EditorialiOpinioniAnalisiInchiesteIntervisteScenariFirme
La difficile sanità post Covid

Continua la fuga dei medici dai pronto soccorso e dagli ospedali

In mille e cinquecento all’anno vanno all’estero in cerca di lavoro, mentre dilaga il fenomeno dei “medici a gettone”, contro il quale c’è anche l’Ordine

Continua la fuga dei medici dai pronto soccorso e dagli ospedali

Continua la fuga dei medici e sanitari dagli ospedali pubblici tra dimissioni e rinunce a partecipare ai concorsi. Aumenta il rischio di controversie legali, mentre le aggressioni fisiche e verbali di giorno in giorno crescono sempre di più. L’autonomia decisionale viene molto spesso mortificata; la professionalità poco premiata e non incentivata; non vi è nessun coinvolgimento nei processi decisionali; le ambizioni di carriere sono sempre più scarse e, soprattutto, sempre più politicizzate. E dunque la scarsa qualità di lavoro e di vita, gli stipendi non adeguati, la mancanza di sicurezza che mette i Sanitari a rischio anche di aggressioni, sono tra le cause della fuga dei medici, dai pronto soccorso innanzitutto e dall’Italia più in generale. Si tratta di una situazione molto difficile, cui difficilmente potrà porre rimedio la medicina del territorio (cui pure il Pnrr assegna 7 miliardi di euro) per il semplice fatto che le risorse di medici e infermieri restano le stesse, mentre la Telemedicina almeno all’inizio non potrà incidere più di tanto.

Ogni anno circa 1.500 medici vanno all’estero: emigrano di più in cerca di lavoro qualitativamente migliore e con stipendi più alti: Uk, Francia e Germania luoghi più gettonati. Altri optano per l’attività privata.

 

Il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, conferma il trend negativo: “La programmazione, dice, deve riguardare il prossimo decennio. Attualmente siamo ai primi posti in Europa per il rapporto tra medici e abitanti: ne abbiamo 4 ogni mille, contro la media Europea di 3,8. Negli Usa il rapporto scende a 2,5 medici ogni mille abitanti. Se vogliamo mantenere questo rapporto – ha spiegato - vanno bene i 14mila posti a Medicina.

Resta però il fenomeno della scarsa attrattività del nostro Servizio sanitario nazionale” che è il vero motivo per cui i medici si trasferiscono all’estero o nel privato e “preferiscono fare i gettonisti” (liberi professionisti con partita Iva), per un miglior equilibrio tra lavoro, guadagno e qualità della vita.

Un’organizzazione, questa, a turni gettonati che compromette quel rapporto continuativo che è tipico della professione medica ed è una distorsione del sistema”.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA