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Allarme imprese

Lidl si compra una cartiera e il retail italiano rischia di soccombere

Saverio Addante, Presidente di Confindustria Intellect: “Non c’è più tempo, calmierare i prezzi per famiglie e imprese sia la priorità del nuovo governo”

Lidl si compra una cartiera e il retail italiano rischia di soccombere

La guerra e il caro energia fanno esplodere i costi delle industrie europee e Lidl si compra una cartiera. Accade a Maxau, nella Germania sud-orientale, dove lo stabilimento di Stora Enso sarà ceduto al Gruppo Schwarz, proprietario dei supermercati Lidl e Kaufland. L’operazione da 210 milioni di euro, che si realizzerà a inizio 2023, rientra nel piano di Stora Enso, l’azienda finno-svedese leader mondiale della produzione di carta, di dismettere tre dei suoi cinque stabilimenti per sviluppare a lungo termine una transizione verso prodotti rinnovabili negli imballaggi, nell’edilizia e dei biomateriali (il gruppo ha appena acquisito l’olandese De Jong Packaging).

 

Il Gruppo Schwarz, leader europeo del retail con un fatturato di oltre 120 miliardi di euro, prevede di continuare la produzione di carta nel sito che conta 440 dipendenti, con una capacità produttiva annuale di carta SC di 530.000 tonnellate. Una strategia, quella del retailer, che mira ad assicurarsi le materie prime (in questo caso, la carta) producendole in casa propria, considerando i prezzi vertiginosi e la difficoltà di reperimento a causa della crisi energetica.

 

E in Italia che cosa succede? Quali sono le strategie delle insegne italiane della distribuzione per fare fronte alla crisi energetica e ai problemi della supply chain? Parla Saverio Addante, CEO di Promomedia, azienda leader della promozione per il retail, e Presidente di Confindustria Intellect: “Il gesto di Lidl, che ha acquistato una cartiera per assicurarsi la fornitura di carta calandrata (tipica per la stampa di volantini e quotidiani), ci dimostra ancora una volta che la GDO non può fare a meno della carta e che l’aumento folle dei costi di acquisto sta mettendo in ginocchio un intero settore. Lidl ha avuto la forza economica di rompere questo schema, ma quanto possono ancora resistere le nostre insegne? E quanto dovremo attendere prima che il nuovo Governo intervenga?”

 

Un tema molto ampio, come spiega Addante: “l’importanza della carta per la GDO non riguarda solo la promozione, ma anche gli imballaggi. La crescente attenzione verso l'ambiente ha condotto all'uso di imballaggi ecosostenibili a base di carta e cartone, che - oggi - hanno un costo insostenibile. Nei due anni appena trascorsi, le imprese della distribuzione moderna sono state al fianco degli italiani senza mai risparmiarsi, neanche nei momenti più bui della pandemia, al punto da essere riconosciute come un servizio essenziale ancor più che imprese, e ancora, nei primi mesi della crisi bellica che ha causato il rincaro dei costi delle materie prime, la Gdo ha scelto di tutelare le famiglie italiane assorbendo gli aumenti con il supporto dell’indotto che la stessa Confindustria Intellect vive e rappresenta. Parliamo di fornitori ma anche di partner che svolgono servizi di merchandising, promozione, comunicazione e marketing. Perché per tutti vale una consapevolezza: scaricare i costi sui consumatori significa mandare in default un Sistema e più ancora un Paese: l’Italia.”.

 

La Germania ha già messo sul piatto 200 miliardi di euro a sostegno dei costi delle famiglie e delle imprese, e che andranno a colmare il divario tra il prezzo di mercato dell’energia e un prezzo scontato che il governo fisserà ad hoc. Tutto ciò, come ha fatto osservare Mario Draghi, causerà un enorme divario tra le aziende tedesche e le aziende italiane, con le nostre - come anche quelle degli altri paesi europei - che si troveranno a pagare l’energia quasi il doppio che quelle tedesche. Secondo il Presidente di Confindustria Intellect, che ha appena diffuso risultati allarmanti dell’indagine Assirm sulle condizioni economiche delle famiglie italiane, “procrastinare ancora l’intervento del Governo italiano significa andare incontro ad inevitabili chiusure aziendali con conseguenti ripercussioni sociali, dato che le imprese non sono entità avulse dal sistema ma luogo di lavoro e di occupazione di tutti noi e degli stessi consumatori.

L’energia è una priorità per le imprese che, allo stato attuale, non sono più in grado di sostenerne i costi. Ignorare il problema oggi significa lasciarle chiudere definitivamente e condurre il Paese verso la paralisi del sistema di imprese commerciali e industriali. Un rischio che non possiamo permetterci. Occorrono interventi massivi e diretti sulla bolletta energetica nella fase di transizione fino al calmieramento dei prezzi dell’energia, questa la priorità per l’Italia e la precondizione per la sostenibilità economica delle imprese e sociale per le persone. E questa è la battaglia che come Confindustria Intellect stiamo portando avanti sostenendo la voce dei nostri associati affinché il Governo si sensibilizzi e si attivi prima che sia troppo tardi.”

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