La riunione a Palazzo Chigi

Riforma della Giustizia: Alta Corte e nuovi CSM, in arrivo la svolta

La proposta, presentata dal Guardasigilli Carlo Nordio e dalla premier Meloni, mira a una maggiore efficienza e indipendenza del sistema giudiziario.

Riforma della Giustizia: Alta Corte e nuovi CSM, in arrivo la svolta

In un’epoca di profondi cambiamenti, la giustizia italiana si appresta a vivere una rivoluzione storica. Il dibattito sulla riforma giudiziaria, infiammato e complesso, ha trovato un nuovo capitolo nella recente riunione a Palazzo Chigi. Con la presenza di figure chiave del governo e del settore giuridico, si è delineato un futuro in cui l’efficienza e l’indipendenza della magistratura potrebbero essere rafforzate da innovazioni strutturali e procedurali.

 

Verso una nuova Giustizia 

A Palazzo Chigi si è tenuto un incontro cruciale per il futuro della giustizia nel paese. La Premier Giorgia Meloni, insieme al Guardasigilli Carlo Nordio, ha ospitato una riunione strategica con la partecipazione di Alfredo Mantovano, Paolo Sisto, Andrea Ostellari, Francesco Del Mastro, Ciro Maschio, Giulia Bongiorno e i rappresentanti della giustizia dei partiti di centrodestra. L’ordine del giorno? Un disegno di legge costituzionale che potrebbe ridisegnare il panorama giudiziario italiano.

Il Ddl presentato da Nordio, che verrà introdotto prima delle elezioni europee, propone la creazione di un’Alta Corte, un organismo destinato a giudicare i magistrati, sia quelli giudicanti che quelli requirenti. Questa novità si affianca alla proposta di separare le carriere dei magistrati e all’istituzione di due Consigli Superiori della Magistratura (CSM). Il dibattito si accende anche sulla modalità di elezione dei membri togati e sulla presidenza dei CSM, con l’ipotesi prevalente che veda il Presidente della Repubblica mantenere il ruolo di presidente dei Consigli.

 

La bozza Boato e le riserve dei magistrati

L’idea di istituire un’Alta Corte per la magistratura italiana non è una novità assoluta, ma affonda le sue radici in una proposta storica: la ‘bozza Boato’. Questo documento, elaborato dall’ex deputato Marco Boato durante i lavori della commissione Bicamerale per le riforme guidata da Massimo D’Alema, delineava già un organismo giudiziario superiore con compiti ben precisi. La “Corte di giustizia della magistratura”, come veniva definita nella bozza, avrebbe avuto il compito di gestire i provvedimenti disciplinari nei confronti dei giudici ordinari e amministrativi, nonché dei magistrati del Pubblico ministero. Un organo di tutela giurisdizionale unico contro le decisioni amministrative dei Consigli superiori della magistratura, sia ordinaria che amministrativa, composto da nove membri eletti internamente.

 

Il dibattito attuale si estende anche alla questione dell’azione penale e della sua potenziale discrezionalità, un tema che potrebbe portare alla modifica dell’articolo 112 della Costituzione Italiana. Attualmente, l’articolo prevede l’obbligatorietà dell’azione penale; la riforma potrebbe introdurre una discrezionalità, con priorità stabilite per legge.

 

La riforma della giustizia, che include la separazione delle carriere dei magistrati, è stata recentemente discussa da Carlo Nordio, che ha sottolineato l’impegno preso con gli elettori e la necessità di non allarmare la magistratura. L’Associazione nazionale dei magistrati (Anm) ha richiesto un dialogo con Nordio per offrire un contributo tecnico prima che il disegno di legge diventi effettivo. L’Anm ha espresso preoccupazioni per un possibile stravolgimento dell’assetto costituzionale. Anche l’Associazione europea dei giudici ha manifestato riserve, considerando le proposte di riforma un potenziale attacco all’indipendenza della magistratura e un pericolo per l’equilibrio dei poteri in Italia, in contrasto con gli standard europei.

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