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Inciampi, mosse sbagliate, gaffe

Cosa non sta funzionando nella maggioranza e i limiti del leaderismo

L’iter della legge di Bilancio specchio che l’ingranaggio politico a destra è inceppato. Ma anche le forze di opposizione hanno i loro (grossi) problemi

Cosa non sta funzionando nella maggioranza e i limiti del leaderismo

Che la maggioranza di destra-centro non esca affatto rafforzata dal tour de force, tanto caotico quanto figlio di improvvisazione, per l’approvazione della legge di Bilancio è abbastanza evidente. Quello che è meno chiaro è in che modo, una volta approvata la manovra entro la fine dell’anno, la premier Giorgia Meloni proverà a tirare le somme di questo mese di dicembre travagliato, che ha portato alla luce i grandi ostacoli che sta incontrando la sua maggioranza.

 

Far finta di nulla rispetto alle spaccature interne, e a certe posizioni palesate con misure bandiera ed emendamenti che hanno creato parecchi problemi, non sarebbe saggio. Né produrrebbe effetti positivi se l’intenzione è quella di cominciare il nuovo anno con un passo diverso, e sempre ammesso che si voglia trasmettere al proprio elettorato un messaggio che provi a ribaltare le molte fragilità emerse nella compagine dell’esecutivo. 

 

Sul piano politico Meloni non è più forte rispetto a un mese fa, nonostante abbia dall’altra parte un’opposizione malconcia e che a stento prova a reagire. Il Pd è come frastornato e ora che i sondaggi registrano un ulteriore calo – viene dato al 15% - il percorso congressuale sembra sempre più in salita. Il Qatargate ci ha messo il carico da novanta. Ora più che mai i dem hanno bisogno di trovare una rotta, un leader e radici. Vattelappesca chi, tra Schlein e Bonaccini (i due candidati in lizza che hanno più chance) potrà essere in grado di risollevarne le sorti e di praticare finalmente un’unità reale delle componenti in campo. Per ora, è tutta una questione di schieramento e di posizionamento di correnti. Qualcuno corre ad appoggiare l’uno, qualcuno l’altra. E qualcuno, con delle giravolte stratosferiche, è pronto a passare da una collocazione più centrista a una più di sinistra radicale con una disinvoltura spiazzante. 

 

Ma basta un leader per poter governare? Un capo carismatico ha senza dubbio una sua capacità persuasiva che, nell’epoca dei personalismi in politica, può dare per un certo tempo dei vantaggi. Si può conquistare consenso, si può avviare un percorso. Ma il generale senza truppe non va lontano. E’ il problema che sta vanendo a galla nella maggioranza di destra-centro.  Non solo Fratelli d’Italia non ha probabilmente una classe dirigente all’altezza dei compiti che gli sono stati affidati, ma è anche circondata da partiti di coalizione che a loro volta hanno problemi interni, più di quanti ne vogliano dare a vedere, e si presentano con leader che perdono posizioni e che fanno di tutto per non scomparire. 

 

Nel calderone di una politica che ha bisogno di ritrovare spessore e reale capacità di sintesi in nome del bene comune ci sono anche le forze dell’opposizione. Il Pd, come dicevano, è un partito disorientato. Alla sua destra c’è il Terzo Polo che, dopo la luna di miele elettorale, vede Azione e Italia Viva non proprio allineate come al tempo del matrimonio (di convenienza). Calenda e Renzi sono più distanti e sembrano condividere pochi intenti comuni. Forse entrambi aspettano di vedere cosa si muoverà nell’area liberale berlusconiana da qui a qualche mese.

 

Poi ci sono i Cinque Stelle, o meglio i contiani, figli di ciò che resta del Movimento fondato da Grillo e Casaleggio. Quella che stanno giocando è una partita a parte. Ma il leader Giuseppe Conte, si muove anche lui da generale e, quanto alle truppe, le ha create esattamente a sua immagine e misura. Ebbene, in presenza di uno scenario come l’attuale la politica italiana sembra destinata non solo alla frammentazione, ma anche ad essere ostaggio di un leaderismo speculare all’assenza progressiva di una dimensione orizzontale e collettiva. In questo modo vince la dinamica più personale e verticale dell’agire politico ma con i limiti evidenti che sono sotto a i nostri occhi.

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