L’origine del virus

Coronavirus, Cina pronta ad ammettere la fuga dal laboratorio

Secondo indiscrezioni di stampa Pechino potrebbe ammettere l’errore. Il virus sarebbe sfuggito da Wuhan. Trattative Usa-Cina, pronta a punire i responsabili

Coronavirus, Cina pronta ad ammettere la fuga dal laboratorio

Tiene banco l’origine del coronavirus, che ha causato la pandemia Covid mondiale. Su pressione degli Stati Uniti, la Cina potrebbe ammettere quanto finora ha invece negato, cioè che il Sars-Cov2 sarebbe “sfuggito” accidentalmente dal laboratorio di Wuhan, primo focolaio globale, dove gli esperti lo stavano studiando.

 

La notizia è stata anticipata in esclusiva da Tgcom24, secondo cui è in corso una trattativa delicata tra Usa e Cina proprio per giungere a fare chiarezza sul caso.

 

Virus “in fuga” da Wuhan

“Il virus SARS-CoV-2 sarebbe sfuggito accidentalmente dal laboratorio di Wuhan dove è stato studiato: è questa la versione che la Cina, sulla base di lunghe indagini, sarebbe pronta ad ammettere”. Così il Tgcom24 rivela la trattativa che sarebbe in corso tra Washington e Pechino proprio per giungere a un chiarimento sull’origine della pandemia causata dal coronavirus.

 

Secondo le indiscrezioni di stampa, gli Stati Uniti avrebbero accettato la versione cinese, secondo cui le autorità cinesi che indagano sulle cause della diffusione del virus avrebbero fatto chiarezza solo di recente. In particolare, sembrerebbe che Pechino sia stata informata solo dopo oltre un anno della fuga del virus dal laboratorio dove lo si stava studiando.

 

Pechino pronta a punire i responsabili

Tra le rassicurazioni giunte dalla Cina non ci sarebbe solo un’ammissione di “colpa”. L’intenzione sembra quella di voler “punire” i ricercatori che avrebbero tenuta nascosta la verità e che dunque non avrebbero permesso di informare la comunità internazionale dell’accaduto né di prendere provvedimenti a tutela della salute generale e per contenere la diffusione del virus.

 

La svolta dopo le indagini Usa

Il cambio di rotta da parte delle autorità cinesi, che hanno sempre negato la teoria della “fuga” del virus dal laboratorio sarebbe arrivato solo di recente e di fronte alla crescente pressione degli stessi Usa.

 

Non a caso a fine maggio il Presidente americano, Joe Biden, avrebbe incaricato ufficialmente i servizi segreti statunitensi di indagare sull’origine del coronavirus, dando loro non più di 90 giorni per fornire risposte chiare in un apposito report.

 

Da Trump all’Oms: pressioni crescenti su Pechino

Il pressing su Pechino è aumentato progressivamente col passare dei mesi. Il primo a sostenere la tesi della fuga da un laboratorio cinese era stato l’ex Presidente Usa, Donald Trump, che ha sempre bollato il Sars-Cov2 come “China virus”. La sua, però, era apparsa in un primo tempo soprattutto una presa di posizione contro Pechino.

 

Di recente, invece, anche il virologo Anthony Fauci aveva dichiarato pubblicamente di ritenere plausibile che il virus fosse uscito da un laboratorio cinese.

 

Infine, pochi giorni fa anche il direttore dell'Organizzazione mondiale della Sanità, Ghebreyesus, aveva dubitato le conclusioni del rapporto dello scorso marzo della stessa Oms che definiva improbabile che il Sars-Cov2 fosse uscito accidentalmente dal centro ricerche di Wuhan.

 

Non solo. Il numero uno dell’Oms aveva esortato a organizzare una nuova missione in Cina, “per proseguire le ricerche sull'origine del coronavirus, anche nei laboratori, c'è stata una spinta prematura a escludere la teoria del virus fuggito dal laboratorio di Wuhan". Secondo Ghebreyesus “All'inizio della pandemia non tutti i dati sono stati condivisi. Chiediamo alla Cina di essere più aperta, trasparente, collaborativa. Dobbiamo la verità a milioni di morti".

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