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Il peso delle parole

Da “Diplomacy is back” a “Putin macellaio”. L’ira di Mosca verso Biden

Il presidente Usa, da Varsavia, dice: “Putin non può restare al potere”. Poi la marcia indietro della Casa Bianca: “Non parlava di cambio di regime”

Da “Diplomacy is back” a “Putin macellaio”. L’ira di Mosca verso Biden

Era gennaio 2021 quando il neopresidente statunitense si presentava al mondo e in particolare all’Europa spiegando: “Diplomacy is bak”, “L’America è tornata”.

Parole accolte con entusiasmo e calore proprio nel Vecchio Continente che vedeva nel neo inquilino della Casa Bianca un rinnovato atlantismo e un soprattutto un ritorno a toni meno aggressivi rispetto a quelli di Donald Trump.

Dopo poco più di un anno quello stesso calore si è raffreddato in pochi minuti e proprio nel pieno di una delle più gravi crisi mondiali, rappresentata dal conflitto in Ucraina.

Proprio mentre Joe Biden è tornato per la terza volta in Europa a rinsaldare i rapporti con gli Alleati europei e della Nato, il suo monito lanciato da Varsavia rischia di rallentare il difficilissimo tentativo di trovare una soluzione alla guerra in Ucraina.

 

Biden: “Putin un macellaio”

“Butcher”, poche lettere, che però sono cadute risuonando pesantemente. A definire un “macellaio” il presidente russo, è stato proprio Joe Biden parlando da Varsavia nel suo secondo giorno di visita. Per l’inquilino della Casa Bianca, che aveva definito Valdimir Putin un "killer",  il capo del Cremlino è un "un dittatore che cerca di ricostruire un impero" e che non può "restare al potere".

Biden a Varsavia ha incontrato il presidente polacco, Andrezj Duda, e i ministri degli Esteri e della Difesa ucraini, prima di tenere un discorso al Castello Reale della città in cui ha citato Papa Wojtyla. Biden ha poi detto che gli Stati Uniti ritengono un “obbligo sacro” l’articolo 5 del Trattato della Nato, secondo cui se uno Stato membro subisce un attacco, questo è considerato come offensiva diretta a tutti i Paesi dell’Alleanza e dunque causa un intervento della Nato stessa.

 

La reazione del Cremlino e la precisazione della Casa Bianca

Ma a stretto giro è arrivata la risposta da parte del Cremlino, secondo cui "i nuovi insulti di Biden a Putin restringono ulteriormente la finestra di opportunità per ricucire i rapporti tra Russia e Stati Uniti. Nelle ore convulse che sono seguite la stessa Casa Bianca ha dovuto precisare il senso dell’intervento di Biden, spiegando che "non stava parlando di un cambio di regime in Russia. Il punto del presidente era che a Putin non può essere concesso di esercitare potere sui vicini e sulla regione. Non stava parlando di Putin al potere in Russia, o di un cambio di regime", ha affermato un funzionario della Casa Bianca.

Ma ormai Mosca ha replicato, affermando tramite il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che la guida della Russia "non è qualcosa che decide Biden. È solo una scelta dei cittadini della Federazione Russa".

 

Attacco russo a Leopoli

Intanto, proprio mentre il presidente Usa parlava da Varsavia, le truppe russe hanno lanciato un pesante attacco a Leopoli, considerata la “capitale dell’ovest”, la città più vicina al confine polacco e dunque anche all’Europa. Secondo il sindaco della città, Andriy Sadovy, "con questo attacco gli aggressori mandano i loro saluti al presidente Biden che si trova in Polonia", come riferito dalla Bbc. Il primo cittadino ha spiegato, infatti, che "Leopoli è a soli 70km dalla frontiera polacca e credo che il mondo debba capire che la minaccia è molto molto seria".

 

Zelensky lancia un nuovo appello: “Servono carri armati”

“L'Ucraina "sta aspettando troppo a lungo per le armi richieste alla comunità euro-atlantica, è impossibile salvare Mariupol senza carri armati e aerei". Così il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dopo che le forze russe hanno colpito nuovamente il centro di ricerca nucleare a Kharkiv. Al momento è distrutta Chernihiv, colpito il memoriale dell'Olocausto di Drobitsky Yar, alla periferia della città, mentre secondo le autorità ucraine sarebbe stato respinto un tentativo di sbarco russo a Odessa.

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