il caos burocratico

Multe ai non vaccinati: ancora ferme (per colpa della privacy)

L’obbligo vaccinale per tutti gli over 50 è scattato da alcuni giorni, ma l’Agenzia delle Entrate procede a rilento. Ecco perché si rischia il “flop”

Multe ai non vaccinati: ancora ferme (per colpa della privacy)

L’obbligo vaccinale è stato deciso quasi due mesi fa, l’8 gennaio, ed è entrato in vigore il 1° febbraio, eppure le sanzioni per chi non lo rispetto sono pressocché nulle. Perché? Colpa della burocrazia, certo, ma anche della privacy.

 

Multe ferme: perché l’Agenzia delle Entrate non procede

Criticate, non appena annunciate, le multe per chi non rispetta l’obbligo vaccinale imposto a tutta la popolazione over 50 stentano a decollare. Non tanto perché tutti gli ultracinquantenni si siano messi in regola, quando perché c’è un problema di trattamento dati.

A emettere le sanzioni è l’Agenzia delle Entrate, che però fino a poche ore fa non aveva ricevuto dal ministero della Salute le liste dei cittadini. Le multe, infatti, possono arrivare ai destinatari solo incrociando i dati di coloro che si sono vaccinati con quelli anagrafici della popolazione over 50.

Ma di fatto questo scambio di informazioni non è entrato a regime perché il Garante della Privacy deve ancora valutare se sia o meno legittimo che gli elenchi dei non vaccinati siano comunicabili ad altri soggetti.

 

Il pasticcio della privacy

L’obbligo (e relative sanzioni per chi non lo rispetta) previsto a gennaio e in vigore dal 1° febbraio, dunque, è stato deciso senza prima valutare se potesse essere compatibile con le norme sul rispetto della privacy. Secondo quanto riferisce Repubblica, il ministero della Salute, Sogei e il Garante stanno ancora affrontando i risvolti della questione.

Ma non solo.

 

Le critiche per l’esiguità e i ricorsi

A far discutere, in un primo tempo, era stata l’esiguità della multa: 100 euro per una sanzione una tantum. Ma non si tratta dell’unica critica mossa al provvedimento. Nel mirino è finita anche la possibilità di poter posticipare il pagamento fino a 260 giorni, ritenuti troppi dal momento che la possibilità di multare è legata all’obbligo stesso di vaccinazione, che si fatto dovrebbe scadere a fine giugno, a meno di un rinnovo che a oggi appare improbabile. Secondo molti questa situazione porterà non solo caos, ma un gran numero di ricorsi e mancati pagamenti, difficili da riscuotere una volta che la norma dovesse scomparire.

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