diete e salute

Cos’è il Craving, la voglia irrefrenabile di mangiare (da stress)

La pandemia da Covid ha fatto aumentare un fenomeno legato dalla fame psicologica o emotiva. Ecco come riconoscerla e perché non fa solo ingrassare

Cos’è il Craving, la voglia irrefrenabile di mangiare (da stress)

La pandemia ha fatto aumentare i chili degli italiani. Complice il lockdown della prima ondata, con l’impossibilità di uscire o la restrizione alle attività, ma anche lo stress associato alla crisi sanitaria, il peso medio degli italiani è aumentato. Secondo un sondaggio, commissionato da Allurion Technologies e condotto su un campione di oltre 3.000 persone, quasi la metà dei connazionali (49%) ha messo su 6,5 kg ciascuno.


Ma la “colpa” non sarebbe solo legata alla riduzione dello sport e dei movimenti in generale, bensì da una sorta di “fame nervosa”, chiamata Craving: è quella che spinge ad aprire il frigorifero o la dispensa e a mangiare quasi senza freno. Ecco perché viene e come affrontarla per evitare danni alla salute e un aumento del girovita.

 

Cos’è il Craving

Ci si è mossi di meno e si è mangiato mediamente di più, o comunque in modo differente, preferendo pane e pizza (con un aumentato del 59% del consumo di farina e lievito durante il lockdown della prima ondata di pandemia Covid).

 

Il risultato è stato un aumento di peso, legato però alla improvvisa voglia di mangiare, avvertita dal 4% di italiani durante il periodo trascorso in casa. In una parola il Craving, legato più che alla fame vera e propria, per motivi fisici, a quella “psicologica”.

 

La fame psicologica (o emotiva)

Il tema non è nuovo, ma la pandemia pare abbia accentuato negli italiani (e forse non solo) la voglia di cosiddetto Comfort Food, ossia di quei cibi preferiti ai quali si ricorre quando si vive un periodo o una condizione di stress.

 

Oltre alle motivazioni psicologiche che spingono a mangiare senza una reale necessità “fisica”, ma piuttosto emotiva, c’è un fattore legato a processi biologici: l’assunzione di alimenti “di conforto”, come dolci o patatine, pizza, ecc., stimola la produzione di endorfine, cioè quei neurotrasmettitori in grado di restituirci buon umore.

 

Lo stesso vale per ormoni come la serotonina e la dopamina, che giocano un ruolo importante nel senso di soddisfazione, sazietà e benessere. Proprio la dopamina, per esempio, fa da precursore per la sintesi di altri due ormoni come l’adrenalina e la noradrenalina, che determinano attenzione, stato vigile e senso di frenesia.

 

Come ricordano gli esperti, in genere gli alimenti ricchi di zuccheri aiutano la produzione di serotonina, mentre quelli più grassi hanno un’azione diretta sulla dopamina.

 

I chili di troppo

Il risultato di un periodo di maggiore stress e ansia, però, è che per molti italiani è aumentato il ricorso proprio al Comfort Food che, in assenza di adeguata attività fisica, si è tradotto in un aumento di peso.

 

Secondo il sondaggio di Allurion Technologies, riportato da La Repubblica, il 40% degli italiani è insoddisfatto del proprio peso, il 37% lo è delle relazioni sociali (37%) e della loro qualità (35%), mentre per il 34% le preoccupazioni economiche hanno contribuito allo stress generale.

 

Questo, a sua volta, è dato dal pensiero dei chili di troppo accumulati (23% dei casi) e dalla diminuzione del proprio stato di forma muscolare (16%).

 

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA