Conte si prepara a rassegnare le dimissioni: oggi si recherà al Quirinale per rimettere il mandato nelle mani del Presidente della Repubblica Mattarella mettendo la parola fine al Conte bis.
Tra i possibili scenari della crisi di governo c’è quella di un Conte ter: cosa cambia, qual è la differenza con il Conte bis?
Crisi di governo: si chiude il Conte bis con le dimissioni del premier
Prima di capitolare di fronte alla relazione al Senato del ministro della Giustizia Bonafede, in programma mercoledì o giovedì, il premier Conte decide di rassegnare le dimissioni, per non indebolirsi ulteriormente agli occhi di Mattarella.
La gestione della crisi di governo passa così nelle mani del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Da domani pomeriggio al via le consultazione di governo, al termine delle quali Matteralla deciderà se affidare l'incarico nuovamente per il Conte Ter, oppure ad un'altra personalità o andare ad elezioni.
Il premier Conte non è riuscito a trovare i responsabili e costruttori per andare avanti e quindi si è trovato costretto alle dimissioni, proprio come aveva sperato il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, nel momento in cui ha deciso di aprire la crisi politica.
Conte bis e Conte ter: cosa cambia, qual è la differenza
Lo scenario al momento più probabile, anche se non si può mai dire, è quello di un Conte ter. Cosa cambia rispetto al Conte bis, quali differenze ci sono?
Con le dimissioni il premier Conte spera di far venire allo scoperto la “quarta gamba”, ossia il nuovo gruppo che assieme a Pd, M5s e Leu costituirebbe la maggioranza allargata di governo. Solo aprendo una crisi formale i responsabili e costruttori si faranno avanti, poiché in tal caso, ci saranno da affidare molti più incarichi, non solo ministri ma anche sottosegretari, una sessantina di poltrone in tutto.
Il governo nazionale di salvezza potrebbe puntare sul ritorno dei renziani con guida Conte ma anche Franceschini, Zingaretti, Di Maio, oppure sui centristi con tutta o solo una parte di Forza Italia.