiche. L’iniziativa in questione riguarda solo le autostrade gestite da Aspi, pari a circa metà di quelle di tutto il Paese, ed è legata a ritardi per lavori indifferibili.

 

Quando e come

La data di via è prevista per oggi, 15 settembre. Dalle ore zero, dunque da dopo la mezzanotte tra il 14 e il 15 settembre, in caso di ritardi e code che siano dovuti a manutenzioni necessarie, scatterà il diritto al rimborso, in misura variabile a seconda dei singoli casi e motivi.

Non occorre essere titolari di Telepass: basta scaricare una App (Free to X Cashback).

Possono usufruirne tutti coloro che hanno viaggiato in autostrada, a prescindere dal mezzo col quale lo hanno fatto, dunque automobili, camion, moto, furgoni, ecc.

 

I motivi

I motivi che hanno spinto Aspi ad avviare ufficialmente il piano di rimborsi sono legati alla necessità di effettuare lavori di manutenzione indifferibili, specie dopo gli incidenti degli ultimi due anni: dal ponte Morandi, crollato il 14 agosto del 2018, tornando indietro fino al bus precipitato dal viadotto di Acqualonga il 28 luglio del 2013, dovuto a problemi alle barriere e che costò la vita a 40 persone. Ne sono seguite inchieste che hanno accertato carenze o persino mancanze anche gravi.

Da qui la necessità di intervenire, che però comporta disagi ai viaggiatori.

Ai problemi nazionali si somma anche il mancato adeguamento alla direttiva europea del 2004, in base alla quale nelle gallerie lunghe oltre 500 metri, occorre prevedere standard antincendio che invece in Italia sono risultati assenti o non a norma. È il caso di molti tunnel in Liguria.

Le indicazioni europee prevedevano interventi entro il 2019, termine disatteso. Da qui la necessità di proseguire con i lavori e i cantieri, che però spesso “bloccano” o rallentano la circolazione.

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