Meccanismo europeo di stabilità

Mes, sulla ratifica della discordia deciderà il Parlamento a settembre

Il centrodestra proporrà di far slittare l’approdo in Aula. Conte ribadisce il no al Trattato mentre Schlein puntualizza: Ratifica non significa attivazione

Mes, sulla ratifica della discordia deciderà il Parlamento a settembre

Rimandato a settembre. No, non stiamo parlando di scrutini e di pagelle scolastiche anche se il periodo sarebbe pure giusto, ma del vetusto problema della ratifica del Mes, rinviato protempore di governo in governo e mai risolto. Ora però c’è la necessità di procedere alla riforma anche se nella maggioranza di governo ci sono molti contrari, in primis la Lega. Forza Italia prosegue invece la linea politica del suo del compianto leader dicendo sì alla ratifica. Meloni d'altrocanto si trova stretta dall’Ue a procedere alla riforma ma teme falchi in Fratelli d’Italia.

La soluzione? Rimandare tutto a settembre per la discussione in Parlamento sulla ratifica del Meccanismo europeo di stabilità. La proposta di rinvio della discussione in Aula, prevista per il 30 giugno, da parte del centrodestra arriverà sul tavolo della conferenza dei capigruppo della Camera mercoledì pomeriggio motivandola dal fatto che la vigilia coinciderebbe con la trasferta di Giorgia Meloni a Bruxelles, e si rischierebbe di mettere in difficoltà il lavoro della premier.

 

Il Mes è dunque diventato uno dei dossier più spinosi per il governo, soprattutto dopo la valutazione favorevole dei tecnici di via XX Settembre. Prima o poi la ratifica dovrà esserci, ma è il percorso per raggiungere detto obiettivo ad essere molto diverso tra FdI, a cui serve una giusta narrazione per far accettare ai suoi la ratifica, e la Lega che invece si è detta pronta alle barricate. "Non ritengo che ci sia bisogno di mettersi in mano a Fondi stranieri - la linea di Salvini - e a soggetti stranieri anche perché 600.000 italiani nei giorni scorsi hanno sottoscritto i buoni del Tesoro per più di 18 miliardi di euro". 

 

Al di là di cosa pensino i partiti, l’Italia è l'unica fra i Paesi europei interessati a non aver ancora ratificato il Mes, decidendo di rinviare il tutto a settembre, per passere la parola al Parlamento.

 

Urso: “Mi rimetto alle decisioni del Parlamento”

"Sin dall'inizio della legislatura la mia policy è quella di rispondere a ogni domanda sulle mie competenze. Per quanto riguarda il Mes, il Governo ha già detto che si rimette alle decisioni del Parlamento, quindi ovviamente seguendo questa indicazione mi rimetto alle decisioni che verranno assunte". Ha detto il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, nel corso del suo intervento al 52° convegno annuale dei Giovani imprenditori di Confindustria,  a Rapallo: "Sono molto rispettoso delle competenze del Parlamento e delle forze politiche ivi espresse - ha aggiunto - Proposta di Monti? E' un senatore a vita e si esprime giustamente per come ritiene".

 

Conte ribadisce il suo no al Mes

Il fronte europeo più caldo è quello del Mes. Che hanno fatto i nostri patrioti, le forze di maggioranza ieri alla Camera? Hanno disertato questo fronte, non riescono a prendere una posizione. La nostra posizione invece è molto chiara, io mi sono ritrovato con un paese in piena pandemia e mi sono battuto per non attivarlo”. Così il presidente del M5s, Giuseppe Conte, intervenendo anche lui al convegno dei Giovani imprenditori di Confindustria. 

“Il mandato che gli elettori hanno dato a Meloni è di andare in Europa a combattere per il Pos, di fare le norme sul rave party o di rimangiarsi tutte le promesse che ha fatto?”, domanda quindi l’ex presidente del Consiglio, tornando al Mes: “Io ho sempre sostenuto la sua inadeguatezza non per ragioni ideologiche, ma perché è un accordo intergovernativo e quindi non completamente comunitario. In più ha uno stringente, a tratti giugulatorio, meccanismo di vigilanza finanziaria, al punto tale che ormai si accompagna con esso uno stigma nei mercati finanziari. Se oggi un paese dovesse attivare il Mes correrebbe il rischio di una ricaduta, di un allarme su mercati finanziari”. “Adesso si assumano la responsabilità le forze di maggioranza di approvarlo o meno, noi ci asterremo”, conclude Conte.

 

Schlein: "Auspico celere ratifica"

"Abbiamo trovato grave il passaggio di ieri - del 22 giugno ndr -, in cui i partiti di maggioranza, per loro divisioni, hanno disertato la votazione sul Mes alla Camera: credo che questo sia un tema di credibilità internazionale dell'Italia rispetto agli impegni che sono stati presi e, da giurista, posso dire: pacta sunt servanda". Ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein al congresso dei Giovani imprenditori. "Auspichiamo invece una celere ratifica di questo trattato", che "non significa chiederne naturalmente l'attivazione", sottolinea. "Penso che sia stato un passaggio spiacevole e anche grave: non si è mai visto che una maggioranza disertasse una votazione e rimanessero a votare le forze di opposizione", conclude.

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