Weekend di ’fiesta’ con la polizia

Stop al coprifuoco: in Belgio e Spagna esplose le feste di massa

Strade chiassose a Madrid e Barcellona. A Bruxelles cannoni ad acqua disperdono la folla. In Grecia riapre spiaggia. E c’è chi protesta facendo addominali.

Stop al coprifuoco: in Belgio e Spagna esplose le feste di massa

Non se ne poteva più di stare a casa durante questa lunga pandemia. Ecco perché gli allentamenti delle misure restrittive e le riaperture di bar e ristoranti all’aperto, in Spagna e in Belgio, hanno avuto reazioni particolarmente esuberanti. L’eccessiva voglia di festeggiare e sentirsi più liberi è finita in assembramenti  e disordini che hanno rotto le regole richiedendo l'intervento della polizia.

 

Stop al coprifuoco: spasso e chiasso a Madrid e Barcellona

A Madrid e a Barcellona, la fiesta è stata prorompente e chiassosa, quasi incontenibile. Gli spagnoli sono scesi in piazza nelle prime ore del mattino del 9 maggio per celebrare la fine dei 202 giorni di restrizioni sul coronavirus a livello nazionale - per lunghi mesi - avevano limitato i viaggi tra le regioni, vietato la gran parte delle riunioni sociali e sottoposto i cittadini al coprifuoco dallo scorso autunno. Migliaia di persone si sono radunate nelle piazze centrali in tante città per annunciare la fine delle misure di quello che ricorderanno come lo “stato di allarme” adottato dal Governo Sanchez lo scorso 25 ottobre.

I video diffusi sui social media hanno mostrato gruppi di persone che bevevano e cantavano nella Puerta del Sol di Madrid. A Siviglia, i media locali hanno riferito che folle di canti di gruppo hanno intonato, ammassate ed ubriache, le note di “Bella Ciao” allo scoccare della mezzanotte.

 

Cannoni ad acqua negli scontri di Bruxelles

La riapertura dell’8 maggio ha visto anche in Belgio il caos degli assembramenti di massa in città. È il caso di Bruxelles e Lovanio dove migliaia di persone, studenti e giovani si sono accalcate nei punti di ristoro dei parchi e nei ristoranti o bar con terrazza.

Nonostante le condizioni meteo tutt’altro che piacevoli, si è  registrato un afflusso di oltre 1.000 persone riuntesi per festeggiare il ritorno alla socialità tra la Place Flagey della capitale belga e l’Abbaye de la Cambre, lanciando persino fuochi d’artificio e reagendo in modo violento quando la polizia ha tentato di liberare la piazza durante le prime ore del 9 maggio. La polizia ha dovuto ricorrere all’uso di un cannone ad acqua dopo che alcuni agenti sono stati colpiti. Tristi le immagini del disordine lasciato alla fine degli scontri (sedie rotte, tavoli buttati vicino alla strada, oggetti abbandonati, bottiglie, pezzi di vetro sui marciapiedi e altri rifiuti simbolo di un vandalismo incontrollato) in un giorno che si sarebbe comunque potuto godere – in serenità, disciplina e buon senso “civico” - attenendosi alle nuove regole messe a punto per tenere bassi i tassi i contagi.

 

In Grecia si torna in spiaggia

Nel frattempo, le spiagge in Grecia sono state riaperte in vista della stagione turistica ufficiale del 14 maggio. Ma le misure che includono la distanza sociale, l’uso della mascherina e le altre norme igieniche anti-virus rimangono in vigore. I musei riapriranno la prossima settimana ed entro metà giugno anche i cinema all’aperto. Il Governo di Atene ha saputo tenere bene sotto controllo la prima ondata di pandemia del 2020. Ma una recrudescenza dei casi aveva spinto i servizi sanitari al limite tale da far disporre un secondo blocco a novembre.

 

Un plank da 200 secondi: protesta Social per tornare in palestra

Intanto, c’è chi lancia un messaggio di protesta attraverso gli account social per chiedere la riapertura dei centri fitness. È l’iniziativa lanciata dal marchio olandese Basic Fit a cui hanno aderito in tanti, a partire da chi ha continuato ad allenarsi nei parchi o a casa durante il lockdown parziale. Il video da 3 minuti postato sul Web, che li ritrae in posizione plank mentre fanno 200 addominali al giorno, lancia un chiaro appello con l’hashtag #OuvreMaSalle: sono 200 i giorni trascorsi da quando il settore del fitness ha chiuso le porte: la richiesta è che i Governi (soprattutto di Francia, Paesi Bassi, Belgio e Spagna) diano il via libera al ritorno in palestra.

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