Pagelle Champions League

Valutazioni di Champions League 2021-22: il percorso delle italiane

È terminata dopo cinque mesi la prima parte della Champions League, che ha chiuso giovedi la fase a gironi. Tra le delusioni di Pioli e la gioia di Allegri

Valutazioni di Champions League 2021-22: il percorso delle italiane

Dopo un'infinità di partite spettacolari, che hanno illuminato il palcoscenico della Champions League, termina la fase a gironi per le varie partecipanti europee. Tra queste vi sono anche le quattro squadre italiane: Inter, Juventus, Milan e Atalanta. L'impresa di superare il girone è riuscita solo a due di loro, anche se tutte nelle varie gare giocate hanno dato una buona dimostrazione. L'Inter passa da seconda, dietro al Real Madrid, mentre dall'altra parte della città i rossoneri arrivano addirittura ultimi. Juventus in testa nel girone con i Campioni d'Europa, Atalanta fuori nell'incontro secco con il Villarreal. Quali sono le valutazioni dei club italiani in questi primi cinque mesi di torneo internazionale?

 

Le pagelle delle italiane in Champions:

Le promosse:

Juventus voto 9: Quando vi è da criticare questa squadra, tutti sono in prima fila, soprattutto durante l’ultimo periodo negativo, in cui sono stati tartassati dall'inizio alla fine. Sotto ogni punto di vista. Eppure non si dovrebbe sottovalutare l’impresa tecnica di superare un girone composto da team ardui da battere. Allegri non si è mai fatto intimorire dal livello generale delle altre rose, lasciando un'impronta netta su tutti i campi in cui i suoi ragazzi hanno giocato, portando a casa un bottino di 5 sfide su 6 da vittoriosi. Lo scontro era principalmente con il Chelsea, che si è presentato da campione dello scorso torneo, con la voglia di ripetersi. Il doppio incontro ha fatto capire diverse cose: in primis che quando giocano in casa, i bianconeri riescono ad avere un’atteggiamento più responsabile, con una concentrazione maggiore. 

 

Affrontano le gare con l'idea del “corto muso”, che è la rappresentazione perfetta dell'idea calcistica messa a punto dal tecnico livornese, amante da sempre del “risultato sicuro”, preferito al cosiddetto bel gioco. Assicurare il risultato con due vittorie ai danni del Malmo è stata la prova che una “mentalità Juve” ancora esiste eccome, ma la paura di non essere più i migliori ha messo in confusione l'intero ambiente. Il dovere è minimo per molti, ma sulla doppia sfida con lo Zenit vi è poco da dire. I russi potevano rappresentare una minaccia calcistica non da poco, in modo particolare durante i mesi di difficoltà affrontati dal club piemontese. 

 

Tra i vari protagonisti possiamo nominare su tutti Dybala, capocannoniere del gruppo nelle coppe europee, con goal straordinari al limite dell’area. Le sue reti hanno fatto la differenza, risultando ancora una volta un vero leader per tutti. Se gli infortuni non lo distruggeranno, sarà lui il diamante di ogni schema dell’allenatore. Anche Chiesa, seppur con discontinuità è riuscito a dare una mano non indifferente. Infatti il suo goal contro i blues alla fine ha pesato e non poco, aiutando così il raggiungimento della vetta. Meglio la difesa, al di fuori della partita a Londra, le reti subite sarebbero state giusto due. Centrocampo che invece, al contrario degli altri reparti, si è rivelato poco incisivo, in modo particolare a livello realizzativo dove il solo Bernardeschi è riuscito a contribuire alle vittorie. Un vetta che psicologicamente aiuterà il gruppo a riacquisire certezze. 

 

Inter voto 8: Dopo tre stagioni, tra Spalletti e Conte, finalmente i nerazzurri ottengono uno degli obiettivi chiave della stagione: ottenere il pass per la seconda fase della prestigiosissima Champions League. In due anni non erano riusciti a lasciare un'impronta reale nella competizione, terminando terzi per entrambe le volte. Cos'ha portato in più Inzaghi allora? Intanto la concretizzazione. Saper vincere le sfide chiave con Sheriff e Shakhtar è stato lo scalino aggiuntivo ad un percorso costruito con grande pazienza e intelligenza. La differenza la fanno i singoli e la doppia sconfitta con il Real Madrid è stata giocata alla pari, ma con più cattiveria sotto porta da parte dei Blancos.

 

Inzaghi si è basato sull'esperienza di alcuni, come Dzeko, essenziale nella gara contro De Zerbi, dove ha tirato fuori la freddezza, la tecnica e soprattutto la leadership. Lui così come Perisic, vera rinascita della stagione, in modo particolare nelle sfide europee, in cui ha dimostrato di avere spunti superiori alla media. Capace di fare una doppia fase ineccepibile, sia a livello di inserimento, che difensivamente parlando. Qualcuno ha peccato, come Barella, forse acerbo in certe situazioni, nonostante sia un patrimonio per i nerazzurri e un giocatore di una maturità generalmente unica. Forse la forte pressione in certe sfide lo ha limitato. Così come Dumfries, a cui è stato preferito Darmian, visto che non ha lasciato le tracce decisive, come Hakimi, che in molti speravano di vedere. 

 

Come è normale che sia la seconda posizione non da mai certezze assolute, visto che l'avversario verrà pescato tra le teste di serie. I pericoli sono diversi, ma dopo aver vinto uno scudetto fare esperienza su altri campi europei, dal calibro immenso, è lo step necessario, a livello tecnico e economico, per lanciare definitivamente i nerazzurri anche su strade più ambiziose. La finale di Europa League di due anni fa aveva dato l'idea di un cambiamento, ora le certezze sono l'inizio della nuova Inter

 

Le bocciate:

Atalanta voto 5,5: Bisogna sempre fare gli applausi ai bergamaschi, considerando la loro costante evoluzioni stagione dopo stagione. Va però detto che qualcosa in più se lo aspettavano tutti, nonostante si trovassero nel girone con le due finaliste della scorsa Europa League. Il livello generale delle rose è sempre stato alla loro portata e tutte le loro prestazioni sono sempre state di alto livello, con risultati tiratissimi sino alla fine. E all’intorno di essi che sono mancati i dettagli decisivi, quelli necessari per arrivare almeno al secondo posto. 

 

Come il primo tempo nell'ultima sfida con il Villareal, dove sono andati sotto addirittura di tre reti dopo appena cinquanta minuti, per poi segnare due reti, una dopo l'altra, tenendo la sfida aperta sino alla fine. Probabilmente una maggiore dose di impegno e concentrazione avrebbe consentito l'accesso agli ottavi, anche se i due pali non sono stati d'aiuto. Si potrebbe nominare anche la doppia sfida con lo United, dove Cristiano Ronaldo è stato decisivo negli ultimi dieci minuti di gioco, spegnendo sul finale i sogni atalantini è stato lo step mancante della Dea per dirsi capace di affrontare anche partite del genere, da giocare fino al 95esimo. Il terzo posto non è una sconfitta, anzi, consente di giocare un’Europa League da protagonista, che farà da appoggio allo strepitoso cammino in campionato. Confermarsi sarebbe stata la ciliegina sulla torta, ma la rosa non è ancora così estesa da poter reggere al massimo tutte queste competizioni. 

 

Chi è rimasto impresso nei cuori bergamaschi tra i vari volti di questa Champions League è indubbiamente Musso, che ha dato una grande mano ai suoi nelle prime 5 sfide. Le sue parate hanno fatto la differenza, soprattutto nella gara di andata con gli spagnoli, in cui ha eseguito allunghi da campione vero. Il club ha aggiunto un tassello essenziale per il futuro visto che il numero uno argentino è un'assoluta certezza. Da nominare anche Zapata, capace di segnare praticamente sempre, sostituendo al meglio il negativo Muriel. La punta fa massa in area e da un riferimento all'intera rosa quando si tratta di giocare di sponda. La sua fisicità non è facile da reggere, soprattutto nell'uno contro uno. Male la retroguardia, in particolare Toloi: non hanno dato sicurezze, mostrandosi fragili a livello di anticipi e marcature. Decisamente una sorpresa negativa, che non deve però fermare adesso le ambizioni della squadra, in grado di regalare ancora grandi gioie. 

 

Milan voto 5: Tra tutte le italiane in Champions League è sicuramente quella da bacchettare maggiormente. Indubbiamente tornare in coppa dopo tanti anni non è mai semplice, specie se il progetto ha iniziato a decollare solo nelle ultime due stagioni. L'ultimo posto però è deludente visto  il livello del club nel nostro campionato, dove ondeggia tra le prime posizioni contraddistinguendosi come una delle rose migliori. Come è possibile che in Portogallo, per ben due volte visto l'incontro con la Juventus nella passata stagione, siano riusciti a darci una lezione, nonostante il livello del torneo fosse nettamente inferiore? 

 

Probabilmente è tutta una questione mentale, considerando che Ibrahimovic, Leao, Kjaer, Kessié e tanti altri giochino nella stessa squadra formando una vera asse di guerra, vincente, anche superiore a quella dell’Atletico Madrid. Proprio gli spagnoli hanno agguantato la seconda posizione all'ultima giornata: un vero miracolo viste le loro prestazioni mediocri nelle diverse sfide giocate. Contro i rossoneri non avrebbero mai meritato quei punti, eppure la superiorità mentale, e l'esperienza hanno pagato a loro favore, eliminando di fatto il Milan dalla competizione.

 

Il terzo posto sarebbe stato d'obbligo, seppur il girone fosse probabilmente il peggiore tra tutti. Sfidare i Liverpool di questi tempi è probabilmente sconfitta certa e lo hanno dimostrato, con una certa regolarità. Alcuni meritano applausi, esordienti in una competizione così grande e capaci di mettersi da subito in luce. Come Theo Hernandez e Maignan, due muri francesi che hanno messo diverse pezze nelle gare di sofferenza. Hanno commesso errori anche loro, come è normale che sia, ma tra tutti, insieme ad un certo Messias, hanno eseguito al massimo le indicazioni del tecnico. Poco Ibrahimovic, ma non può fare tutto lui. Testa completa al campionato, per lo sprint decisivo. 

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