La dura opposizione

Consiglio Ue, muro contro muro di Polonia e Ungheria sull’immigrazione

Nel lungo dibattito con i Ventisette registrata la forte resistenza del premier polacco, Mateusz Morawiecki e del suo collega ungherese Viktor Orban

Consiglio Ue, muro contro muro di Polonia e Ungheria sull’immigrazione

E' muro contro muro al Consiglio europeo sulla questione migranti. Dopo una lunga discussione andata oltre l’una e mezza di notte, i leader dei 27 Stati membri non hanno trovato un’intesa sul paragrafo delle conclusioni dedicato all'immigrazione e all'accordo preliminare raggiunto dai paesi membri in Consiglio a Lussemburgo l'8 giugno scorso, in base al quale gli Stati membri sarebbero obbligati ad accogliere un certo numero di richiedenti l'asilo che arrivano in un Paese dell'Unione europea sotto pressione migratoria o, in caso contrario, a fornire un contributo finanziario equivalente a 20mila euro per ogni rifugiato non ricollocato. 

Nel lungo dibattito con i Ventisette forte la resistenza del premier polacco, Mateusz Morawiecki, che chiede che sulle migrazioni si legiferi all'unanimità. Ma al tavolo difficilmente può trovare sostegno che vada oltre a quello del collega ungherese, Viktor Orban.

Il tema immigrazione verrà ripreso oggi dalle 9:30 dai capi di Stato e di governo, in una seconda giornata di lavori dedicata principalmente ai rapporti con la Cina e alla situazione economica e alle strategie di sicurezza economica.

Da evidenziare anche nella sessione pomeridiana dei lavori, si è parlato anche di Ucraina con l'intervento in video collegamento dei presidente Zelensky. In agenda anche la situazione nei Balcani occidentali e il vertice con i Paesi dell'America Latina del 17-18 luglio.

 

L'opposizione di Polonia e Ungheria

Nel primo giorno del Consiglio europeo, una giornata e una notte intera di trattative non sono bastate a superare l'opposizione di Polonia e Ungheria nei confronti dell'accordo sul Patto siglato dai ministri dell'Interno l'8 giugno, tanto da rendere impossibile includere il relativo  paragrafo nelle conclusioni. Il mancato accordo dei Ventisette impone ora l’apertura di un negoziato con il Parlamento europeo prima che si arrivi al testo legislativo finale.

 

La posizione del'Ungheria.

”Non è accettabile che Bruxelles voglia dare 50 miliardi di euro di aiuti aggiuntivi all’Ucraina, mentre non sappiamo nulla sull'uso dei fondi europei inviati dall’inizio della guerra”, aveva scritto su Twitter Victor Orban. “Bruxelles chiede nuove risorse agli Stati membri per coprire il deficit nel bilancio comunitario a causa dell'aumento dei tassi di interesse, mentre continua a trattenere i fondi dall’Ungheria e dalla Polonia dal prestito congiunto. Questo è inaccettabile”. Aveva tuonato il leader ungherese ben prima dell'avvio dei lavori del Consiglio. 

“Invece di fermare l'immigrazione illegale, Bruxelles vuole spendere altri miliardi per sistemare i migranti illegali in Europa. Inoltre, la Commissione vorrebbe prendere altri miliardi di euro dagli Stati membri per aumentare gli stipendi degli euroburocrati. È scandaloso!”.

 

La posizione della Polonia.

“Abbiamo ottimi rapporti con la premier italiana. Ci incontriamo oggi. Potremmo avere interessi diversi, ma elaboriamo soluzioni che servono a tutti” ha dichiarato il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, al suo arrivo al Consiglio europeo, rispondendo a una domanda sulle relazioni con l'Italia in materia di politiche Ue sulla migrazione.

“Tuttavia, in questo caso, sottolineo con forza che difenderemo sicuramente il diritto della Polonia di garantire non solo del nostro sistema politico, ma soprattutto che la nostra sicurezza, tutti i parametri relativi alla sicurezza, sia nelle nostre mani” ha precisato.

“Guardate cosa sta succedendo nei sobborghi di Malmo” o “Parigi, Marsiglia, Lille o anche in Italia. Il trasferimento forzato non sarà consentito finché ci sarà un governo di Diritto e giustizia” ha concluso Morawiecki, escludendo l'accoglienza in Polonia di migranti arrivati in altri Paesi Ue.

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