La polemica dello spritz

La sfida francese allo Spritz: vino argentino al posto del Prosecco

Nasce la “guerra dello Spritz” tra Italia e Francia. Il gruppo Lvmh, che detiene il brand Moet Hennessy, punta all’aperitivo creando la propria ricetta chic

La sfida francese allo Spritz: vino argentino al posto del Prosecco

Lo spritz è uno dei cocktail più amati in Italia, ufficialmente inventato in Veneto ma ormai molto conosciuto anche all’estero.

Preparato con prosecco, Aperol (o Campari), seltz o soda, è stato riconosciuto ufficialmente come cocktail nel 2011. In questi ultimi giorni è salito alla ribalta per esser motivo di “contesa” tra Francia e Italia.
Il colosso francese Lvmh, che racchiude diversi brand di lusso e ha tra i suoi marchi anche Moet Hennessy- produttore del vino frizzante della tenuta Chandon in Argentina, simile al Prosecco, da non confondere con lo champagne Moet & Chandon- ha deciso infatti di lanciare sul mercato europeo lo “Chandon Garden Spritz”. Ossia una nuova versione dello Spritz: quasi un “affronto” alla tradizione veneta.

 

Come e dove nasce lo Spritz

L’origine dello Spritz viene fatta risalire al periodo della dominazione austriaca nel lombardo-veneto, nell’'800.

I soldati austriaci avevano infatti l’abitudine di “allungare” il vino veneto, ritenuto troppo "forte", con acqua frizzante.

Ma la versione che conosciamo oggi è nata probabilmente tra gli anni venti e trenta del Novecento, quando il cocktail ha iniziato ad essere “colorato” dal bitter: a Venezia veniva utilizzato il Select.

Oggi ogni città rivendica le proprie tradizioni, con l’utilizzo di vino bianco frizzante a Padova, il Prosecco a Treviso, il vino bianco fermo a Venezia; è poi ci sono appunto il Select, l’Aperol, il Campari. Ma la versione francese interviene su tutti gli ingredienti.

 

Chandon Garden Spritz: quali sono gli ingredienti?

La proposta Chandon Garden Spritz prevede vino Chandon frizzante bianco da vigneti argentini, con l’aggiunta di un liquore ottenuto da un macerato di bucce di arance di varietà Valencia, e un mix di erbe e spezie “segreto”.

Il cocktail già pronto in bottiglia è in vendita (a 19 euro) anche attraverso l’ecommerce del sito dedicato al prodotto.

Questa sfida allo spritz italiano ha avuto delle ripercussioni in Borsa, secondo gli analisti: nei giorni scorsi il titolo Campari (che produce l’Aperol) ha subìto una lieve flessione.

Riuscirà la ricetta francese a insediare quella italiana? I produttori di Prosecco non sembrano affatto preoccupati.

Luca Giavi, direttore generale del Consorzio Prosecco Doc, intervistato da Repubblica, ha infatti sottolineato: “Ciò che funziona viene imitato. È l’altra faccia del successo, un meccanismo fisiologico: come noi guardiamo con interesse cosa succede a casa d’altri, altrettanto fanno i nostri competitor. Fa però piacere che una volta tanto siano i francesi a inseguire un fenomeno tipicamente veneto e italiano”.

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