Brindisi analcolici

In arrivo il vino “dealcolato”: Europa in pressing per l’alcol-free

Tra i motivi la crescita della richiesta di questi prodotti nel Nord Europa, in Asia e Cina. No dei produttori italiani, forse “salvi” i Doc e gli Igp

In arrivo il vino “dealcolato”: Europa in pressing per l’alcol-free

Quella in arrivo si annuncia come una vera rivoluzione, almeno in Italia: pensare di produrre vino che non sia alcolico. La spinta arriva dall’Unione europea, impegnata ad armonizzare le norme che sono già entrate in vigore in alcuni paesi come la spagna e la Germania, che prevedono di poter chiamare “vino” anche bevande senza alcol. In Italia, invece, per essere tale il vino deve avere almeno 9 gradi. La sfida, però, è anche culturale.

 

Il vino “dealcolato”

La birra analcolica è già realtà, anche nel nostro Paese, ma si può pensare di arrivare al vino senza alcol? Secondo l’Unione Europea è una strada percorribile, tanto che la bozza del Regolamento comunitario n. 1308/2013, è attualmente in discussione a Bruxelles tra Commissione-Parlamento-Consiglio, prevede di autorizzare nell’ambito delle pratiche enologiche l’eliminazione totale o parziale dell’alcol.

Spagna e Germania hanno già avviato la pratica, ma per l’Italia sarebbe in contraddizione con la normativa nazionale, perché un prodotto per poter essere chiamato “vino” deve presentare una gradazione alcolica di almeno 9 gradi.

In realtà la definizione di vino “dealcolato” o “parzialmente dealcolato” era già prevista da un articolo (il n.193) del regolamento dell’Organizzazione comune di Mercato (Ocm) del 2018. Perché un prodotto sia “dealcolato” deve avere un tasso alcolemico non superiore a 0,5% vol., perché sia “parzialmente dealcolato” deve rientrare tra lo 0,5% e il tasso previsto dal singolo Paese di produzione, che appunto in Italia è il 9%.

 

Le proteste italiane

La possibilità di chiamare vino anche una bevanda con un livello alcolico così basso ha creato qualche polemica, soprattutto da parte di chi ritiene che si tratti di “vino annacquato”. Una decisione ufficiale, però, è in dirittura d’arrivo. I Paesi Ue potrebbero adottare le modifiche già il 26 maggio.

 

Doc e Igp “salvi”

In realtà il processo di “dealcolizzazione” potrebbe interessare solo i vini da tavola esclusi da denominazioni di origine. In particolare i Doc e Igp ne sarebbero esclusi, almeno dalla dealcolizzazione totale, mentre sarebbe ammessa quella parziale. Diversamente, per tutti gli altri prodotti si potrebbe procedere con l’azzeramento della gradazione, purché il processo sia riportato ben in evidenza in etichetta. I vini alcol free sono molto diffusi e apprezzati soprattutto nei Paesi del Nord Europa, oltre che in Asia e in Cina, dove si assiste a un vero e proprio boom, quindi le ragioni “economiche” e di business hanno spinto a introdurre le novità.

 

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