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Qualcosa è cambiato

La destra di Meloni e l’alternativa che Salvini e il Cav non hanno

Oggi la fiducia al Senato. Parla Berlusconi. Ma in futuro nel centrodestra il ciclone meloniano potrebbe ancora far comodo ai leader di Lega e Forza Italia

La destra di Meloni e l’alternativa che Salvini e il Cav non hanno

Nel febbraio 2021, quando Mario Draghi si insediò a Palazzo Chigi, Giorgia Meloni, allora a capo dell’unico partito che non entrò nell’esecutivo di unità nazionale, avvertì il neo-premier: “Noi faremo opposizione ma sappia che gli avversari li ha in casa”. Un’affermazione che aveva tutta la sua ragion d’essere visto come è andata a finire. M5S, Lega e Forza Italia hanno voltato le spalle alla maggioranza, causando le dimissioni del dell’ex numero uno della Bce il 21 luglio. Subito dopo il presidente Mattarella ha deciso lo scioglimento anticipato delle Camere. Ebbene, a distanza di un anno e mezzo, oggi quella frase potrebbe benissimo essere rivolta a Meloni, la neo-presidente del Consiglio che questa mattina, dopo aver incassato la fiducia a Montecitorio, si appresta a replicare a Palazzo Madama. 

 

Non è un caso, infatti, che ci sia particolare attesa per il discorso del senatore Silvio Berlusconi, il ‘picconatore’ che subito dopo le elezioni ha messo a dura prova la maggioranza che guida la leader di Fratelli d’Italia. Molti sostengono che fino a quando non sarà conclusa la partita dei sottosegretari – dovrebbero essere nominati entro questa settimana – Salvini e il cavaliere staranno zitti e buoni. Per poi cominciare il giorno dopo a dare battaglia per riconquistare la scena e sgretolare il potere dell’inquilina di Palazzo Chigi. Eppure, c’è un dato che non va sottovalutato e che appare più chiaro che mai. Anche nella convinzione che quello appena nato non possa essere un governo di legislatura - Forza Italia e Carroccio non riusciranno a non scalpitare rispetto alla leadership meloniana per un tempo così lungo – beh, da ieri qualcosa è cambiato.

 

Something is changed nella politica del centrodestra nostrano. Attingendo un po’ dal peronismo, un po’ dal thatcherismo, Meloni ha avviato un’operazione a tratti spavalda: è determinata (e ostinata) a cambiare nella sostanza la destra italiana. Questo significa che, in maniera molto più sottile di quanto appaia in superficie, sta gettando le basi di un fronte politico che non rinnega la sua identità, ma prende le distanze dagli “abissi” del passato, una destra patriottica ma europeista, statalista ma favorevole agli imprenditori e all’industria. 

 

Insomma, Meloni sta creando una formazione che si presenta come il nuovo ombrello di conservatori e moderati italiani, cattolici e tradizionalisti, riformisti e non progressisti, sostenitori della destra sociale, ma anche liberali e liberisti. Un mix di tante cose, che non è detto possano stare insieme a lungo, ma che creano una indiscussa fascinazione anche per l’elettorato tipico di Lega e Forza Italia. Non a caso, nelle ultime tornate elettorali, percentuali consistenti di votanti dei due partiti sono andate a finire in Fratelli d’Italia. 

 

Ma il fatto più di rilievo è che l’ombrello meloniano finisce colo proteggere, paradossalmente, anche Berlusconi e Salvini. Se i due decidessero in un prossimo futuro di dar fuoco alla miccia e scatenare fibrillazioni, tali da minare la tenuta della maggioranza e del governo, è difficile che fuori da quel perimetro possano (per come stanno le cose adesso) garantirsi una sopravvivenza politica. A meno che non vogliano costruire, ma dovrebbero cominciare a farlo subito, un modello di centrodestra alternativo a quello della neo-presidente del Consiglio. Così non sembra. Piuttosto emerge che, tanto il leader della Lega quanto quello di Forza Italia, siano travolti dal ciclone Meloni. E per quanto abbiano tentato (e tenteranno in futuro) di sottrarsi all’ondata, la corsa è a ostacoli. Per ora possono solo ammettere che la leader è lei, ma da qui ad accettarla ce ne corre.

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