Minimi e forfettario

Minimi nel regime forfettario 2019: tasse al 5% e al 15%

Minimi gestione separata la spesa per i contributi Inps scende mentre aumento di tasse dal 5 al 15% per chi ha i requisiti per passare al forfettario

Redazione
di Redazione
13 settembre 2019 12:20
Minimi nel regime forfettario 2019: tasse al 5% e al 15%

Per i minimi in gestione separata ormai non c'è pace da quando la legge delega, ha delegato il governo, al riordino dei regimi contabili con la conseguente abolizione del regime dei minimi a favore del nuovo regime forfettario, le cose si sono fatte più complicate.

 

Per i professionisti senza cassa iscritti alla gestione separata, l'unico aspetto positivo, è stata la riduzione dei contributi Inps ridotti al 25% grazie alla Legge di Bilancio.

 

I giovani under 35 anni, disoccupati, inoccupati, lavoratori in mobilità che hanno utilizzato il regime fiscale dei superminimi come un'opportunità "conveniente" per costruirsi da soli, con le proprie mani una professione o addirittura inventato un lavoro laddove l'offerta di lavoro non c'era, sono stati fortemente penalizzati dall'entrata in vigore di un regime forfettario con aliquota al 15% anziché al 5% dei minimi.

 

Minimi e il nuovo regime forfettario:

Con la legge di stabilità 2015, sono stati riordinati in Italia, i regime fiscali che sono scesi da 6 a 3: regime ordinario, regime semplificato e regime forfettario.

Inizialmente, il Legislatore, aveva previsto per coloro che possedevano i nuovi requisiti di accesso al nuovo regime, il passaggio obbligatorio per tutti i minimi nel regime forfettario, poi, una norma successivamente riconfermata, ha consentito ai minimi che non avevano superato l'età massima di 35 anni o i 5 anni di permanenza massima nel regime, di mantenere il regime dei minimi fintanto che ....

  • Con la legge di stabilità 2016, inoltre, si ha avuto per i contribuenti nel regime forfettario, l'aumento dei coefficienti di reddititività in base al codice Ateco dell'attività, ovvero, delle soglie dei ricavi massime per non fuoriuscire dal regime.

  • Con la Legge di Bilancio 2017, invece, il governo è intervenuto ad abbassare l'aliquota della gestione separata al 25% e a bloccare una volta per tutte, l'aumento Monti.

  • Con la Legge di Bilancio 2018, non ci sono stati interventi in merito.

 

Minimi aumento tasse dal 5 al 15% per chi passa al forfettario 2019:

La legge delega sulla revisione e riforma fiscale, per un fisco italiano più equo e trasparente, ha delegato due anni fa, il Governo ad emanare specifici decreti attuativi, e tra questi, la semplificazione dei nuovi regimi fiscali che da 5 sono scesi a 3, dove il regime dei minimi cambia nome ed entra sotto il nuovo regime forfetario.


Bè è solo un cambio di nome al regime? Assolutamente no, la semplificazione ha previsto un'aliquota forfetaria comune per tutti i contribuenti che rientrano nel regime, pari al 15% ed esclusione da IVA e IRAP. 

 

Ciò ha significato per i minimi in possesso dei requisiti per passare al forfettario, un aumento dell'aliquota sostitutiva dal 5% al 15%, per cui un aumento delle tasse di 3 volte tanto, se infatti a parità di reddito un contribuente minimo ha pagato nel 2018 euro 500 euro di tasse calcolate sull'imposta sostitutiva al 5%, nel 2019 con aliquota al 15% ne ha pagati 1.500 euro.

Rimaste invariate invece le agevolazioni di IVA e Irap mentre sono stati eliminati i requisiti di età e di durata, pertanto, chi si ritrova nel regime forfettario, può rimanervi anche oltre i 35 anni di età e per tutto il tempo che permarranno i requisiti di accesso al regime come ad esempio il nuovo limite dei ricavi.

 

Minimi gestione separata aliquota ridotta al 25%:

Bloccato aumento contributi gestione separata e riduzione dell'aliquota: L'aumento proporzionale della aliquota contributi gestione separata introdotto dal Decreto Sviluppo, pubblicato nel Supplemento Ordinario n.171 alla Gazzetta Ufficiale n. 187 del 11 agosto 2012, con la legge 7 agosto 2012, n. 134 di conversione del decreto legge 22 giugno 2012, n.83 recante: "Misure urgenti per la crescita del Paese", è stato bloccato con la Legge di Bilancio 2017.

Dal 1° gennaio 2017, non solo è stato bloccato l'aumento progressivo ma c'è stata la riduzione aliquota gestione separata 25% professionisti.

 

Minimi in gestione separata chi sono?

Chi sono i minimi in gestione separata? I minimi in gestione separata, sono i professionisti senza cassa titolari di Partita IVA che esercitano un'attività di lavoro autonomo.

Perché senza cassa? Perché sono figure professionali che, per l'attività che svolgono, non rientrano in alcuna cassa o fondo di previdenza sociale per mancanza di requisiti.

Quindi l'INPS, allo scopo di tutelare questi lavoratori, ha pensato appunto ad una gestione separata, in grado di garantire loro la tutela previdenziale, TFR, malattia, maternità, ANF facendo pagare contributi obbligatori INPS in base ad una aliquota contributiva.

Un'aliquota INPS applicata sul reddito annuo calcolato sulla differenza tra costi e ricavi, ciò significa che il reddito minimale nella gestione separata serve solo a fini di riconoscimento dell'accredito del numero dei contributi da versare sul conto del professionista nell'arco dei 12 mesi.  

 

Il minimo iscritto alla gestione separata, è il professionista che versa con modello F24 l'imposta sostitutiva con aliquota del 5% sul reddito calcolato sul principio di cassa, ossia, differenza tra ricavi di vendita e costi di acquisto, è colui che è obbligato ad emettere fattura con specifica dicitura per l'esenzione IVA e pagare l'imposta di bollo sopra i 77,47 euro, ed effettuare la dichiarazione dei redditi tramite il modello Redditi per poter scaricare solo le spese inerenti alla sua attività lavorativa, quindi per l'immobile promiscuo il 50% e strumentale al 100%, abiti da lavoro ma sempre entro un certo limite, cene di lavoro scaricabili si per il 50% ma nel limite del 2% del fatturato e niente spese mediche per lui e i suoi familiari a carico. 

A detta di molti esperti e di quelli che stanno negli altri regimi fiscali, chi è riuscito ad entrare nei superminimi è stato fortunatissimo perché ha pagato fino adesso solo il 5% di imposta e ha potuto godere di parecchie agevolazioni tra cui l'esenzione dalla tenuta contabile, l'esclusione dagli studi di settore, dall'obbligo di spesometro o comunicazioni black list peccato però che ci sia un rovescio della medaglia.

Tante agevolazioni, infatti, fanno un pò a cazzotti con i rigidi limiti fissati per il regime dei minimi, come ad esempio il limite sulle spese di acquisto di beni strumentali, che è al massimo di 15.000 euro ogni 3 anni, l'età di accesso che è solo per gli under 35 anni o la sua durata che a parte le deroghe non può essere maggiore di 5 anni.

Ma la vera e più grande contraddizione per il regime dei minimi è che un professionista autonomo non possa prendere collaboratori, stagisti, tirocinanti, dipendenti, niente di niente che possa aiutarlo a crescere come impresa, se li prende è fuori dal regime e addio agevolazioni.

Secondo lo Stato quindi come dovrebbe fare un minimo a diventare una grande impresa, se non gli si da la possibilità di assumere e crescere? Diciamolo pure, se questo regime fiscale da una parte è sicuramente conveniente dall'altro impedisce i giovani minimi di espandersi e ingrandirsi, perché la paura di pagare tasse folli porta o a rimanere nel regime evitando così di assumere nuova forza lavoro, oppure, a trasferire all'estero la propria attività, dove non solo pagherebbe meno tasse ma addirittura, in certi paesi non molto lontani dall'Italia, sarebbe pure esentato dal pagamento delle imposte fino a 10.000 euro o almeno nei primi anni dell'attività, per permettere alla neoimpresa di crescere e affermarsi, dando vita così ad un business di successo e a tanta occupazione.

In Italia invece che succede? I minimi della gestione separata stanno pagando nel 2018 contributi obbligatori INPS calcolati sulla totalità dei redditi prodotti quale reddito di lavoro autonomo dichiarato ai fini Irpef senza avere però, la certezza che un giorno spetterà anche a loro la pensione + un'aliquota sostitutiva del 5% calcolata sul reddito in base al principio di cassa.

Per maggiori informazioni sui minimi vi rimandiamo al nostro articolo di approfondimento: Regime dei minimi requisiti.

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