Cibo e salute

Cos’è la Dieta Pesco-Mediterranea: per chi, come funziona, vantaggi

Parte dal regime alimentare tipico del bacino mediterraneo, ma consiglia di aumentare la quota di prodotti ittici. Ecco perché e come mai viene consigliata

Cos’è la Dieta Pesco-Mediterranea: per chi, come funziona, vantaggi

Partire dalla Dieta Mediterranea e aggiungere più pesce. Consiste soprattutto in questo la Dieta Pesco-Mediterranea, sulla quale è stato da poco pubblicato uno studio sul Journal of the American College Cardiology, che ne sottolinea gli effetti positivi soprattutto per contrastare le malattie cardiovascolari.


Ecco come funziona, quali alimenti sono previsti e consigliati, e perché viene associato anche un digiuno intermittente, che aiuterebbe a diminuire le infiammazioni.

 

Cos’è la Dieta Pesco-Mediterranea

Si tratta di un regime alimentare che parte dalla classica Dieta Mediterranea, confermata come la migliore al mondo anche nel 2021. Prevede un consumo di verdure e frutta, olio di oliva, ma anche frutta secca come noci, latticini, poca carne, ma più prodotti ittici, in particolare frutti di mare. Il motivo è la presenza di Omega 3 che, come confermano diversi studi, ha una forte componente cardioprotettiva.

 

Occorre anche il digiuno intermittente?

Nella Dieta Pesco-Mediterranea, però, viene anche consigliato un “digiuno intermittente”, ossia un consumo degli alimenti in una finestra temporale di 8-12 ore, in modo da lasciare le altre 12-14 ore senza pasti. “E’ stato dimostrato che il digiuno intermittente, eseguito regolarmente, riduce il tessuto adiposo intra-addominale e riduce la produzione di radicali liberi – spiegano gli autori dello studio - Ciò suscita potenti risposte cellulari che migliorano il metabolismo del glucosio e riducono l’infiammazione sistemica e possono anche ridurre i rischi di diabete, CVD, cancro e malattie neurodegenerative.

Un digiuno notturno di 12 ore, dunque, ridurrebbe i livelli di insulina e le riserve di glicogeno, portando il corpo a bruciare gli acidi grassi delle cellule adipose, che sarebbero usati come “carburante” invece del glucosio. “Ciò migliora la sensibilità all’insulina. Il consumo limitato nel tempo non è più efficace per la perdita di peso rispetto alla restrizione calorica standard, ma sembra migliorare la salute” aggiungono i ricercatori.

 

Pro e contro

Se i benefici del consumo di pesce e le sue proprietà sono noti, gli esperti consigliano comunque di non eccedere nel suo consumo, soprattutto se si tratta di prodotti di grande taglia, per il rischio di accumulo di metalli pesanti. Le linee guida del ministero della Salute e dell’Efsa (l’ente europeo per la salute) ne consigliano il consumo 2/3 volte alla settimana, per la presenza di presenza di Omega 3, che sono degli antinfiammatori naturali e sono ricchi di acidi grassi buoni che abbassano trigliceridi e colesterolo, oltre che di Vitamina D e calcio e proteine nobili. Sarebbero, poi, da privilegiare i pesci di piccola taglia e in genere il pesce azzurro, come sardine, sgombri, alici, ecc. e, con minor frequenza, tonno e altri cosiddetti “pesci bistecca”, anche se questi sono più comodi perché già in tranci.

Quanto al digiuno intermittente, invece, è consigliato di non superare le 12 ore, sia perché altrimenti diventa poco sostenibile, sia perché può aiutare a perdere peso, ma rischia di sballare i ritmi circadiani e creare scompensi in alcuni soggetti.

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