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Giorni cruciali

Crisi di governo, stupore e sostegno a Draghi: i nuovi commenti esteri

Mentre il premier si trova in Algeria, anche dall’estero si segue lo stallo politico. Financial Times al premier: “Settimana cruciale, non solo per l’Italia

Crisi di governo, stupore e sostegno a Draghi: i nuovi commenti esteri

"Era inevitabile che la rara stabilità portata alla politica italiana da Mario Draghi non sarebbe durata, ma mesi di tensione ribollente all'interno della coalizione italiana di governo sono traboccati la scorsa settimana quando il partito populista Cinque Stelle, un membro chiave del suo governo trasversale, ha boicottato un voto su un pacchetto di aiuti da 26 miliardi di euro destinato a sostenere le famiglie con l'inflazione in aumento".

Non ha usato giri di parole il Financial Times per commentare la crisi di governo italiana, a due giorni dall’appuntamento del premier alle Camere.

Il quotidiano economico non è l’unico a seguire le vicende italiana, ma sottolinea: "Questa settimana sarà cruciale, e non solo per l'Italia”.

 

Ft: “Crisi nel momento peggiore”

Il quotidiano britannico non ha esitato a parlare di “Una crisi politica che ha colpito Roma nel momento peggiore possibile". I motivi sono chiari: "la crisi del costo della vita, la guerra in Ucraina e il pacchetto 'anti-frammentazione' pianificato dalla Banca centrale europea", meglio noto come 'scudo anti-spread', e "l'Italia ha ancora bisogno di Mario Draghi".

Insomma, dal Financial Times è arrivato pieno sostegno al premier Draghi, così come ormai da oltre 1.000 Sindaci italiani.

 

La reazione negli Usa

Quanto sta avvenendo in Italia ha avuto molta eco anche negli Usa, dove la mossa di Conte e del Movimento 5 Stelle ha stupito: "Negli ultimi 17 mesi il presidente del Consiglio Mario Draghi è stato una rara forza unificatrice della politica italiana. Ma quel periodo si è concluso, con Draghi che ha detto che si sarebbe dimesso dopo una frattura nel suo governo di unità", rilevava il Washington Post. Anche il New York Times ha scritto di fratture "fatali" emerse dal voto di fiducia, sottolineando come "il Movimento 5 Stelle anti-establishment abbia rifiutato il sostegno innescando una crisi politica".

Il Wall Street Journal collega esplicitamente le dimissioni del premier agli effetti della guerra in Ucraina, tralasciando il casus belli del decreto Aiuti su cui i 5 stelle non hanno votato la fiducia. Secondo il quotidiano, "la coalizione è crollata a causa delle divergenze su come rispondere alle ricadute della guerra in Ucraina, lasciando la terza economia dell'eurozona in crisi politica". Draghi, scrive il Wsj, "è stato una delle voci più forti tra i leader europei a favore delle sanzioni economiche contro Mosca e delle spedizioni di armi in Ucraina. Infine, l’americana Cnbc teme che le dimissioni possano portare ad una "nuova incertezza" nel Paese.

 

I commenti in Europa: dalla Germania alla Francia

Secondo la tedesca Faz, Draghi paga il fatto di non essersi accontentato della “mezza vittoria" del voto al Senato, mentre la tedesca Deutsche Welle ha ricordato come il premier "sia stato considerato un garante del fatto che l'Italia si sarebbe attenuta alle regole dell'Ue e della Bce", sottolineando come il presidente del Consiglio abbia una "reputazione di pragmatismo che non si vede spesso nella politica italiana".

 

Il francese Le Monde non ha esitato ad attribuire la crisi ai 5 Stelle, sottotitolando come il Movimento "abbia boicottato il voto, mettendo in crisi la sua coalizione", mentre secondo il britannico Guardian Draghi è stato "snobbato" dal M5S. La Bbc ha scrive, invece, di "un collasso della coalizione" di governo italiana mentre dalla Spagna La Vanguardia parla di un'Italia che "trascina al minimo l'euro e le borse europee con il rischio di una recessione".

La notizia della situazione italiana è riportata anche dall'agenzia russa Interfax, con l’ex presidente Medvedev che era stato tra i primi a commentare la crisi, associandola anche alle dimissioni del premier britannico, Boris Johnson, e chiedendosi quale leader europeo sarà il prossimo a lasciare il governo del proprio paese.

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