L’ordinanza

Il Covid in Cina fa di nuovo paura. Schillaci: “Tamponi obbligatori”

In attesa che l’Europa decida sul da farsi, in Italia scatta per tutti i passeggeri in arrivo dalla Cina l’obbligo di sottoporsi al test anti covid

Il Covid in Cina fa di nuovo paura. Schillaci: “Tamponi obbligatori”

La situazione della pandemia in Cina si sta complicando sempre di più e anche in Italia scattano le prime misure preventive per non far riaccadere quanto successo quasi tre anni fa con Wuhan. Per questo il ministero della Salute Orazio Schillaci ha tempestivamente disposto l’obbligo di tampone anti Covid per tutti i passeggeri in arrivo dalla Cina

 

La nuova ordinanza Schillaci

A seguito dei preoccupanti dati epidemiologici cinesi, il ministro Schillaci ha disposto, “con ordinanza, tamponi antigenici Covid obbligatori, e relativo sequenziamento del virus, per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina e in transito in Italia. La misura si rende indispensabile per garantire la sorveglianza e l’individuazione di eventuali varianti del virus al fine di tutelare la popolazione italiana». Coloro i quali risulteranno positivi al test verranno poi posti in quarantena. 

La preoccupante situazione del Covid in Cina secondo Schillaci è da riferirsi ai vaccini cinesi «poco efficaci» anche se il governo di Pechino, non sta condividendo i dati. Secondo quelli elaborati dagli istituti occidentali di analisi sanitaria, come la britannica Airfinity, quasi un cinese su cinque risulterebbe positivo, le terapie intensive sarebbero piene di pazienti e il numero dei morti avrebbe superato i cinquemila al giorno ed è anche per questi motivi che il ministro della Salute ha chiesto alla Commissione Ue «un raccordo sulle misure» a livello europeo.

Anche gli Stati Uniti si apprestano ad introdurre nuove restrizioni ai cittadini provenienti dalla Cina: a tutti i viaggiatori verrà chiesto di esibire un tampone negativo effettuato non più di 48 ore prima della partenza. La misura scatterà dal 5 gennaio.

 

La situazione in Cina e lo stop alla politica «zero Covid»

L’aumento esponenziale del contagi e il contemporaneo abbandono della politica «zero Covid» stanno di nuovo riportando la Cina, ad essere uno dei paesi più attenzionati al mondo, in più dall’8 gennaio Pechino riaprirà i suoi confini. Ad allarmare al momento è la grande preoccupazione che la massiccia circolazione del virus possa generare nuove varianti anche più letali del Sars-CoV-2 che ormai conosciamo. In base ad alcune previsioni i contagi nel Paese del Dragone potrebbero avere due picchi: 3,7 milioni al giorno a metà gennaio e 4,2 milioni al giorno a marzo. 

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) si è detta molto allarmata sulla situazione in Cina: a causa della politica «zero Covid» adottata dal governo di Xi Jinping, la popolazione cinese non ha quasi avuto esposizioni al virus Sars-CoV-2 e ha poca immunità. Inoltre, gli anziani non solo sono stati poco vaccinati ma gli sono anche stati somministrati vaccini cinesi che si sono dimostrati molto meno efficaci di quelli utilizzati in Europa e Usa. Ad oggi secondo le stime disponibili, solo il 25% della popolazione cinese è stato vaccinata o ha avuto il virus. In Italia l’84,4% della popolazione è vaccinato, senza tenere conto dei guariti.

 

Nuove varianti in arrivo dalla Cina?

Il virus in Cina è ora libero di circolare e di contagiare milioni di persone e ad allarmare gli esperti è il fatto che a replicarsi non sia solo la variante Omicron con le sue sottovarianti o Alfa, Delta, Beta, ma una variante del tutto nuova, in grado anche di bucare i vaccini o gli anticorpi di chi ha contratto il virus. Ma va detto che in Cina la stessa Omicron si sta dimostrando assai pesante e ciò è spiegabile dal fatto che qui da noi l’aggressività della variante si è scontrata con un sistema immunitario già sollecitato dalle vaccinazioni o dall’infezione e ciò ne ha attenuato la gravità. 

Si attende ora la risposta dell'Europa per quanto riguarda tamponi e quarantene per chi proviene dalla Cina.

 

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