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Il documento contestato

Piano di pace italiano “embrionale” e bocciato da Mosca: cosa prevede

La Russia definisce il documento “scritto non da diplomatici, ma da politologi locali che si basano sulle fake news ucraine”. Di Maio: “È testo embrionale”

Piano di pace italiano “embrionale” e bocciato da Mosca: cosa prevede

L’Ucraina lo aveva snobbato, senza commentare, dalla Russia invece è arrivata una “bocciatura” esplicita. Il piano di pace italiano, presentato pochi giorni fa all’Onu dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, è stato definito “Un puro flusso di coscienza, slegato dalla realtà”, scritto da “grafomani europei”. A stroncare il testo, in quattro punti, è stato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, delfino di Vladimir Putin. Alle parole di Medvedev, che pure sono arrivate come una doccia fredda, sono seguite quelle ufficiali del Cremlino tramite il portavoce, Dmitry Peskov, che ha fatto sapere di non aver ancora visionato il documento: “Speriamo ci venga consegnato attraverso canali diplomatici e familiarizzeremo con esso”.

Resta il fatto che le considerazioni sul documento non sono lusinghiere: “C'è la sensazione che il piano sia stato preparato non da diplomatici, ma da politologi locali, che hanno letto giornali provinciali e operano soltanto sulla base delle notizie false ucraine” ha spiegato Medvedev.

 

La risposta di Di Maio

L’eco del commento russo al piano di pace italiano è arrivata presto in Italia dove il segretario del Pd, Enrico Letta ha parlato di “doccia gelata” per il Paese. Il ministro degli Esteri, Di Maio, ha ammesso: “Oggi non ci sono le condizioni per la pace, abbiamo di fronte una guerra lunga e logorante”. Quanto al piano in sé, il titolare della Farnesina ha dichiarato che “è in fase embrionale. La pace non si impone”, aggiungendo però che Medvedev “dimostra di non volerla”. Ma in cosa consiste il piano di pace italiano?

 

Il piano di pace in quattro tappe

Sono quattro le tappe previste dal piano di pace: il cessate il fuoco, la neutralità, l’autonomia delle zone contese (senza contrasti con la sovranità di Kiev) e le garanzie sulla sicurezza in Europa. Sul primo punto, si immagina che la proposta andrà negoziata mentre i due Paesi sono in conflitto, senza ricorrere fin da subito a una tregua. Poi seguirebbe una smilitarizzazione. La seconda tappa prevederebbe la neutralità dell’Ucraina, sotto la protezione di una "garanzia" internazionale. Quanto allo status di Crimea e Donbass, dovrebbero godere di piena autonomia, a patto però che Kiev conservi la sovranità sull'intero territorio nazionale. Infine, l'equilibrio internazionale, che dovrebbe passare da una nuova fase di riorganizzazione dei rapporti tra Bruxelles e Mosca.

 

I punti contestati

Ma i punti contestati riguardano proprio neutralità e autonomia. Non solo l’Ucraina ha già annunciato che non accetterà mai l’autonomia della Crimea, tanto che il capo ufficio della presidenza, Andriy Yemak, ha chiarito: “La nostra integrità territoriale non è negoziabile”. Ma anche la Russia non ammette cedimenti sul Donbass: “Le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk non torneranno all'Ucraina” e “le proposte per l'autonomia nel quadro dello Stato ucraino sono ovvie sciocchezze e proiezioni a buon mercato”.

Sulla stessa Crimea il Cremlino, tramite il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, spiega che “cercare di renderla autonoma equivale a una minaccia per la Russia”, quindi potrebbe provocare “una guerra totale”.

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