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Guerra, misure e sanzioni

L’Ue e il rischio di perdersi nell’avventato gioco dei nazionalismi

Giorni critici a Bruxelles su guerra, petrolio, energia, sicurezza alimentare. A Francoforte attesa su nuovi dati inflazione e poi decisione sui tassi.

L’Ue e il rischio di perdersi nell’avventato gioco dei nazionalismi

Guerra, embargo al petrolio russo, crisi energetica, sicurezza alimentare. L’Unione al tavolo del Consiglio europeo, che riunisce oggi e domani i capi di Stato e di governo, cerca una quadra difficile. Il tutto mentre si apre una settimana cruciale in cui saranno pubblicati i nuovi dati sull’inflazione nell’Eurozona. La Bce, la Banca Centrale europea, dovrebbe essere pronta ad agire in base alle nuove stime disponibili. Dunque, un rialzo dei tassi di almeno 25 punti base potrebbe arrivare già a luglio. 

 

Per questa due giorni del vertice Ue la diplomazia è al lavoro. Da settimane a tenere banco è la discussione sull’embargo al greggio che arriva dalla Federazione russa e su cui il premier ungherese, Viktor Orban, minaccia - come è noto -  il suo veto. C’è stato un momento in cui un accordo sembrava prendere forma prevedendo l’embargo solo al petrolio proveniente via mare, sul quale l’azzeramento dell’import scatterebbe solo alla fine dell’anno. Ma l’eccessiva accondiscendenza verso Budapest non piace a molti dei Paesi baltici e a coloro che sostengono la linea dura nei confronti di Mosca. Sarà il Coreper, il Comitato dei rappresentanti permanenti presso il Consiglio dell’Unione europea, a doverci lavorare e non è detto che i risultati siano immediati. In discesa sembrerebbe, invece, il cammino per un tetto al prezzo del gas, così come proposto dal governo italiano.

 

Nella bozza delle conclusioni si registra un’apertura: “Il Consiglio europeo invita la Commissione a esplorare con i partner internazionali le modalità per frenare l’aumento dei prezzi dell'energia, compresa la fattibilità dell’introduzione di tetti ai prezzi temporanei”. Vedremo come i Ventisette affronteranno questo punto e se, effettivamente, il contenuto della bozza sarà confermato nel testo finale. 

 

Anche sulle azioni relative alle modalità con cui far ripartire le esportazioni del grano ucraino la discussione è aperta. L’interlocuzione con Putin non sta offrendo al momento grandi spiragli. La guerra di Mosca contro Kiev, il suo protrarsi nel tempo - dura da quasi 100 giorni -  è la grande incognita che sta producendo effetti a catena con emergenze sul piano umanitario, energetico e sui rifornimenti di cibo a livello globale.  Non ci cono dubbi che l’Europa continuerà a sostenere Kiev, ma si attende l’elaborazione di una strategia compiuta, nel medio e lungo termine, su come gestire gli aiuti. La ricerca di un fronte comune, in questa che gli analisti considerano la fase più delicata del conflitto perché l’esercito russo forse non è mai stato così forte sul terreno, è assolutamente necessaria. 

 

Nonostante le previsioni della vigilia siano poco ottimistiche e le ultime telefonate del presidente francese Macron e del premier tedesco Scholz con il capo del Cremlino non abbiano trovato molto favore tra gli Stati membri, è bene che l’Unione si rimpatti. Il dramma di questa guerra, i morti e le violenza che sta portando con sé, il pericolo di una crisi economica difficile da tenere sotto controllo imporrebbero ai Paesi membri maggiore concretezza. Il sesto pacchetto di sanzioni è sul tavolo della diplomazia da un mese. E non è detto che al summit di questi due giorni si arrivi a un accordo. L’Europa era partita bene ma rischia di perdersi ancora una volta nell’ardito gioco dei nazionalismi. 

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