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Cosa sta succedendo a Pechino

La Cina, il Covid e il rischio di una nuova piazza Tienanmen

La politica zero Covid dura ormai da quasi tre anni e aumentano le proteste contro il Partito Comunista e il presidente Xi Jinping. Fermato un reporter Bbc

La Cina, il Covid e il rischio di una nuova piazza Tienanmen

La Cina è alle prese con una nuova ondata di contagi Covid, che sta portando a nuove restrizioni, che però si aggiungono a quelle alle quali è stata sottoposta la popolazione da ormai quasi tre anni. Un periodo così lungo e difficile che ora si moltiplicano le proteste di piazza, non senza rischi per l’ordine pubblico tanto che qualcuno teme una nuova “piazza Tienanmen”, con riferimento ai fatti accaduti tra aprile e giugno del 1989.

Intanto un giornalista della britannica Bbc sarebbe stato “picchiato dalla polizia”, mentre stava seguendo le proteste a Shanghai proprio contro le dure restrizioni in Cina.

 

La Bbc lancia l’allarme per un proprio giornalista

"La Bbc è molto preoccupata per il trattamento del nostro giornalista Ed Lawrence, che è stato arrestato e ammanettato mentre copriva le proteste a Shanghai", ha fatto sapere un portavoce del gruppo di informazione. Non ci sarebbe stata "nessuna spiegazione ufficiale o scuse da parte delle autorità cinesi, al di là di un'affermazione da parte di funzionari, che successivamente lo hanno rilasciato, che lo avevano arrestato per il suo bene nel caso avesse preso il Covid tra la folla".

Secondo quanto dichiarato dal reporter, sarebbe stato "stato picchiato e colpito dalla polizia" mentre lavorava come giornalista accreditato nel Paese.

Pechino ha risposto tramite il ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, secondo cui il fermo è avvenuto nell'ambito delle proteste contro le misure anti-Covid "perché non si è identificato come giornalista".

Ma la spiegazione non ha convinto il governo britannico, che ha parlato di azioni della polizia cinese "inaccettabili" e "preoccupanti".  "Qualunque cosa accada, la libertà di stampa dovrebbe essere sacrosanta", ha detto il ministro degli Affari, Grant Shapps, alla radio LBC.

 

Si moltiplicano le proteste contro la politica “zero Covid”

Sono centinaia le persone che hanno manifestato durante il fine settimana in diverse città, comprese Shanghai e Pechino. Il motivo sono le durissime misure di contenimento della nuova ondata pandemica con la quale è alle prese la Cina.

Gli slogan scanditi per le strade avevano come oggetto delle critiche, per la prima volta, direttamente il Partito comunista e il presidente Xi Jinping, di cui sono state chieste le dimissioni. Ad essere invocata è stata anche maggiore democrazia.

Manifestazioni di questo genere non avvenivano in Cina dai tempi di Piazza Tienanmen, anche grazie alla spinta dei social media, dove la creatività ha neutralizzato la censura del Great Firewall.

 

Il “no” dei giovani alle restrizioni

Le proteste principali sono andate in scena nella capitale cinese, in particolare presso la prestigiosa Università Tsinghua, dove circa trecento studenti hanno manifestato dopo aver affisso un foglio bianco. In serata, alcune centinaia di persone si sono radunate lungo il fiume Liangma e nelle aree limitrofe per una veglia in ricordo delle vittime dell'incendio di Urumqi, nello Xinjiang, dove la scorsa settimana sono morte 10 persone, rimaste intrappolate in una casa, a causa delle limitazioni Covid, durante un incendio.

Le manifestazioni delle scorse ore sono avvenute a dispetto dei divieti anti-Covid.

Molti i canti intonati dagli studenti e non solo, tra i quali l'Internazionale e Imagine di John Lennon.

 

L’imbarazzo del leader Xi Jinping e la censura

Di recente il presidente Xi Jinping, rieletto per il terzo mandato consecutivo alla guida del Partito comunista, ha definito "poco costosa" la linea dello “zero-Covid”, ma i numeri sembrerebbero indicare il contrario. Le restrizioni hanno portato a un duro colpo per l'economia cinese, ma il leader cinese ha confermato che la linea del governo rimarrà la stessa fino alla "vittoria finale" sul virus.

Intanto, la censura fa la sua parte. L'emittente statale cinese Cctv Sports, per esempio, ha tagliato le inquadrature ravvicinate dei tifosi che, ai Mondiali di calcio del Qatar, non indossano la mascherina anti-Covid.

E’ accaduto in occasione della partita a gironi di domenica tra Giappone e Costa Rica, quando l'emittente di Stato ha mandato in onda solo immagini distanti della folla, che non permettevano di distinguere se gli spettatori indossassero o meno le protezioni in viso. Altri video tramessi da piattaforme online come Douyin, la versione cinese di TikTok, hanno però indicato la presenza di persone senza mascherine.

Da qui il commento, sotto forma di una lettera aperta stata diffusa sulla popolare applicazione di messaggistica WeChat, nella quale ci si chiede se la Cina sia "sullo stesso pianeta" del Qatar. La lettera è poi stata rimossa dai censori dalla piattaforma.

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