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la stretta di mano

G20, il primo faccia a faccia tra Biden e Xi Jinping, con distensione

Si tratta del primo incontro da presidenti. Non si è parlato solo di economia e relazioni commerciali. Intanto è giallo sulle condizioni di Lavrov

G20, il primo faccia a faccia tra Biden e Xi Jinping, con distensione

Dopo mesi di tensioni, culminate soprattutto con la visita della speaker della Camera, Nancy Pelosi, a Taiwan, e con le dichiarazioni al vetriolo da parte di entrambi proprio sul “caso” dell’isola-Stato, è arrivato il momento del dialogo tra il presidente statunitense, Joe Biden, e quello cinese, Xi Jinping.

L’incontro è avvenuto nell’ambito del G20 di Bali, quello stesso summit nel quale, invece, è sfumata la possibilità di un faccia a faccia tra lo stesso Biden e il leader del Cremlino, Vladimir Putin, assente per “precedenti impegni” e che non partecipa neppure in collegamento da remoto.

Eppure in Indonesia si è parlato anche della guerra in Ucraina, proprio nel bilaterale Usa-Cina.

 

L’incontro Biden-Xi Jinping

"Come leader delle principali economie del mondo, dobbiamo gestire la competizione dei due nostri Paesi". Così Joe Biden ha chiarito in occasione dell’incontro con il suo omologo cinese, Xi Jinping, al quale ha detto: "È un piacere incontrarti".

Tra i due c’è stata una attesa quanto “storica” stretta di mano, a favore di telecamere e fotografi.

 

La competizione tra Cina e Usa: a che punto sono le relazioni

Certamente la competizione economica è stata ed è tuttora al centro dell’attenzione, soprattutto dopo un lungo periodo di tensioni, che avevano raggiunto un livello elevato durante la presidenza di Donald Trump, con i dazi, ma che non si sono allentante (anzi, possibilmente sono aumentate) con Joe Biden, per via del “caso Taiwan”. Ma è soprattutto l’aspetto delle relazioni commerciali che è stato affrontato dai due leader, con l’inquilino della Casa Bianca che ha spiegato: "Vale la pena assicurarsi che (la competizione economica, NdR) abbia dei limiti, che abbiamo regole chiare e che facciamo tutto il possibile per garantire che la competizione non diventi conflitto".

Nell'aprire il summit di Bali, dunque, Joe Biden ha sottolineato che, in qualità di capi delle due nazioni, entrambi condividono "la responsabilità" di dimostrare che Washington e Pechino "possono gestire le loro differenze". "Io sono determinato a tenere aperte le linee di comunicazione tra te e me personalmente e tra i nostri governi, perché i nostri due paesi hanno tante cose da affrontare e noi ne abbiamo l'opportunità".

 

La mano tesa di Pechino

Da parte di Xi Jinping, fresco della conferma alla guida del Partito cinese e anche del Paese, è arrivata un’apertura: "Attualmente le relazioni tra  Cina e Stati Uniti si trovano in una situazione tale per cui tutti noi ce ne preoccupiamo molto, perché questo non è l'interesse fondamentale dei nostri due Paesi e dei nostri popoli e non è ciò che la comunità internazionale si aspetta da noi".

Il presidente cinese ha poi sottolineato che "come leader dei due principali Paesi, dobbiamo tracciare la giusta rotta per le relazioni tra Stati Uniti e Cina. Dobbiamo trovare la giusta direzione per le relazioni bilaterali in futuro ed elevarle".

Secondo Xi, "il mondo si aspetta che la Cina e gli Stati Uniti gestiscano le loro relazioni in modo appropriato. Il nostro incontro ha attirato l'attenzione del mondo, quindi dobbiamo lavorare con tutti i Paesi per dare maggiore speranza alla pace nel mondo, maggiore  fiducia alla stabilità globale e forte impulso allo sviluppo comune".

 

Si parla della guerra in Ucraina (ma non di Taiwan)

A distendere i toni è stato anche il mancato riferimento alla situazione a Taiwan, la città che Pechino rivendica appartenere alla “grande Cina” e che invece da tempo ambisce alla propria indipendenza, appoggiata in questo dagli Stati Uniti, anche se non a livello formale.

Biden e Xi Jinping, invece, hanno affrontato il nodo della guerra in Ucraina. Grande assente, invece, Vladimir Putin, mentre sul ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, è giallo.

 

Lavrov ricoverato in ospedale, ma compare in un video

A tenere banco a Bali, però, è stato il presunto “giallo” sulle condizioni di Serghei Lavrov, di cui si era sparsa la voce di un malessere che lo avrebbe costretto a un ricovero in ospedale. Il ministro degli Esteri russo, invece, è poi apparso in un video in maglietta e pantaloncini corti. Il Cremlino, dunque, ha smentito la notizia: la portavoce dello stesso ministero russo, Maria Zakharova, ha infatti parlato di "fake news". "Io e Serghei abbiamo letto la notizia in Indonesia e non potevamo credere ai nostri occhi: è venuto fuori che è stato ricoverato in ospedale. Ovviamente è il massimo della falsità", ha scritto Zakharova su Telegram.

I giornalisti occidentali devono essere "più corretti" ha commentato proprio Lavrov, aggiungendo: "Anche del nostro presidente - sottolinea il ministro degli Esteri - si dice da dieci anni che è malato". Lavrov ha anche spiegato di essere al lavoro a due discorsi che terrà domani e manda "un saluto a tutti".

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