il processo a Caltanissetta

Stragi di Capaci e via D’Amelio, Messina Denaro non si presenta

Rinviata al 9 marzo l’udienza che vede imputato l’ex latitante. Intanto scoperto un secondo covo e messa sotto sequestro la casa della mamma del prestanome

Stragi di Capaci e via D’Amelio, Messina Denaro non si presenta

C'era grande attesa all'interno dell'aula bunker del carcere Malaspina di Caltanissetta dove sarebbe potuto apparire questa mattina in videoconferenza il boss mafioso Matteo Messina Denaro arrestato lunedì mattina a Palermo. La sedia preparata per il collegamento video nell'aula dove si tiene l’udienza che vede imputato l'ex latitante, accusato di essere uno dei mandanti delle stragi di Capaci e via D’Amelio, è rimasta dunque vuota. L'udienza è stata così rinviata dal presidente della Corte d'Assise di Caltanissetta Maria Carmela Giannazzo al 9 marzo "per consentire al difensore di essere presente". Uno dei due difensori d'ufficio del boss, l'avvocato Salvatore Baglio, ha comunicato di avere ricevuto una delega orale dal difensore di fiducia nominato da Messina Denaro, la nipote Lorenza Guttadauro, ed ha chiesto i termini a difesa.

 

Intanto a seguito del ritrovamento del secondo covo dell’ex latitante, i Carabinieri del Ros hanno perquisito l'abitazione della madre del vero Andrea Bonafede, il geometra di 59 anni che ha prestato la propria identità al boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro. L'abitazione, che si trova a pochi metri in linea d'aria dal secondo bunker scoperto ieri a Campobello di Mazara, è stata posta sotto sequestro. Da tempo però la casa è disabitata.  Sempre stamattina nel carcere Pagliarelli di Palermo è iniziato l'interrogatorio di garanzia di Giovanni Luppino, l'autista di Messina Denaro arrestato con il latitante. 

 

Dopo l’arresto del super boss Matteo Messina Denaro, continuano le indagini della Procura e delle autorità alla ricerca di carte, tesori e nomi della fitta rete di relazioni che hanno permesso al padrino di Cosa Nostra di nascondersi in tutti questi anni. Le indagini hanno portato alla scoperta di un secondo covo, in un altro appartamento, che come in un film, aveva una stanza segreta dietro un armadio. Invisibile e nascosta da un fondo scorrevole coperto dagli abiti. Non c’erano mobili o utensili e probabilmente, Messina Denaro lo utilizzava come deposito per conservare cose importanti per lui, il suo “tesoro”. Lì gli investigatori hanno trovato gioielli, pietre preziose anche di dimensioni consistenti  e argenteria. Una perizia ad hoc dovrà ora accertare l'autenticità e il valore del bottino rinvenuto. Non sarebbe invece stato trovato ancora nulla di scritto. 

 

Il secondo covo

Oltre all'appartamento di vicolo San Vito a Campobello di Mazara, scoperto martedì, dove il boss viveva, è stato trovato un altro nascondiglio, una sorta di bunker costruito all’interno di in un'altra abitazione nella stessa area, una palazzina di via Maggiore Toselli 34. Il proprietario, il 70enne Errico Risalvato, era stato indagato e poi assolto nel 2001 dall'accusa di associazione mafiosa. Errico è fratello di Giovanni Risalvato, condannato a 14 anni per mafia, già scontati), imprenditore del calcestruzzi.

A questo secondo covo gli investigatori del Gico della guardia di finanza, i magistrati della Procura di Palermo e dai carabinieri del Ros sarebbero arrivati grazie all'analisi di alcuni dati catastali. 

 

La visita medica in carcere

Messina Denaro è stato sottoposto anche a una lunga visita medica nel penitenziario di massima sicurezza "Le Costarelle" dell'Aquila. L'ex latitante è stato visitato dal professor Luciano Mutti, primario del reparto di oncologia a gestione universitaria dell'ospedale San Salvatore. Secondo quanto si è appreso, tutte le terapie e le procedure - inclusa la chemioterapia - verranno attuate preferibilmente in carcere per ridurre al massimo gli spostamenti in ospedale che farebbero scattare imponenti misure di sicurezza.

 

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