Prende il via oggi, 29 giugno, a Bruxelles la due giorni del Consiglio europeo durante il quale i 27 Stati membri dell'UE saranno chiamati a discutere su diversi temi assai rilevanti con focus sulla guerra in Ucraina e sul sostegno a Kiev, all’indomani della marcia della giustizia di Prigozhin reputata potenzialmente pericolosa e in grado, per alcuni osservatori, di incrinare la cortina di ferro di Putin. Il Consiglio si occuperà anche di altri dossier come quello sui migranti e Mes. Ieri la premier Giorgia Meloni, nelle Aule di Camera e Senato, ha illustrato, a tratti anche con troppo veemenza, la posizione italiana su queste tematiche ottenendo l'approvazione di una risoluzione di maggioranza sulle sue comunicazioni in vista della riunione Ue del 29 e 30 giugno.
Mes
Sul Mes, il meccanismo europeo di stabilità è stata messa in chiaro la volontà della premier, e di conseguenza del governo, nel voler rinviare il dibattito e la ratifica del Trattato nell’interesse italiano. “L’interesse dell’Italia oggi- ha detto Meloni - è affrontare il negoziato sulla nuova governance europea con un approccio a pacchetto, nel quale le regole del Patto di Stabilità, il completamento dell’unione bancaria e i meccanismi di salvaguardia finanziaria si discutano nel loro complesso nel rispetto del nostro interesse nazionale”.
La premier conferma sostanzialmente di non aver cambiato idea sul Mes e che si assumerà la responsabilità delle sue scelte e avvertendo tutto il Parlamento: “che discutere adesso questo provvedimento non è nell’interesse dell’Italia”.
Migranti
Meloni in Aula affronta l’annoso problema della gestione dei flussi migratori “per stroncare il disumano traffico di esseri umani che continua a mietere vittime nel Mediterraneo”, ricorda Meloni dopo aver espresso “cordoglio” per il naufragio sulle coste greche. “Una civiltà come la nostra non può lasciare agli schiavisti del XXI secolo il potere di decidere chi entra o no in Europa”, attacca ricordando che se non si affronta “a monte” il tema della difesa dei confini esterni dell’Ue “è impossibile realizzare una politica di migrazione e di asilo giusta ed efficace”.
Riguardo poi alle proposte europee sul dossier chiarisce che non avrebbe “mai accettato di essere pagata per trasformare l’Italia nel campo profughi d’Europa. Quello che abbiamo chiesto e ottenuto è che quelle risorse alimentino, invece, un fondo per difendere i confini esterni, non per gestire l’immigrazione illegale ma per contrastarla”. “È evidente che i ricollocamenti non sono mai stati la nostra priorità. La questione non si risolve tentando di scaricarla su un’altra nazione. Il tema è che noi mettiamo le risorse per la dimensione esterna, quindi per affrontare il problema prima che arrivi da noi”.
Il sostegno a Kiev
Tra i temi oggetto di discussione a Bruxelles, ci sarà anche la guerra in Ucraina e il “convinto sostegno” a Kiev di Meloni e dell’Italia. Sulla ricerca della pace “il governo ha fatto tutto quello che era possibile per favorire e sostenere la missione che il cardinale Zuppi ha portato avanti su indicazione di Papa Francesco”. Ha detto Meloni.
L’augurio, tuttavia, “è che si possa giungere il prima possibile a una pace giusta e duratura nel pieno rispetto del diritto internazionale e dell’integrità territoriale dell’Ucraina”.
Pnrr
“Sul Pnrr alcuni elementi di chiarezza: è vero che in Europa si è scelto di aprire all’utilizzo delle risorse del Piano anche per l’acquisto di armi, ma il governo italiano mi pare abbia garantito e dichiarato, e lo ribadisco qui in Aula, che non intende in alcun modo utilizzare le risorse del Pnrr per questo scopo. Noi vogliamo utilizzare le risorse del Pnrr per le scelte strategiche che stiamo sostenendo. Vogliamo spendere le risorse in modo veloce ed efficace”. Ha dichiarato la presidente del Consiglio, in sede di replica dopo la discussione generale sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo.
Cina
Un altro dossier in agenda al summit Ue è la Cina. Meloni riconosce la necessità di intrattere con Pechino un rapporto non ostile, ma “maggiormente equilibrato”. E sulla via della Seta ribadisce che “le valutazioni sono in corso, c’è ancora tempo per modificare la decisione. Credo sia una questione che va maneggiata con delicatezza, anche coinvolgendo il Parlamento. Su questioni così importati non premerei per accelerare ma per trovare soluzioni più valide possibile per la difesa dei nostri interessi nazionali”.