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L’INDAGINE ASSIRM

Addante: “Famiglie e imprese in asfissia, rincari non più sostenibili”

Visti i dati sulle condizioni economiche delle famiglie italiane, il Presidente di Confindustria Intellect auspica un intervento immediato dal nuovo governo

Addante: “Famiglie e imprese in asfissia, rincari non più sostenibili”

Quasi una famiglia italiana su cinque (il 18%) è molto preoccupata di non riuscire a pagare le bollette di luce, acqua, gas e potrebbe trovarsi costretta a dovere scegliere cosa pagare prima tra affitto, bollette e alimenti. Questo l’allarmante scenario da bomba sociale che emerge dall’Indagine nazionale sulle condizioni economiche, attuali e prospettiche delle famiglie italiane realizzata per Confindustria Intellect da Assirm, in collaborazione con gli istituti di ricerca Bilendi, BVA Doxa e Demetra.

 

Lo studio fotografa un sentiment di preoccupazione e incertezza sul futuro, trasversale e piuttosto omogeneo nel Paese. I dati, rilevati dal 12 al 14 settembre 2022 su un campione di 1005 famiglie su tutto il territorio nazionale, disegnano uno scenario socio-economico ai limiti della sostenibilità. Per quanto riguarda i consumi, due terzi del campione analizzato (66%) dichiarano che nel corso dell’ultimo anno, escludendo mutui o affitti e bollette, le spese sono state più alte o molto più alte del solito. Considerando la situazione finanziaria attuale, il 41% delle famiglie la valuta preoccupante (piuttosto o molto, mentre il 20% la valuta molto o abbastanza tranquilla). In prospettiva futura una percentuale simile (40%) pensa che sia molto o abbastanza probabile dover fare ricorso ai risparmi per far fronte alle spese fisse dei prossimi mesi (mentre un 24% lo ritiene poco o per niente probabile). Se quasi una famiglia su cinque si dichiara molto preoccupata di non riuscire a pagare le bollette, la stessa quota (18%) è molto d’accordo sul fatto che, finita quest’emergenza, non ci si potrà occupare delle problematiche ambientali perché ci saranno problemi ben più gravi da affrontare. 

 

Le preoccupazioni delle famiglie sembrano riflettersi anche su alcuni cambiamenti nelle abitudini di acquisto. Infatti il 41% del campione dichiara di aver modificato negli ultimi dodici mesi il modo di fare la spesa in riferimento alla scelta delle marche: adesso sceglie prevalentemente le marche in promozione o meno costose. Analizzando nel dettaglio le diverse categorie di beni, quelle più voluttuarie hanno visto maggiori diminuzioni di spesa nel corso dell’ultimo anno, come prevedibile. In particolare si tratta delle spese legate ai viaggi e all’abbigliamento (rispettivamente 53% e 50% del campione), seguite dalle spese per il wellness/benessere fisico (49%), i device digitali (48%) e l’intrattenimento/svago (47%).

 

I risultati della ricerca, che hanno già fatto parlare sul Sole 24 Ore del rischio di una nuova ondata di insolvenze bancarie e del conseguente rischio per gli istituti di credito, per il Presidente di Confindustria Intellect Saverio Addante «ci restituiscono l'immagine di un Paese in asfissia. Le entrate di un italiano medio, oggi, non coprono le spese e se, come ci si aspetta, l’inverno porterà delle bollette ancora più pesanti, finiremo per intaccare il tesoretto dei risparmi per pagare le bollette. Questo vuol dire che la maggior parte degli italiani sarà costretto a tagliare qualunque spesa non essenziale, innescando un effetto domino pericolosissimo ai danni delle imprese. Stiamo andando incontro alla stagnazione: le industrie non producono perché i costi sono più alti dei possibili ricavi ma, dall’altra parte, le famiglie non chiedono perché non hanno soldi».

 

Secondo Matteo Lucchi, Vice Presidente Assirm, «la percezione di un consistente incremento delle spese correnti e dei consumi coinvolge la maggioranza delle famiglie. Il 41% valuta la propria situazione finanziaria preoccupante e, in prospettiva futura, una percentuale analoga ritiene di dover fare ricorso ai risparmi per far fronte alle spese fisse. Una famiglia su cinque si dichiara molto preoccupata di non riuscire a pagare le bollette».

 

In merito al rincaro dei consumi, Saverio Addante (che si era già espresso sul caro energia) spiega: “Nessuno pensa che un supermercato vive di energia, frigoriferi, congelatori, illuminazione, tutto richiede consumi enormi di energia elettrica sulla quale non si può fare economia, pena la corretta conservazione degli alimenti. E a questi aumenti si aggiungono quelli delle forniture perché non ci dimentichiamo delle materie prime, che oggi costano molto di più. Sino ad oggi la GDO ha assorbito questi aumenti evitando di scaricarli sul consumatore, ma oggi non è più possibile. A scaffale abbiamo già iniziato a vedere i primi aumenti, anche sui beni di prima necessità, ma è nulla rispetto a ciò a cui potremmo assistere se il nascente Governo non interverrà celermente. Assorbire ulteriori aumenti non è possibile, d’altra parte, se la GDO aumenta i prezzi degli alimentari il paese sprofonda.”.

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