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Concorsi pubblici: proteste dei giovani contro nuove regole Brunetta

Proteste dei giovani per le nuove regole sui concorsi pubblici Brunetta: discriminatorie. Sinistra Italiana, Pd e M5s chiedono al governo un passo indietro

Concorsi pubblici: proteste dei giovani contro nuove regole Brunetta

S’infiamma la polemica scoppiata nei giorni scorsi sulle nuove regole per i concorsi pubblici volute dal ministro della PA Brunetta, che rende più difficile l’accesso al pubblico impiego ai giovani neolaureati anche con il massimo di voti favorendo coloro che possono permettersi di spendere tempo e denaro per master e corsi di specializzazione post-laurea.

 

Brunetta si difende: dobbiamo assumere 150 mila giovani l’anno per svecchiare la Pubblica amministrazione visto che il blocco del turn over ha “svilito e desertificato il proprio capitale umano pubblico”. “Sto cambiando le regole del gioco del reclutamento dei dipendenti pubblici” perché “se non cambi non si può fare ricambio generazionale”.

 

Concorsi pubblici, Brunetta semplifica le regole: non si placa la polemica

Il nostro Paese ha svilito, desertificato il proprio capitale umano pubblico”, ha dichiarato il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta in occasione di un convegno organizzato da Pwc “Italia 2021: è tempo di ricostruire”. Dopo aver aperto la porta allo smart working nel pubblico impiego ma solo a determinate condizioni, il ministro è tornato a parlare delle nuove regole dei concorsi pubblici, per difendersi dalle accuse che gli stanno piovendo addosso da più fronti.

 

Le nuove procedure concorsuali per l’accesso al pubblico impiego, infatti, sembrerebbero favorire coloro che possiedono più titoli ed esperienza post-laurea rispetto a giovani neolaureati con il massimo dei voti, con una discriminazione anche sulla base del censo visto che solo le famiglie più abbienti possono permettersi di pagare master e corsi post-laurea per i propri figli.

 

Brunetta sotto attacco per concorsi PA. Giovani in rivolta

Sbloccati oltre 60 concorsi nella Pubblica amministrazione, per complessivi 125 mila posti di lavoro, con nuove regole di selezione semplificate approvate dal ministro della PA Renato Brunetta.

 

Via la prova preselettiva che potrà essere sostituita con la valutazione dei titoli e l’esperienza professionale. Partita la protesta dei giovani, visto che secondo alcune valutazioni l’accesso alla prima prova scritta sarebbe così off-limits per molti under 30.

Lanciata una petizione su Change.org con all’attivo 12mila firme e molti hashtag sul tema, come #ugualiallapartenza.

 

Sinistra Italiana, Pd e M5s si sono schierati a favore dei giovanissimi, chiedendo al governo di fare subito un passo indietro.

 

Leggendo i social in questi giorni - ha dichiarato il ministro - avrete visto che c'è stata un'ondata di reazioni impaurite di giovani sulle cose che stiamo dicendo capitanati dai loro cattivi maestri”, riferendosi all’ex presidente Inps, Tito Boeri. “Abbiamo una grande occasione con il Recovery, con i 200 miliardi che l'Europa ci dà per ripartire con gli investimenti pubblici e privati e per reinvestire nel capitale umano – ha provato a difendersi Brunetta -. Sto cambiando le regole del gioco del reclutamento dei dipendenti pubblici. Se non cambi le regole del reclutamento non si può fare ricambio generazionale”, ricordando che “per ripristinare un minimo di turn over serio qualitativo e quantitativo ci vogliono 150.000 giovani l'anno”.

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