L’opposizione interna

Alexei Navalny fa sentire la sua voce: “Putin non è la Russia”

Il dissidente russo dal carcere registra un messaggio e si rivolge alla popolazione: proteste tutti i giorni in ogni città contro l’invasione dell’Ucraina

Alexei Navalny fa sentire la sua voce: “Putin non è la Russia”

Dal carcere in cui è detenuto non lontano da Mosca il leader dell’opposizione, l’attivista Alexei Navalny, riesce a far sentire la sua voce e a rivolgersi al popolo russo invitandolo ad organizzare proteste in tutto il Paese contro la guerra di Mosca all’Ucraina. Navalny, in carcere perché condannato a una pena detentiva di anni, è riuscito a registrare un messaggio il cui  contenuto con il passare delle ore è stato ripreso dai principali organi di informazione del mondo e sta diventando virale sui social network.

 

“Chiedo a tutti di scendere in strada e lottare per la pace. Putin non è la Russia”, afferma rivolgendosi direttamente al popolo russo: “Ovunque voi siate recatevi nella piazza principale delle vostre città tutti i giorni feriali alle 19.00 e alle 14.00 nei fine settimana e nei giorni festivi. Stringendo i denti e superando la paura dobbiamo uscire allo scoperto e chiedere la fine della guerra. Ogni persona arrestata deve essere sostituita da due nuovi arrivati. Se per fermare la guerra dobbiamo riempire prigioni e furgoni della polizia, lo faremo”, aggiunge. “Non dobbiamo essere contro la guerra, dobbiamo combattere contro la guerra”. Il messaggio fa riferimento anche ai circa 7.000 arresti di oppositori che si sono registrati nella Federazione russa da quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina. “Se c’è qualcosa di cui andare fieri in Russia oggi sono quelle 6.824 persone arrestate”, fa sapere il nemico numero uno di Putin, “perché sono scese in piazza con cartelli con scritto ‘no alla guerra’”.

 

Anche la moglie di Navalny si è fatta sentire pubblicando un post su Instagram: “Putin non è la Russia”, dice, riprendendo parole usate dal marito. “Non vogliamo bombardare nessuno. Sparare a nessuno. Conquistare nessuno. Vogliamo la pace, siamo in decine di milioni. Non diventeremo complici di un crimine di guerra. E non ce ne staremo zitti. No alla guerra!”.

 

In molti sperano adesso che sul fronte interno si mobilitino i dissidenti e che l’opposizione riesca, nonostante il clima di terrore imposto dal regime con arresti e violenze verso chiunque manifesti, a riorganizzarsi e mobilitarsi. Navalny è un leader carismatico. Ha accusato più volte Putin di corruzione ed è tornato a farlo anche oggi convinto che il presidente russo stia usando l'invasione dell'Ucraina per coprire ben altro: “il furto ai cittadini russi e distogliere la loro attenzione dai problemi che esistono all’interno del Paese”. Secondo il sito indipendente Ovd-Info proteste contro la guerra in Ucraina si sono svolte oggi in 43 città della Russia, con una diffusione che non si registrava proprio dall’arresto del principale oppositore di Putin.

 

Intanto, in tarda serata, dovrebbe cominciare il secondo round di negoziati tra la delegazione russa e quella ucraina. Per tutto il giorno si sono rincorse notizie che davano come molto improbabili nuovi colloqui tra i due Paesi, invece poi è arrivata la conferma. Ma in molti pensano che quella di Mosca sia solo una trattativa-bluff visto che non interrompe le azioni di guerra sul territorio ucraino e che non abbassa i toni. “Una Terza guerra mondiale, se dovesse scoppiare, sarebbe nucleare e devastante”, ha avvertito il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov in un’intervista ad Al Jazeera.

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