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Il caso dei vaccini

AstraZeneca, è giallo sulle 29 milioni di dosi bloccate ad Anagni

Il sospetto è che che il vaccino sia stato tenuto nascosto da AstraZeneca per poi inviare le fiale in Gran Bretagna. Le reazioni di Draghi e dell’Ue

AstraZeneca, è giallo sulle 29 milioni di dosi bloccate ad Anagni

E’ giallo sulle dosi di vaccino AstraZeneca trovate ad Agnani vicino a Frosinone, nello stabilimento dell’azienda statunitense Catalent dove il medicinale viene infialato e confezionato, i carabinieri del Nas hanno trovato 29 milioni di fiale. L' indagine è scattata  su una segnalazione della Commissione europea: Il sospetto è che che il vaccino sia stato tenuto nascosto da Astrazeneca per poi inviare le fiale in Gran Bretagna.

Il caso dei 29 milioni di dosi bloccate è stato sollevato da "La Stampa", e si legge anche sul sito del “Financial Times”. 

 

La vicenda

Tutto sarebbe partito dal commissario europeo Thierry Breton, che ha avviato un'indagine sullo stabilimento di Leida, nei Paesi Bassi, gestito dalla Halix, uno dei due impianti della casa farmaceutica usati nell'Unione europea per produrre il vaccino.  Ma non ricevendo risposte dall'azienda, il commissario francese ha segnalato la vicenda alle autorità italiane, che hanno avviato un'ispezione alla Catalent di Anagni, dove il vaccino viene confezionato. "Il primo rapporto spedito a Bruxelles – scrive  "La Stampa" - dice che nei frigoriferi dei capannoni del sito laziale ci sono 29 milioni di dosi del vaccino. Fonti Ue spiegano che probabilmente non tutte sono state prodotte da Halix, ma si tratta comunque di fiale già pronte per essere iniettate e che la casa farmaceutica puntava a spedire nel Regno Unito e non nei paesi dell'Unione europea”.

 

La reazione di Draghi:

La reazione del governo è arrivata subito: il presidente del Consiglio Mario Draghi durante la replica alla Camera ha spiegato: "Sabato sera ho ricevuto una telefonata dalla presidente della Commissione europea che mi segnalava alcuni lotti che non tornavano nei conti della commissione e che sarebbero stati ad Anagni, mi si suggeriva di ordinare un'ispezione. La sera stessa ho chiesto al ministro Speranza di mandare i Nas: sono andati immediatamente e la mattina hanno identificato quei lotti in eccesso. I lotti sono stati bloccati e oggi ne sono partiti due per il Belgio, diretti alla casa madre di AstraZeneca. Dove andranno non so, intanto la sorveglianza continua per i lotti rimanenti".

Nello stabilimento di Anagni, che si occupa anche delle dosi destinate a Covax , il programma internazionale nato per portare i vaccini ai Paesi poveri, verranno infialate anche quelle del vaccino Johnson & Johnson. 

 

Il mistero della destinazione

Se il Regno Unito fosse la destinazione finale dei vaccini scatterebbe il blocco delle dosi: l’Ue punta a fermare l’export di vaccini prodotti in Ue fuori dal gruppo dei 27 paesi. Se invece, come sostiene il governo italiano, la destinazione è il Belgio sarebbe tutto nella norma. E allora perché c’è stata la segnalazione della Ue?  

 

Sul  sito del quotidiano britannico Financial Times si legge: "La destinazione di quelle dosi deve essere chiarita.” E un funzionario francese ha dichiarato: "Milioni di dosi sono state esportate in Gran Bretagna, dobbiamo invocare la reciprocità. Quel che è certo è che a parte una quantità prevista per Covax, il resto delle dosi sarà distribuito esclusivamente tra i Paesi dell'Unione europea". 

 

La difesa di AstraZeneca

L’azienda anglo-svedese comunica di “voler chiarire le dichiarazioni inaccurate” sul caso. Spiega: “Attualmente non sono pianificati export al di fuori dei paesi che aderiscono al piano Covax. Ci sono 13 milioni di dosi di vaccino in attesa del controllo di qualità per essere poi spediti a Covax come parte del nostro impegno per fornire milioni di dosi a paesi a basso reddito, il vaccino è stato prodotto fuori dalla Ue e poi portato allo stabilimento di Anagni per l’infialamento. L’Ue supporta le forniture a paesi a medio e basso reddito attraverso Covax. Ci sono altre 16 milioni di dosi pronte per essere spedite in Europa. Quasi 10 milioni di dosi saranno consegnate ai paesi Ue nell’ultima settimana di marzo. Non è corretto definire questo carico come scorta”. 

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