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Grandi donne

I 111 anni dalla nascita di Virginia Apgar, regina della neonatologia

Ostetrica, anestesista e pediatra. Inventò l’indice di Apgar ancora oggi utilizzato. Soleva ripetere: “Nessuno, nessuno smetterà di respirare vicino a me”

I 111 anni dalla nascita di Virginia Apgar, regina della neonatologia

Virginia Apgar è stata ostetrica, medico anestesista e pediatra allo Sloane Hospital for Women di New York. Elaborò nel 1952 un sistema di valutazione della vitalità e dell'efficienza delle funzioni vitali primarie dei neonati chiamato Indice di Apgar, ancora oggi ovunque utilizzato. Virginia Apgar è forse un caso più unico che raro in Medicina: il caso di un eponimo che è contemporaneamente un acronimo. Un punteggio ed un nome diventato un celebre acronimo.

 

Da cognome a indice e infine ad acronimo

Un prototipo del punteggio di Apgar fu presentato al congresso della International Anesthesia Research Society nel 1952 con il titolo "A Proposal for a New Method of Evaluation of the Newborn Infant” e fu poi pubblicato ufficialmente nel 1953. Dal 1962 si iniziò a chiamarlo “punteggio di Apgar”. Il pediatra Joseph Butterfield utilizzò le lettere del cognome APGAR per architettare un acronimo che facesse memorizzare facilmente agli studenti i cinque punti da analizzare:
A → Appearence (colorito)
P → Pulse (frequenza cardiaca)
G → Grimace (riflessi)
A → Activity (tono muscolare)
R → Respiratory effort (attività respiratoria)

Tale acronimo fu poi pubblicato nel 1963 sul Journal of the American Medical Association (JAMA).

 

La vita e gli studi di Virginia Apgar

Virginia Apgar nacque il 7 giugno 1909 nel New Jersey, USA, e si laurea ’ Columbia Universitynel 1933. L'amore per la scienza, stimolato dal padre, affascinò Virginia che si iscrisse all’ Università scegliendo di laurearsi in medicina, facoltà piuttosto atipica tra le donne dell'epoca. Non essendo venuta a contatto in precedenza con alcuna donna medico, la sua vocazione fu forse influenzata dal fatto che i suoi fratelli avevano patito per alcune malattie ed ella aveva collaborato con il medico che li aveva in carico.

 

Il desiderio di Virginia Apgar era quello di diventare chirurgo, ma il suo percorso fu ostacolato dalla epocale concorrenza maschile presso l'Istituto diretto dal dottor Alan Whipple, che non lasciò Apgar a bocca asciutta ma la orientò verso l'anestesiologia, una branca medica allora in via di sviluppo. Apgar apprese le nozioni basilari dell'anestesia dalle infermiere del Columbia Presbyterian Hospital. Durante i suoi spostamenti da tirocinante e specializzanda ebbe numerosi problemi per trovare un posto dove vivere, incontrando moltissime difficoltà per trovare un alloggio in quanto la maggior parte di essi erano riservati esclusivamente ai colleghi maschi. Nel 1938 concluse il suo internato in anestesia al Bellevue e tornò al Columbia Presbyterian Hospital per lavorare nel reparti di anestesia (oggi unità operative): durante lo stesso anno fu nominata direttore/primario di tale settore. Fu la prima donna a farcela.

 

Nel 1949 Virginia Apgar decise di perfezionarsi ancora e abbracciò l'anestesia ostetrica: il suo intento era quello di assicurare alle donne che stavano per mettere al mondo un bambino (in specie col parto cesareo) il quantum necessario di anestetico, ma il suo obiettivo supremo era quello di trovare il modo per ridurre la mortalità delle donne partorienti, che all'epoca era altissima. Divenne soggetto attivo del Columbia's Sloane Hospital for Women, dove già erano in corso studi su questo problema.

 

Fin dall’inizio del suo interesse per l’anestesia ostetrica, Apgar dedicò molto tempo e impegno agli effetti collaterali che gli anestetici utilizzati durante il parto avevano sui neonati dopo, e sui feti prima: intuì, soprattutto, che spesso gli anestetici provocavano sui neonati problemi respiratori. Anche per questo si preferì utilizzare l'anestesia epidurale - in alternativa a quella totale - sulle donne che stavano partorendo, donando alle nuove mamme la possibilità di guardare fin dal primo momento il proprio bambino.

 

Successivamente Virginia si interessò al problema della rianimazione: rilevò che spesso i neonati critici e bisognosi non erano rianimati nel modo migliore; e si rese conto che i metodi usati dai medici non erano di buon livello. In questo ambito, Virginia Apgar diede il suo più grande contributo alla medicina e quindi alla neonatologia: il punteggio di Apgar. In assenza di questo parametro, i neonati non ricevevano le dovute attenzioni subito dopo la nascita, col rischio che, molto spesso, bambini apparentemente sani morivano immediatamente dopo il parto. La stesura di questo parametro fu quasi fortuita: durante un incontro avvenuto nel 1949, uno studente chiese ad Apgar quale potesse essere il metodo ottimale per visitare un bambino neonato. A quel punto Apgar prese un foglio e scrisse cinque riferimenti da considerare, con un punteggio specifico da assegnare al neonato in rapporto alle osservazioni fatte. Bisognava valutare: attività cardiaca, attività respiratoria, tono muscolare, reattività alla stimolazione, colorito. Tale punteggio doveva servire a medici e infermieri in sala parto per stabilire se un neonato avesse bisogno o meno di rianimazione.

 

Virginia Apgar utilizzò e insegnò questo metodo fino alla morte, avvenuta a New York il 7 agosto 1974. Una frase che soleva ripetere spesso è “nessuno, nessuno smetterà di respirare vicino a me” e questa cura per la vita è il senso profondo della sua attività medica. Ancora oggi l’indice di Apgar è in uso presso moltissimi Paesi, anche se in pochi conoscono la storia di questa grande donna della medicina.

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