Il dissenso a Mosca

Marina Ovsyannikova ricompare in una foto con il suo avvocato

La giornalista della tv di Stato russa dopo la protesta nel corso del telegiornale era scomparsa. Oggi la foto in tribunale. Rischia 15 anni di carcere

Marina Ovsyannikova ricompare in una foto con il suo avvocato

Una foto la ritrae insieme al suo legale in un aula di tribunale. Marina Ovsyannikova, la giornalista che ieri ha mostrato un cartello di protesta contro la guerra in Ucraina nel corso del telegiornale della tv di Stato russa, è viva. Di lei da ieri sera non si avevano più notizie tanto da temere il peggio. Dopo il suo gesto coraggiosissimo, che aveva anticipato pochi minuti prima con un video postato sul suo profilo Facebook, la Ovsyannikova era stata fermata dalla polizia e portata in una località sconosciuta. La foto pubblicata oggi sui social dal suo avvocato rassicura sulle condizioni della donna ma non sulle conseguenze della sua protesta. Rischia fino a 15 anni di carcere e contro di lei sarebbe già stato avviato un procedimento penale per organizzazione di una protesta non autorizzata e per divulgazione pubblica di informazioni consapevolmente false sull’uso delle forze armate russe. L’udienza si sarebbe svolta presso il Tribunale distrettuale di Ostankino di Mosca. Il processo è per direttissima. Ma da questo momento le poche notizie che si hanno su di lei appaiono su un account Twitter gestito con ogni probabilità da persone amiche. Non è visibile in Russia ma nel resto del mondo. Anche l’account Facebook non è più raggiungibile sul territorio nazionale della Federazione.

 

Sul caso Ovsyannikova è intervenuto in giornata l’Onu. Le Nazioni Unite hanno chiesto a Mosca di non punire la giornalista che ieri sera ha interrotto il telegiornale della tv pubblica in modo eclatante e con un gesto di grande impatto mediatico. Ravina Shamdasani, portavoce Onu per i diritti umani, ha spiegato che le autorità russe devono garantire che la giornalista “non debba affrontare nessuna punizione per aver esercitato il suo diritto alla libertà di espressione”. Ma è davvero difficile che ciò accada.

 

Il Cremlino ha già definito la protesta della donna “un atto di teppismo”. Ricordiamo, peraltro, che secondo quanto riporta la stampa inglese, l’amministratore delegato del canale per cui lavorava la giornalista, controllato dallo Stato, sarebbe tra gli oligarchi più vicini a Vladimir Putin. Il magnate figura tra i primi ad essere stato colpito dalle sanzioni dell’Ue. Ma la protesta di Ovsyannikova non è l’unica sul fronte dell’informazione filo-governativa russa. Oggi si registra un’altra defezione. E’ quella della giornalista Lilia Gildeeva del canale televisivo Ntv, che si è dimessa. La conduttrice prima delle dimissioni avrebbe lasciato il Paese per paura di ritorsioni e perché convinta che non avrebbero permesso di partire.

 

Intanto, il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che la Francia “è pronta ad offrire protezione consolare” alla Ovsyannikova. La protezione, secondo quanto spiega il capo dell’Eliseo, vale sia all’ambasciata che con la concessione dell’asilo. Macron si dice pronto a parlare del caso nel prossimo colloquio telefonico con il presidente russo. Questa mattina dall’Ue è arrivato il plauso al “coraggio” di quei cittadini russi che esprimono dissenso rispetto all’aggressione dell’Ucraina. E l’ultimo esempio citato a Bruxelles è proprio quello di Marina. La giornalista “ha preso una posizione molto coraggiosa” sfidando “le bugie” della propaganda del Cremlino, ha detto il portavoce dell’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Peter Stano.

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