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Le dinamiche pericolose

Governo, crisi sfiorata sul catasto. Un’altalena che fa male al Paese

La guerra nel cuore dell’Europa, il pericolo di crisi energetica, le riforme da votare. Ma per inseguire consenso c’è chi non rinuncia al tira e molla

Governo, crisi sfiorata sul catasto. Un’altalena che fa male al Paese

E’ un’altalena che fa male al Paese. L’instabilità politica cui assistiamo è l’ultima cosa di cui l’Italia ha bisogno in questo ultimo anno di legislatura, viste le sfide di portata gigantesca che mordono e chiedono soluzioni.

 

Ieri per un solo voto in commissione Finanze della Camera il governo è riuscito a non andare sotto sulla riforma fiscale. In particolare, sulla nuova mappatura degli immobili che prevede misure per far emergere quelli fantasma/abusivi e censire gli esistenti in base al reale valore di mercato. Il salvataggio c’è stato grazie al voto del deputato di Noi con l’Italia, il partito dell’ex ministro di Forza Italia, Maurizio Lupi. Dunque, per il rotto della cuffia si è evitata una crisi di governo che solo 48 ore prima la sottosegretaria all’Economia, Cecilia Guerra, non aveva esitato a prospettare se la riforma non fosse andata in porto. 

 

Matteo Salvini e Silvio Berlusconi hanno fatto squadra per affossare la norma e a nulla sono valsi i contatti diretti dei due con il premier Draghi. Alla fine il testo è stato approvato ma senza i loro voti. A difenderlo Pd, 5S (questi ultimi fino alla mattina di ieri avevano manifestato forti perplessità, poi rientrate), Leu e Italia Viva. Che da soli però non avrebbero avuto i numeri per il via libera, arrivato in serata grazie al voto del centrista Alessandro Colucci. Un brutto segnale per Palazzo Chigi. Il Parlamento deve completare l’esame delle proposte sul fisco, su Irpef e Irap, appalti, concorrenza, Csm, e si attende la conversione del decreto Sostegni ter. Per non parlare della guerra arrivata nel cuore dell’Europa, che sta ridisegnando i fondamenti delle relazioni internazionali a livello mondiale e che porta con sé conseguenze gravissime sul piano umanitario, economico e sociale. Dopo due anni di pandemia una nuova crisi, pericolosa e dagli scenari imprevedibili. 

 

La situazione per l’Italia è particolarmente delicata quanto a forniture energetiche. Le ipotesi sul terreno sono tante, anche che Mosca interrompa il flusso di idrocarburi che ogni anno ci garantisce. L’Italia che dipende per il 40% dal gas russo si troverebbe a fronteggiare una crisi energetica forse peggiore di quella degli anni ’70. A fronte di un quadro di difficile ponderabilità come quello attuale, un progressivo sfilacciamento della maggioranza e uno strappo di alcune forze politiche fino a una crisi di governo sarebbe non solo da irresponsabili, ma difficilmente comprensibile agli occhi dell’opinione pubblica. Se possa essere questo un deterrente alla variazione costante di posizioni nella parte della coalizione di governo più recalcitrante è difficile dirsi.

 

Ma se è vero, come è vero, che l’obiettivo dei partiti è il consenso elettorale, è bene fare attenzione perché il Paese, tutto, adesso chiede impegni ben precisi alla politica: stabilità, equilibrio, compattezza, unità dentro e fuori dai confini nazionali. Ci sono drammi ben peggiori della riforma del catasto da affrontare. Alcuni leghisti hanno già dichiarato di sentirsi liberi di votare come crederanno opportuno sui prossimi provvedimenti in arrivo alle Camere. Ma se si va avanti così garantire la navigazione del governo fino a fine legislatura è davvero come giocare i numeri al Lotto.     

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