Diario di guerra

La svolta di Zelensky: “No alla Nato”. Verso il 5° round di negoziati

Passo indietro del presidente ucraino. Intanto il Senato Usa invoca un processo per Putin “criminale di guerra”. Biden: altri 800 milioni di armi a Kiev

La svolta di Zelensky: “No alla Nato”. Verso il 5° round di negoziati

“Abbiamo capito che l'Ucraina non diventerà un membro della Nato. Dopo anni dobbiamo riconoscere che non ci sono porte aperte". Le parole di Volodymyr Zelensky sono risuonate come una svolta o forse come una resa, nel suo discorso online alla Joint Expeditionary Force di Londra, ossia il Jef, il corpo di spedizione militare guidato dal Regno Unito e composto da Danimarca, Finlandia, Estonia, Islanda, Lettonia, Lituania, Olanda, Svezia e Norvegia.

A poche ore dall’inizio del 21esimo giorno di conflitto, il presidente ucraino è intervenuto per 15 minuti, ammettendo: “L'Ucraina si rende conto che non è nella Nato. Abbiamo sentito per anni parlare di porte aperte, ma abbiamo anche sentito dire che non possiamo entrarci, e dobbiamo riconoscerlo".

Intanto, mentre proseguono gli scontri sul campo, con il bombardamento di Odessa da parte di navi russe, si va verso il 5° round di negoziati tra la delegazione russa e quella ucraina, in videoconferenza.

 

Zelensky chiede più armi, Biden risponde con 800 milioni

Al Jef Zelensky ha fatto il punto della situazione in Ucraina, sottolineando soprattutto l’allarme per le armi che gli alleati occidentali forniscono all'Ucraina e che inizierebbero a scarseggiare: "Ci durano per 20 ore", per questo siamo costretti a "riutilizzare gli equipaggiamenti sottratti ai russi". Nello specifico ha detto il leader ucraino "stiamo facendo del nostro meglio per ottenere i caccia e i sistemi di difesa missilistica" che servono all'Ucraina.

 

Biden, altri 800 milioni di dollari in armi a Kiev

Pronta la risposta, giunta però dall’altra parte dell’Oceano, con il presidente americano, Joe Biden, pronto all’invio di altri 800 milioni di dollari (730 milioni di euro) di aiuti militari per l'Ucraina. L’anticipazione è arrivata da una fonte della Casa Bianca. Con i nuovi aiuti il pacchetto militare statunitense arriverà a 1 miliardo di dollari (910 milioni di euro) solo nell'ultima settimana. Secondo quanto anticipato dal Wall Street Journal, vi rientreranno altre armi anti-carro Javelin e missili anti-aereo Stinger in misura pari, rispettivamente, a 2.600 e 600 unità.

Dall'insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca un anno fa, l'assistenza militare e umanitaria all'Ucraina ha già superato i 2 miliardi di dollari. L’annuncio ha preceduto di poche opre il secondo intervento del presidente ucraino, Volodimir Zelenski, davanti alle Camere riunite del Congresso.

 

Putin, per il Senato Usa è un “criminale di guerra”

Sempre negli Usa, intanto, il Senato ha approvato all'unanimità una risoluzione che condanna il presidente russo, Vladimir Putin, ritenendolo un "criminale di guerra". La risoluzione, presentata dal repubblicano Lindsey Graham e sostenuta da senatori di entrambi gli schieramenti politici, esorta la Corte penale internazionale (Cpi) dell'Aia e altre nazioni a perseguire l'esercito di Mosca per crimini di guerra commessi in Ucraina.

 

La missione di Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia a Kiev

Intanto i premier di Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia sono giunti a Kiev, senza l’appoggio dell’Ue, a portare solidarietà all’omologo ucraino, che ha commentato: "Con alleati così vinceremo questa guerra". Il capo del Governo di Varsavia, Morawiecki, ha espresso la convinzione che l'Ucraina ottenga lo status di candidato all'adesione all'Unione europea.

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