Il futuro della Nazionale

Gli “Azzurrini” dell’U21 di Nicolato, chi sono le promesse azzurre

Sette giorni fa hanno battuto l’Irlanda del Nord, qualificandosi così al prossimo Europeo di categoria: ecco chi sono i talenti della giovane Nazionale

Gli “Azzurrini” dell’U21 di Nicolato, chi sono le promesse azzurre

Sono settimane importanti per il gruppo degli azzurri, che da pochi giorni ha concluso il primo ciclo di Nations League: tra nuovi volti e scommesse lanciate, ci stiamo avvicinando poco a poco ad una nuova era. Un maggiore spazio per i giovani talenti, che Mancini ha deciso di premiare, al contrario dei club italiani che rimangono diffidenti nel lanciare giovani.

 

Ma da dove derivano queste promesse che il Commissario Tecnico sta spingendo ad alti livelli? Indubbiamente dalla “scuderiadell'Under 21, che una settimana fa è riuscita ad ottenere la qualificazione al prossimo Europeo. Una rosa di grande talento, che esprime un calcio offensivo e ben strutturato, gestito dal tecnico Nicolato, ormai da anni un secondo padre per i ragazzini azzurri.

 

Non è un caso che da anni l’U21 riesca a lanciare sul terreno di gioco squadre di ottimo livello, seppur i risultati, sotto il punto di vista dei trofei pecchi ancora, sempre sul più bello. In questa nuova stagione però si stanno stabilizzando le idee anche tra i più giovani, visto che diversi hanno già avuto la possibilità di far i primi passi tra i grandi. Scopriamo dunque chi sono questi elementi su cui il C.T Nicolato ha voluto scommettere in vista dei prossimi campionati continentali?

 

Gli undici Azzurrini su cui scommettere:

Marco Carnesecchi (Atalanta); Nell’ultima stagione è stato protagonista assoluto della promozione a Cremona, in cui è risultato più volte decisivo per le vittorie dei lombardi. I migliori club di Serie A lo osservano (in particolare in terra laziale) sia per i suoi riflessi in allungo, che per la sua ottima gestione con i piedi. Ha addirittura fatto due assist, facendo intendere quanto sia stato al centro della manovra di squadra. È il futuro degli azzurri: il ragazzo che non ti aspetti, ma che può far sedere in panchina anche i più grandi. L’importante che torni ad essere stabile a livello di infortuni. 

 

Matteo Lovato (Atalanta): Un altro gioiello della scuderia bergamasca, che da sempre sforna talenti molto pregiati. Il centrale originario dal Veneto non ha vissuto una stagione semplice in terra sarda, giocando poco e commettendo talvolta errori di gioventù. Ha un ottimo potenziale, lo ha dimostrato con Juric a Verona due anni fa: se non si fissa nelle giocate rischiose, può sicuramente dare maggiore certezze al reparto. Adesso, proprio l’allenatore croato lo vorrebbe tra le fila granata: che sia il momento giusto per tornare grande?

 

Fabiano Parisi (Empoli): Tra le sorprese dell’ultimo campionato: un giovane che si è mostrato maturo sin da subito, rispondendo al meglio quando Andreazzoli lo ha chiamato in causa. Capace di alternare entrambe le fasi, adattandosi anche sulla fascia mancina se necessario. Tende ad essere particolarmente offensivo quando la manovra avanza, cercando di portare un supporto aggiunto al pacchetto avanzato. Dotato di ottimo cross e di una buona dote di inserimento dietro ai difensori. Anche lui potrebbe presto raggiungere un club dalle ambizioni europee.

 

Lorenzo Pirola (Inter): Un nome inaspettato, che un anno fa non si sarebbe mai immaginato di giungere in Serie A. Ha trovato spazio nel Monza, nella seconda parte di stagione, da centrale roccioso, ottenendo anche qualche “bonus” in zona goal. È infatti un pericolo sulle palle alte e per questo viene spesso cercato dai compagni. Seppur i nerazzurri puntano molto su di lui, necessita di un altro anno di prestito, per crescere ancora. Indubbiamente però Nicolato non può più rinunciare alla sua presenza sulla retroguardia e si aspetta di vederlo il prima possibile sui campi di A. 

 

Raoul Bellanova (Cagliari): Si prospetta ormai che sia un nuovo giocatore dell’Inter, dando così inizio ad una grande carriera. Nella passata stagione è stato lanciato da Mazzarri quasi per caso, risultando però intoccabile dal quel giorno: grande corsa, con allunghi impressionanti e un ottimo dinamismo in difesa, in cui si stringe spesso per aiutare i centrali. È duttile sia in una retroguardia a quattro, che in un centrocampo a cinque e spesso ha delle ottime intuizioni in zona goal. Rispetto al resto degli azzurrini, in difesa, è uno di quelli già pronto al grande salto con Mancini.

 

Samuele Ricci (Torino): Un talento di cui ormai si parla da tanto e che si è preso la scena anche nel massimo campionato italiano. Sotto l’ombra di Juric sta crescendo, risultando ottimale sia come mezzala, sia come play ad impostare la manovra. Deve indubbiamente migliorare alcuni aspetti, come il rapporto con il gol, considerando che ha degli spunti in area, che però non concretizza appieno. La sua altezza prorompente lo facilita nel recupero palla sulla trequarti, permettendo più volte di lanciare velocemente le punte: i tre assist in una singola gara non sono un caso (ultima uscita con l’U21).

 

Nicolò Rovella (Juventus): Dopo due anni di alti e bassi al Genoa è tornato dal suo club di appartenenza, la Vecchia Signora, che però sembra intenzionata a farlo crescere ancora. Infatti, nonostante sia un punto fermo dell'Under 21, non riesce ancora a dare continuità alle prestazioni in Serie A, risultando spesso “fragile”. Con l’azzurro invece si trasforma, sia a livello tattico, visto che tocca numerosi palloni durante le gare, sia a livello mentale, dove si dimostra leader, alzando anche la voce. Deve raggiungere il giusto equilibrio, per poter fare il salto di qualità definitivo. 

 

Nicolò Fagioli (Juventus): Il “predestinato”. Così lo chiamano nei vicoli di Vinovo, dove in tanti tifosi bianconeri sperano di appoggiarsi su di lui per la nuova era. Un giocatore che ha fatto vedere grandi cose lo scorso anno con la maglia della Cremonese, facendo di fatto iniziare la scalata verso la promozione. Un trequartista, bravo a difendere, che ha un tocco dolce con il pallone quando lancia lungo. SI fa spesso trovare tra le linee, dove non ha difficoltà a muoversi senza palla, creando spazi per la manovra offensiva. Un prospetto che ha fatto parlare di sé anche all’estero, considerando che diverse squadre blasonate hanno già chiesto informazioni.

 

Pietro Pellegri (Torino): Dopo anni bui, dovuti pt babilmente alla troppa fretta di lanciarlo tra i grandi, la giovane punta sta finalmente trovando la giusta dimensione. Infatti, sia tra in maglia granata (non a caso anche lui con Juric), sia agli ordini di Nicolato, sta rispondendo al meglio, segnando con continuità e aiutando i compagni a suon di sponde. Un nove classico, dotato però di una tecnica importante, che sfoggia perlopiù con delle conclusioni precise da fuori area. Ha bisogno di una nuova strada per la sua carriera, che ha tutto il tempo di ricostruire…infortuni permettendo. 

 

Nicolò Cambiaghi (Atalanta): In prestito al Pordenone, ha voluto dimostrare che ha stoffa, non piegandosi ai momenti bui che ha vissuto la squadra. È un ala capace di muoversi in tutte le zone dell’attacco, non facendo fatica a calciare con entrambi i piedi. Ha un passo svelto, specie nell’uno contro uno, dove spesso viene cercato per creare superiorità numerica in area avversaria. Un imitatore del “tiro a giro”, considerando che spesso si è messo in mostra proprio con conclusioni geometriche da fuori area. In qualcosa ancora acerbo, ma la fiducia lo farà maturare. 

 

Emanuel Vignato (Bologna): Di origine brasiliana, ha fatto molto presto il salto tra i grandi, prima al Chievo e poi al Bologna, dove Mihajlovic lo stima parecchio. Ha doti da trequartista, visto che preferisce aiutare i compagni ad andare in rete, piuttosto che concludere in solitaria. È il perfetto imbuto che collega centrocampo ed attacco, giocando così spesso in verticale quando si tratta di far girare la sfera. La sua altezza non lo aiuta a livello fisico, ma consente maggiore velocità nelle scelte tattiche, soprattutto quando si tratta di sgattaiolare dentro alla retroguardia avversaria. 

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