Vaccini - Il punto

Vaccini, a quando la terza dose. Nel Regno Unito da settembre

Londra decide di procedere con il terzo richiamo. Intanto bocciatura definitiva del siero tedesco Curevac. La variante Delta preoccupa l’Italia. Il punto

Vaccini, a quando la terza dose. Nel Regno Unito da settembre

Il governo britannico e il Servizio sanitario nazionale (Nhs) hanno deciso: la terza dose del vaccino anti Covid sarà somministrata a partire da settembre. A raccomandare il richiamo, che arriva dopo le prime due inoculazioni, sono stati gli esperti del Joint Committee on Vaccination and Immunisation.

 

Cambio di rotta, dunque, dopo che in un primo momento Londra aveva dato la precedenza alla somministrazione della sola prima dose, posticipando le date del secondo richiamo.

L’obiettivo è aumentare la protezione contro le varianti e in particolare la variante Delta, che sta causando un aumento dei contagi, oltre i 20mila al giorno.

 

Sempre dall’estero, intanto, arrivano notizie riguardo al siero anti-Covid tedesco CureVac, che ha ricevuto una ulteriore bocciatura. Il punto.  

 

Terza dose: quando e per chi in UK

La precedenza, nell’ulteriore richiamo, sarà data agli over 50 residenti nel Regno Unito e le persone più giovani cui sia già stata prescritta in passato la vaccinazione anti-influenzale. Il nuovo ciclo vaccinale, secondo Downing Street e gli esperti sanitari britannici, dovrà essere completata entro l’inizio inverno, e mira a offrire una maggiore copertura soprattutto ai soggetti fragili.

 

Bocciatura definitiva per CureVac

Intanto i dati definitivi sui test del vaccino CureVac confermano che il siero tedesco non soddisfa le aspettative e non raggiunge la soglia minima di efficacia del 50%, richiesta dall’Oms per procedere con le richieste di autorizzazione.

 

Secondo quanto emerso si ferma al 48%. L'azienda farmaceutica ha però fatto sapere che risultati leggermente migliori sono giunti tra le persone di età compresa tra 18 e 60 anni rispetto ai gruppi di età più avanzata, con un'efficacia che sale al 53%. Secondo CureCav, a complicare la sperimentazione e dunque a inficiare l’efficacia del farmaco sarebbero state le varianti.

 

Variante Delta in Italia

Intanto si monitorizza proprio la diffusione della variante Delta in Italia, che secondo il virologo Fabrizio Pregliasco, dell’Università degli Studi di Milano, diventerà prevalente entro 2-3 mesi.

 

Anche il presidente dell’Aifa, Giorgio Palù, concorda. “È possibile che la variante Delta diventi dominante anche in Italia. Ma non bisogna spaventarsi sebbene sia più contagiosa. Il processo evolutivo di un virus pandemico consiste nell'adattarsi sempre di più alla specie ospite e non nel diventare più virulento, pena la sua stessa estinzione. Capiremo presto se abbiamo a che fare con un ceppo che dà luogo a manifestazioni meno gravi avendo come bersaglio le vie respiratorie superiori, naso e faringe” ha spiegato Palù, che è anche componente del Comitato tecnico scientifico.

 

In un’intervista al Corriere della Sera ha raccomandato di non dimenticare “le precauzioni base, soprattutto l'uso della mascherina nei luoghi affollati e al chiuso”.

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