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Caro vita

Salari-prezzi, il nodo da sciogliere per fronteggiare l’inflazione

In Germania il cancelliere Scholz avvia la concertazione con le parti sociali. In Italia Draghi ha promesso a breve la convocazione dei sindacati.

Salari-prezzi, il nodo da sciogliere per fronteggiare l’inflazione

La locomotiva d’Europa prende atto “che la crisi attuale non finirà in pochi mesi” e avvia subito un’azione di concertazione con le parti sociali contro l’inflazione. La preoccupazione sul caro prezzi e sulle ripercussioni salariali è in questo momento una priorità per il governo tedesco che non ha alcuna intenzione di prendere sottogamba “la sfida storica” che abbiamo di fronte. Le parole sono del cancelliere, Olaf Scholz, che ha convocato sindacati, imprenditori, Bundesbank ed esperti per capire quali siano le misure migliori da mettere in atto per frenare l’impatto di una possibile recessione. La cui ombra si aggira oggi su tutta l’Europa a seguito, prima degli effetti della pandemia e, ora, della guerra in Ucraina. All’orizzonte anche il pericolo di colli di bottiglia negli approvvigionamenti e nei processi produttivi per mancanza di materie prime.

 

Il metodo della concertazione che il cancelliere socialdemocratico ha rilanciato, che prevede la consultazione preventiva delle parti sociali per operare scelte economiche, è stato avviato contestualmente alla pubblicazione dei nuovi dati relativi alla bilancia commerciale tedesca che ha fatto registrare un deficit dopo 30 anni. L’economia tedesca è in sofferenza e, seppure i dati sui livelli occupazionali siano più che buoni, la perdita del potere d’acquisto dei salari smuove le forze politiche. Allo studio ci sono interventi ad hoc per arginare il caro vita trainato soprattutto dall’aumento dei prezzi delle materie prime. In cima alla classifica quelle energetiche. La Germania, il Paese europeo maggiormente dipendente dal gas russo, sta cercando di correre ai ripari ma il problema delle forniture incide in misura principale sull’inflazione e sugli oneri a carico di famiglie e imprese.

 

In Italia anche il premier Mario Draghi ha annunciato la convocazione delle principali organizzazioni sindacali che dovrebbe esserci a breve. La congiuntura economica nella quale ci troviamo è tale da richiedere misure che tengano conto anche dell’evoluzione che gli analisti prevedono nei prossimi mesi. A giugno, secondo le ultime rilevazioni dell’Istituto Nazionale di Statistica, in Italia l’indice dei prezzi ha registrato un aumento mensile dell’1,2% e dell’8% su base annua. Ad accelerare non sono solo i costi dell’energia ma anche quelli dei beni alimentari e dei prodotti ad alta frequenza di acquisto che toccano punte dell’8,3%. Insomma, siamo a livelli di inflazione che non si registravano dal 1986 quando il balzo raggiunse l’8,2% e che oggi riguardano tanto i beni quanto i servizi.

 

Le istituzioni economiche e monetarie internazionali ed europee non prevedono un miglioramento con l’arrivo dell’autunno. Le stime parlano di un’inflazione in aumento con tutto ciò che ne consegue anche per il rapporto prezzi-salari. Intere fasce della popolazione che per ora riescono ad andare avanti, con un ulteriore rialzo dei prezzi potrebbero ritrovarsi in serie difficoltà. E non è certo con il bonus una tantum ed esentasse in busta paga che la situazione che si prospetta potrà essere gestita. All’inflazione si accompagna, peraltro, una bassa crescita, questo significa bassa produttività rispetto alle capacità potenziali. E se il prodotto interno lordo continuerà a scendere la recessione sarà una fase ineludibile.

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