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Pensione 2021: 5 anni prima con contratto di espansione, Sostegni Bis

Nel decreto Sostegni bis un pacchetto di misure per far fronte a fine blocco licenziamenti: estensione contratto espansione e contratto ricollocazione

Pensione 2021: 5 anni prima con contratto di espansione, Sostegni Bis

Pronto un pacchetto di misure studiato ad hoc dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in vista della scadenza del blocco dei licenziamenti imposto dal governo.

 

Le misure entreranno a far parte del decreto Sostegni bis da 40 miliardi di euro contenente nuovi aiuti Covid, la cui approvazione è attesa entro la fine della prossima settimana.

 

Decreto sostegni bis: in pensione 5 anni prima con contratto espansione

Il decreto Sostegni bis o decreto Imprese vedrà la luce molto probabilmente la prossima settimana, secondo quanto indicato dal premier Draghi.

 

In arrivo 40 miliardi di euro di aiuti a imprese, lavoratori e famiglie in difficoltà causa Covid ma anche importanti misure sul lavoro in vista della scadenza del blocco dei licenziamenti del 30 giugno 2021, nonostante i sindacati chiedano una ulteriore proroga fino ad ottobre per tutti.

 

Il ministro del Lavoro ha messo insieme una serie di misure paracadute per evitare un’ondata di licenziamenti, puntando molto sull’estensione del contratto di espansione. In particolare, verrà data la possibilità di mandare in pensione in via anticipata un lavoratore a cui mancano 5 anni di lavoro anche alle aziende con più di 100 dipendenti mentre sinora il limite minimo era di 250.

 

Al lavoratore spetterà una indennità di accompagnamento alla pensione fino al maturamento dei requisiti per lasciare il lavoro, per una cifra simile alla pensione maturata dal lavoratore.

 

In poche parole l’Inps pagherà la pensione anticipata al lavoratore fino al giorno in cui avrà diritto alla pensione di vecchiaia anche se a farsene carico sarà l’azienda di provenienza del lavoratore. Il vantaggio per l’azienda sta nella riduzione dei costi visto che dalla cifra versata al lavoratore verrebbe sottratta anche l’indennità di disoccupazione Naspi.

 

Il lavoratore, invece, potrà decidere liberamente di trovare un nuovo lavoro grazie ad un contratto di rioccupazione.

 

Blocco licenziamenti, allo studio un contratto di ricollocazione: cos’è

Allo studio del ministro Orlando anche un contratto di ricollocazione da applicare a tutti i settori economici dopo la fine della cassa integrazione Covid. Si tratta di un contratto a tempo indeterminato legato alla formazione e ad un periodo di prova di 6 mesi, con sgravi contributivi al 100% da restituire nel caso in cui non si procede all’assunzione del lavoratore.

 

Per i settori maggiormente colpiti dal Covid, come ristorazione e turismo, invece, la fine del blocco dei licenziamenti scatta ad ottobre. Per questi comparti si starebbe pensando ad un esonero contributivo al 100% per i lavoratori confermati dopo la fine del blocco ai licenziamenti e della cig Covid.

 

Si parla anche di un contratto di solidarietà per le imprese che hanno subito un calo di fatturato del 50%, per portare la retribuzione al 70% ma con l’impegno di mantenere inalterati i livelli occupazionali.

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