rivoluzione tra i banchi

Niente più bocciature a scuola: la proposta e le polemiche politiche

Non è l’unico motivo di tensioni degli ultimi giorni, con diverse agitazioni programmate dai sindacati. L’idea piace a Fratelli d’Italia, ma non alla Lega

Niente più bocciature a scuola: la proposta e le polemiche politiche

C’erano una volta i rimandati a ottobre (o settembre, a seconda dei periodi), ma anche i bocciati. Oggi ci sono i “debiti”, ma in futuro potrebbero scomparire proprio i non ammessi all’anno scolastico successivo. A far proporre l’abolizione delle bocciature, infatti, è stato il sociologo, politologo e accademico Luca Ricolfi, di recente.

Un’idea che, lanciata in occasione della conferenza programmatica di Fratelli d'Italia, è stata accolta con calore proprio dal partito di Giorgia Meloni e dalla sua stessa leader.

 

Niente più bocciature?

"Un cambiamento rivoluzionario sarebbe il passaggio dal sistema delle bocciature a quello dei livelli: non ti boccio mai, ma – anziché? certificare il falso, come oggi troppo sovente avviene – alla fine della scuola secondaria superiore certifico in modo accurato e fedele il livello di conoscenze che hai effettivamente raggiunto". Così si legge nel programma di Fratelli d’Italia, che ha sposato in pieno la proposta di Ricolfi.

"Al termine dell’ultimo anno – si legge ancora nel testo – non ti rilascio un diploma, ma una scheda che dettaglia, materia per materia, il livello che sei stato in grado di raggiungere (un approccio simile a quello degli A-levels, nel Regno Unito)”.

Insomma, una vera “rivoluzione”.

 

Premi ai meritevoli

Va detto che la proposta ha anche una seconda parte, perché se da un lato si pensa alla cancellazione delle bocciature, dall’altro sarebbe previsto anche un sistema di incentivi e premi per i più meritevoli. Come si legge nel testo, infatti, ci dovrebbe essere anche “una applicazione letterale dell’articolo 34 della Costituzione: borse di studio generose per tutti i “capaci e meritevoli”, fino ai “più alti gradi degli studi”, ossia laurea magistrale e dottorato di ricerca".

 

I primi no, anche dalla Lega

Tra i primi a sollevare qualche dubbio ci sono gli esponenti della Lega di Matteo Salvini. “La cultura del disimpegno non deve prevalere”, ha dichiarato il sottosegretario all'istruzione Rossano Sasso, appartenente al Carroccio.

Per Sasso il mondo dell'istruzione non deve “appiattire le differenze e mandare avanti tutti, indipendentemente da attitudini, volontà, preparazione”. "Sono profondamente contrario a una visione buonista e rassicurante che trasforma la scuola in un diplomificio”, aggiunge il sottosegretario ricordando che “una bocciatura non è la fine del mondo”. Insomma, per Sasso “una scuola che non dice mai di no non rende un buon servizio agli studenti, al pari di un genitore che non dice mai di no al proprio figlio".

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