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In Italia oltre 55 mila nuove diagnosi all’anno

Carcinomi della mammella femminile: c’è un’alternativa alla chemio

La nuova terapia si chiama trastuzumah deruxtecan ed è in grado di migliorare di oltre 6 mesi la sopravvivenza rispetto ai metodi sinora sperimentati

Carcinomi della mammella femminile: c’è un’alternativa alla chemio

Una nuova terapia in alternativa alla chemioterapia per i carcinomi della mammella femminile è possibile, ed è una buona notizia per chi dovesse averne bisogno. Nel 2020, in Italia, sono state circa 55 mila le nuove diagnosi di carcinomi della mammella femminile e 12 mila e 500 sono stati i decessi registrati nel 2021. Secondo i dati AIOM (Associazione italiana di Oncologia Medica) e AIRTUM (Associazione Italiana Registri tumori), la sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi è dell’88%. Dai dati Istat del 2019, il carcinoma della mammella è la neoplasia più frequente in tutta la popolazione. I tumori della mammella Her2-low (quelli con una bassa espressione del recettore Her2 sulle cellule tumorali) rappresentano il 55% di tutti i carcinomi del seno.

 

Allo stato, le pazienti portatrici di quest’ultima forma di patologia vengono trattate con la chemioterapia. Uno degli obiettivi della ricerca sul cancro è quello di bypassare la chemioterapia con dei trattamenti più efficaci e personalizzati. Proprio in questa patologia, è stato portato a compimento un nuovo risultato, un diverso algoritmo di cura nella pratica clinica.  A tal proposito, uno studio pubblicato su New England Journal of Medicine ha dimostrato che una nuova cura a bersaglio molecolare (trastuzumab deruxtecan) in tutte le pazienti, precedentemente trattate, con carcinoma mammario metastatico a bassi livelli di espressione di Her2 (Her2-low) con malattia ormono-positiva e ormono-negativa è in grado di migliorare la sopravvivenza globale mediana di più di sei mesi, a fronte della chemioterapia.

 

Cos’è trastuzumab deruxtecan? È un anticorpo monocolore umanizzato, farmaco-coniugato diretto contro la proteina Her2, espressa sulla superficie di gran parte delle cellule tumorali. In particolare, trastuzumab è un anticorpo anti-Her2 coniugato a deruxtecan, un chemioterapico. Dunque, trastuzumab si lega alle proteine di superficie Her2 delle cellule tumorali e consente l’ingresso di deruxtecan all’interno delle stesse, causandone la necrosi. I risultati ottenuti dall’analisi dell’endpoint (punto di fine osservazione) primario dello studio registrativo di fase 3 suggeriscono una riduzione del 36% del rischio di morte con trastuzumab deruxtecan rispetto alla chemio nelle pazienti con malattia ormono-positiva, con una sopravvivenza globale mediana di 23,9 mesi con trastuzumab deruxtecan rispetto a 17,5 mesi con la chemioterapia, raggiungendo, così, l’endpoint chiave secondario dello studio.

 

Circa la percentuale di risposta obiettiva confermata, è risultata più che triplicata nel braccio trastuzumab deruxtecan rispetto al braccio chemio (52,6% contro 16,3%).

-Un PICC è un catetere che viene introdotto in una vena del braccio, sotto o sopra la piega del gomito, e arriva fino alla grossa vena che conduce al cuore (vena succlavia). Sono state rilevate, inoltre, risposte complete e risposte parziali in una percentuale maggiore nelle pazienti trattate con la nuova terapia a bersaglio molecolare a confronto con quelle trattate con chemioterapia. Il valore mediano della risposta è stato di 10,7 mesi per trastuzumab deruxtecan, rispetto a 6,8 mesi per la chemio. I numeri di efficacia della nuova terapia sono stati confermati anche nella popolazione complessiva dello studio, composta da pazienti con carcinoma mammario metastatico Her2-low con malattia ormono-positiva o ormono-negativa e con diversi livelli di espressione di Her2.

 

Pertanto, l’algoritmo di cura per il tumore al seno metastatico Her2-low è destinato a cambiare. Per mezzo di questa nuova terapia a bersaglio molecolare sarà possibile trattare le pazienti con un anticorpo coniugato, riducendo gli effetti collaterali della chemioterapia e migliorando il tempo di controllo della malattia e la sopravvivenza globale. Se in precedenza, infatti, trastuzumab aveva dimostrato di essere efficace soltanto nei tumori al seno con alta espressione di Her2 (Her2-positivi), oggi si può affermare che esso può essere utilizzato anche nella cura dei tumori al seno Her2-low (bassa espressione).

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