Detto e non detto

Quirinale e futuro del Governo, due partite che si giocano insieme

Sembra rafforzarsi l’ipotesi del premier al Colle. Conte: “Nessun veto su Draghi”. B. tiene Lega e Fdi sulle spine, salta il vertice del centrodestra

Quirinale e futuro del Governo, due partite che si giocano insieme

Se la maggioranza che regge il governo di unità nazionale si sfalderà sull’elezione del nuovo capo dello Stato l’attuale esecutivo difficilmente potrebbe andare avanti. E in ogni caso, se Draghi venisse eletto al Quirinale, i partiti di maggioranza dovranno farsi trovare pronti e indicare per tempo una soluzione alternativa per Palazzo Chigi. La legge 400 del 1988 prevede che la supplenza spetta al vice presidente del Consiglio e quando questo non è stato nominato, come nel caso del governo Draghi, al ministro più anziano secondo l’età. Sempre se le forze politiche non siano in grado di trovare una nuova formula – c’è anche chi ha proposto il governo dei leader - e indicare un premier di provenienza prettamente politica.

 

La giornata di ieri si è chiusa con un’importante e inedita apertura del M5S rispetto al presidente del Consiglio in carica. “Non poniamo assolutamente veti su Draghi al Quirinale”, ha fatto sapere il capo del Movimento, Giuseppe Conte. Un’ipotesi - è risaputo - che non piace a una nutrita pattuglia di parlamentari pentastellati e che potrebbe incoraggiare chi è disposto ad indossare i panni del franco tiratore votando in modo di verso da quanto concordato ufficialmente. Conte ha anche incontrato il ministro degli Esteri e collega Luigi Di Maio. Il titolare della Farnesina ha sottolineato la necessità di tenere “compatti” i gruppi in Aula e che il Movimento non abdichi politicamente al ruolo di partito di maggioranza relativa. Ma a lasciare ancora in fase di stallo la partita del Colle, in sostanza nel centrodestra come nel centrosinistra, è ancora il nome di Berlusconi. Il quale ha provocato non poca irritazione nelle file leghiste per non aver ancora sciolto la riserva sulla sua auto-candidatura.

 

Il vertice di centrodestra previsto per oggi è saltato e forse si terrà nel fine settimana. Segno che le divisioni si stanno acuendo all’interno dell’alleanza Lega – Fdi - Azzurri. Giorgia Meloni, dal canto suo, fa sapere che “nel caso in cui la disponibilità del Cavaliere venisse meno Fratelli d’Italia è pronta a formulare le sue proposte”. Ma insiste sull’importanza di non dividersi: “Solo se unita la coalizione ha i numeri per giocare la partita da protagonista”.

 

L’idea di sedersi attorno a un tavolo per trovare una soluzione condivisa anche con gli avversari convince a quanto pare Pd, 5S e Leu. Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza già in mattinata avevano mostrato la disponibilità a “scegliere insieme il candidato” considerando ormai “finito il bluff di questi mesi” sul nome di Berlusconi. Tutti aspettano in realtà l’uscita di scena ufficiale del leader azzurro per cominciare a giocare a carte scoperte. Anche Salvini sta aspettando, e avrebbe pronti alcuni nomi: Pier Ferdinando Casini, la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati oppure Letizia Moratti.

 

Nel campo opposto le ipotesi accreditate restano due: Draghi e il Mattarella bis. Finora alternative non ne sono state segnalate o almeno non trapelano. Comunque, tutte le forze politiche sembrano orientate ad evitare il rischio di elezioni anticipate e questo ci riporta al punto di partenza: se il presidente del Consiglio succede a Mattarella il nome del nuovo inquilino di Chigi va indicato in tempi brevissimi e tali da garantire tutti gli adempimenti costituzionali. Altrimenti si ricorrerà al dispositivo della legge 400. 

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA