cibo e salute

Farmacia Alimentare, curarsi con il cibo (e i menù di Niko Romito)

È nata ad Aprilia (Latina) Farmacia Alimentare, un luogo dove grandi protagonisti sono nutrizione e alta cucina per un nuovo concetto di salute e benessere

Farmacia Alimentare, curarsi con il cibo (e i menù di Niko Romito)

Una farmacia, certo, ma anche un bistrot. Un luogo accogliente e unico nel suo genere, dove il cibo diventa “motore del benessere” e “strumento per l’educazione alimentare”. Da una parte si acquistano i farmaci, dall’altra ci si concede una colazione, un pranzo o una cena per continuare a “curarsi”.


La Farmacia Alimentare è un progetto promosso da Marco Cecchini, amministratore di attività pharma, insieme alla sorella Elena, con la collaborazione dell’Accademia Niko Romito e del nutrizionista Ferdinando A. Giannone.


Alla Farmacia Alimentare, che ha aperto le porte giovedì 10 giugno ad Aprilia, è possibile acquistare prodotti di qualità, mangiare ai tavoli oppure portare il cibo a casa. Ma anche ricevere consulenze sui piatti da ordinare, oppure indicazioni nutrizionali personalizzate.

 

Farmacia Alimentare, un progetto innovativo

La missione della startup Farmacia Alimentare è pensare al cibo come supporto alla terapia. Un’alimentazione equilibrata e l'educazione alimentare diventano un modo per essere e restare in salute. Perché tutto dipende da come il cibo viene consumato e in che dose: ed è per questo che nel menù di Farmacia Alimentare non ci sono rinunce.

 

Risultato di un vero e proprio “gioco di squadra”, racchiude piatti gustosi ma che rispecchiano appieno la mission del progetto. E ce n’è per tutti i gusti: dal celebre maritozzo con la panna per colazione (per la gioia dei golosi), alla parmigiana di melanzane, passando per il roast beef di vitello con salsa alle alici, pizze e panini. Ogni piatto ha una base vegetale: le materie prime sono accuratamente scelte e accostate pensando al benessere del corpo. Il maritozzo, ad esempio, è realizzato con un impasto simile a quello del pane, quindi a base d’acqua con un tocco dolce. Non ci sono né burro né derivati del latte: il ridotto apporto sia di grassi saturi che della percentuali di zuccheri non lasciano quel gusto “persistente” in bocca e lo rendono adatto anche da essere consumato tutti i giorni.

 

Le melanzane alla parmigiana non contengono lattosio, ma al contrario sono ricche di fibre, minerali e vitamine; il pollo alla curcuma e pistacchi è fatto con un petto di pollo biologico, cotto a bassa temperatura, poi condito con una salsa al latte di mandorla e curcuma che quindi richiama la ricetta indiana al curry.


Ma com’è nato questo progetto così particolare?

«L’idea era dietro l’angolo e arriva dall’ascolto delle problematiche dei nostri pazienti» racconta Marco Cecchini, giovane fondatore della startup. «Molti di loro venivano in farmacia per patologie legate per esempio al reflusso gastro-esofageo, alla gastrite, spesso con un piano terapeutico importante. Quando i farmacisti chiedevano come mai dovessero prendere farmaci e palliativi, informandosi anche sul tipo di alimentazione che non doveva prevedere eccessi, le risposte più frequenti erano: ‘Vado di corsa, mangio quello che capita quando sono al lavoro, ho bisogno di una valvola di sfogo, mi consolo con il cibo’.

Quindi scelte squilibrate per apporto nutrizionali e patologia.» E così ha iniziato a farsi strada il progetto di un "format" che potesse andare incontro ai ritmi dei nostri giorni, creando un menù "democratico nei prezzi e nel gusto", ma bilanciato nutrizionalmente. Piatti salutari e super gustosi che permettono di stare bene tutta la settimana e che siano di supporto nel caso di processi infiammatori e disturbi

Pensando a un piatto “leggero”, viene subito in mente l’insalata: «Ma in realtà ci sono ricette legate alla tradizione che hanno un giusto equilibrio tra proteine, carboidrati e fibre, con riflessi nel breve periodo anche come supporto della cura farmacologica» spiega Cecchini.

 

Dopo un “corteggiamento” di tre mesi, lo chef 3 stelle Michelin Niko Romito ha deciso di sposare appieno il progetto di Marco ed Elena, coinvolgendo anche la sua Accademia e uno degli Chef tutor, Davide Mazza. «Quando mangia, l’uomo non si limita a consumare alimenti, ma li pensa e li immagina. Sono sempre più convinto che la responsabilità ed il ruolo di un cuoco moderno sia quello di avvicinare la comunità al cibo attraverso l’educazione alimentare e dare un senso al significato più autentico del cibo e alla forte correlazione che c’è con la salute ed il benessere dell’uomo, come l’unica cosa in grado di metterci profondamente in relazione con noi stessi e con gli altri» ha dichiarato lo chef abruzzese.

 

L’inaugurazione di Farmacia Alimentare ad Aprilia

«L’inaugurazione è andata benissimo, le persone stanno già tornando» racconta Cecchini. E La scelta di aprire la Farmacia Alimentare in una cittadina di provincia non è casuale. «Aprilia è una città di 80 anni, con 80mila abitanti, con un certo tessuto sociale, dove la risposta a un’educazione alimentare sarebbe stata più importante». Scegliere una grande città come Roma o come Milano, avrebbe probabilmente attirato molte persone, spinte dalla curiosità. Ma l’obiettivo di Farmacia Alimentare è creare un buon livello di consapevolezza sull’alimentazione come supporto dell’organismo e diventare un luogo chiave per la comunità.

Da Farmacia Alimentare si possono infatti trovare pietanze utili per la salute di capelli, pelle e unghie, passando per cibi adatti anche a chi soffre di ipercolesterolemia, diabete o ipertensione; senza dimenticare gli sportivi, chi affronta periodi particolari come gravidanza e allattamento, oppure stress e insonnia.

Ma quali sono i piani per il futuro? Farmacia Alimentare aprirà anche altrove? «Ce lo stanno chiedendo tutti» sottolinea con un sorriso Cecchini. «Lavoriamo con un’organizzazione precisa, garantiamo un certo standard per i prodotti e per le tempistiche di lavorazione, il ‘pacchetto’ c’è e quindi potrebbe essere replicato. Ma ora ci prendiamo del tempo per valutare quella che io chiamo la ‘versione beta’ e come il territorio reagirà al nostro progetto.»

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