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Cos’è la variante Xe: contagiosità e pericolosità nuova mutazione

Il nuovo allarme proprio dopo l’inizio degli allentamenti delle restrizioni anti-Covid e mentre si ipotizza di togliere l’obbligo di mascherine all’aperto

Cos’è la variante Xe: contagiosità e pericolosità nuova mutazione

Si chiama “Xe” ed è la nuova variante che si è affacciata in Europa, pronta probabilmente a sostituire la Omicron 2 che ora è dominante. La nuova mutazione è stata individuata in 600 persone nel Regno Unito. La Uk Health Security Agency (Ukhsca) ha annunciato che è in corso un monitoraggio sul quello che sarebbe una combinazione dei ceppi BA.1 e BA.2, come riferito da The Independent.

Come Omicron 2 rispetto a Omicron 1, anche Xe sarebbe più contagiosa della variante che l’ha preceduta. La notizia di questa sottovariante arriva mentre si lavora a un possibile nuovo allentamento delle restrizioni anti-Covid, a partire da maggio. In particolare, si valuta la possibilità di togliere l’obbligo di mascherine al chiuso, anche se gli esperti mostrano preoccupazione per un temuto rialzo di contagi.

 

Cos’è la variante Xe

Come spiega l’Organizzazione mondiale della sanità, "Le prime stime indicano" un possibile "vantaggio del tasso di crescita di circa il 10% rispetto a BA.2, ma questo dato richiede un'ulteriore conferma". Significa che si ipotizza che possa essere più contagiosa del 10% rispetto alle precedenti mutazioni e in particolare a Omicron 2. L'Oms ha comunque chiarito che, finché non verranno riportate "significative differenze nella trasmissibilità" del virus "e nelle caratteristiche della malattia" che può causare, "inclusa la gravità", Xe verrà considerata una variante appartenente alla 'famiglia' Omicron.

 

La diffusione

Al momento la variante Omicron (e la Omicron 2) è la mutazione dominante e principale responsabile dei nuovi contagi, dei quali si era registrata una risalita nelle scorse settimane, prima di arrivare a una stabilizzazione.

L'UKHSCA britannica, infatti, ritiene in base ai dati a disposizione che oggi BA.2 (Omicron) rappresenti il 93,7% dei casi nel Regno Unito. La sottovariante Xe sarebbe una mutazione “ricombinante” frutto proprio dei due ceppi principali della Omicron, come sottolineato dall'agenzia sanitaria britannica. È stata sempre l’agenzia britannica a spiegare che questo “mix” “si verifica quando un individuo viene infettato con due o più varianti contemporaneamente, con conseguente mescolamento del loro materiale genetico all'interno del corpo del paziente”.

Secondo i dati epidemiologici riferiti a quindici giorni fa, la Xe aveva un tasso di crescita del 9,8%, superiore a quello di Omicron 2. Ma la percentuale pare che sia ancora troppo variabile per poter stabilire con certezza una maggiore trasmissibilità. “Questo particolare ricombinante, XE, ha mostrato un tasso di crescita variabile e non possiamo ancora confermare se abbia un vero vantaggio di crescita”, come ha confermato in un comunicato dell'UKHSCA la professoressa Susan Hopkins, Chief Medical Advisor presso l'agenzia sanitaria.

 

Le ultime varianti: Xd e Xf

In realtà non è l’unica sottovariante scoperta di recente. Sono state individuate, infatti, anche le ricombinanti Xd e Xf, entrambe nate da un'infezione combinata di variante Omicron e variante Delta. Ad oggi i dati mostrano che nel Regno Unito sono stati scoperti 38 casi di Xf, anche se gli ultimi risalgono a febbraio. Sono, invece, 49 i casi di Xd in tutto il mondo, la maggior parte dei quali in Francia.

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