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Nuove strategie

Conte riconfermato leader, intanto l’asse con i dem è più debole

Caccia al consenso: a un anno dalle elezioni politiche l’ex premier punta su una nuova strategia. Ma senza l’alleanza con il Pd che chance può avere?

Conte riconfermato leader, intanto l’asse con i dem è più debole

Giuseppe Conte pur con un’affluenza diminuita del 12% è stato votato leader del Movimento 5 Stelle da 55.618 iscritti su 59.047 che si sono effettivamente espressi, meno della metà degli aventi diritto al voto che erano oltre 130 mila. Un dato che, in ogni caso, fa dire al capo ‘bis’ (si è dovuto rivotare dopo la sospensione stabilita a febbraio dal Tribunale di Napoli che ha azzerato gli incarichi penstastellati): “Gli iscritti del M5s mi hanno riconfermato con un’indicazione forte e chiara. Un sostegno così importante è anche una grande responsabilità. Ora testa alta, ancor più coraggio e determinazione nelle nostre battaglie. Abbiamo un Paese da cambiare”.

 

L’avvocato oggi vedrà il premier Mario Draghi forte del voto interno, ma indebolito come alleato di governo dagli strascichi che le sue dichiarazioni sulle spese militari hanno lasciato nell’agone politico e parlamentare. La diatriba interna Conte-Di Maio è stata per ora messa sotto al tappeto, pronta a rispuntare alla prima occasione utile, ma le tensioni col governo restano. Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è espresso con una certa decisone sulla questione dell’aumento dei finanziamenti per la difesa, in piena sintonia con Palazzo Chigi e lasciando nella solitudine istituzionale l’ex premier. Ma quello che oggi colpisce più di tutto è che il cambio di rotta di Conte sulle spese per gli armamenti è solo l’inizio di un mutamento di strategia anche rispetto al Partito democratico e alle forze di matrice socialista e ambientalista.

 

“L’obiettivo che guida la nostra azione”, dice oggi alla plenaria dei comitati politici, in una sorta di dichiarazione di intenti del nuovo M5S, “è quello del bene comune e del perseguimento dell’interesse generale. Proponiamo di ragionare su un modello eco-sociale di mercato: ovvero, non più solo la spasmodica attenzione al modello economicistico, ma maggiore centralità alla persona. Eco-sociale perché ragioniamo in una dimensione integralmente ecologica, dove la sostenibilità è parte integrante della crescita”. Dunque, l’ex premier esprime da un lato il ritorno alle origini del Movimento, dall’altro la ferma volontà di cavalcare i temi del futuro - transizione energetica, economia green, diritti della persona - ma in una chiave più socialdemocratica che populista, strutturandosi come forza alternativa proprio rispetto ai democratici.

 

Dal Nazareno ignorare questo nuovo corso sarà impossibile. Non è un caso che il segretario Enrico Letta stia spingendo per un maggiore dialogo con Carlo Calenda e, persino, con Matteo Renzi. I rapporti con i pentastellati sono tutti da rivedere e bisogna verificare se alle prossime amministrative ci saranno delle liste a nome di Giuseppe Conte. Se così fosse non sarà un segnale di apertura verso la costruzione di un asse duraturo con il Pd. Il leader 5S sta mettendo a rischio il ‘campo largo’, almeno come il segretario dem l’aveva immaginato, e questo cambia parecchio lo scacchiere politico in questo ultimo anno di legislatura.

 

Nella primavera prossima gli italiani saranno chiamati a rinnovare le Camere, rese più snelle dopo la riforma costituzionale che ha tagliato il numero dei parlamentari. La corsa sarà ancora più agguerrita ma Conte senza dem che chance può avere?

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