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Le conseguenze

De Luca: la sanità campana si occupi in via prioritaria solo del Covid

Non solo scuola, il Governatore, va controcorrente anche sugli ospedali ma mette a rischio soprattutto le patologie più gravi come ad esempio l’oncologia

De Luca: la sanità campana si occupi in via prioritaria solo del Covid

De Luca fuori dal coro anche nella sanità ma qui rischia di fare danni. Dovrebbe infatti riflettere sulle conseguenze della sua decisione di sospendere le attività sanitarie pubbliche ordinarie. Difatti, secondo la sua recente circolare, sono sospese “temporaneamente le attività assistenziali di elezione e di specialistica ambulatoriale nel SSR (servizio sanitario regionale). Questo in rapporto all attuale situazione pandemica che sta registrando picchi di contagio da Covid-19 che stanno provocando crisi evidenti nella risposta assistenziale delle strutture sanitarie (…) posto che l’indice RT in Campania e l’incidenza di casi positivi per centomila abitanti hanno raggiunto limiti alti dall’insorgenza della pandemia”.

 

De Luca, pertanto, al fine di consentire una rapida ottimizzazione dell’organizzazione ospedaliera per fronteggiare questa emergenza, decide di impegnare il personale sanitario pubblico e convenzionato in via prioritaria alla gestione dei pazienti Covid. Lo stato di emergenza consente alle Regioni di prevedere una rimodulazione e/o sospensione delle attività di ricovero, in modo da garantire la disponibilità di un più adeguato numero di posti letto sia nella degenza medica che chirurgica da dedicare ai pazienti affetti da covid-19.

 

Il governatore campano quindi ordina: a) la sospensione, a far data dal 10 gennaio 2022 e fino a nuova espressa disposizione, dei ricoveri programmati sia medici che chirurgici presso le Strutture sanitarie pubbliche. b) la possibilità di effettuare solo ricoveri con carattere d’urgenza “non differibili” provenienti dal Pronto Soccorso o per trasferimento da altri Ospedali. c) aggiunge che tale  sospensione è valida per tutti i ricoveri programmati, ad eccezione dei ricoveri per pazienti oncologici, oncoematologici, di pertinenza ostetrica, trapiantologica, nonché delle prestazioni salvavita e di quelle la cui mancata erogazione può pregiudicare nell'immediato la salute del paziente e, pertanto, non procrastinabili. d) precisa che la sospensione, a far data dal 10 gennaio 2022 e fino a nuova espressa disposizione, di tutte le attività di specialistica ambulatoriale, nelle medesime strutture, che non siano caratterizzate da urgenza o indifferibilità. Parimenti ai ricoveri, non sono sospese le attività ambulatoriali per le prestazioni di oncologia, oncoematologia, dialisi e radioterapia e devono essere mantenute le attività di screening oncologico. Il personale che si libera dalla gestione ordinaria deve essere destinato all'attività di ricovero e trattamento dei pazienti Covid. Si precisa che tale generale sospensione è cogente anche per tutte le attività in ALPI( attività libero professionali intramoenia).

 

La sospensione colpirà tutte le attività medico-chirurgiche ordinarie per decisione dell’Unità di crisi della Regione Campania. Un atto che provocherà effetti disastrosi. Parlano i dati dei precedenti stop (2020/2) decisi in questi mesi di pandemia che, limitando l’assistenza ai casi urgenti e salva vita, ha di fatto colpito la fondamentale attività di prevenzione. Si ferma dunque l’attività sanitaria nelle strutture pubbliche, privilegiando l’assistenza dei contagiati dal Covid? La sospensione delle attività di prevenzione riporta a rischi sanitari per diversi pazienti. Ad esempio per gli ammalati oncologici non è sufficiente l’attività degli ospedali limitata alle urgenze. Non è una scelta comune a tutte le Regioni italiane. Il diritto alla salute generale viene pregiudicato. Lo stop porta a trascurare i pazienti (potenzialmente oncologici) o chi ha sintomi di patologie a rischio costretto a rinviarne la verifica.

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