i nuovi vertici

Nomine di Stato, la linea Meloni vince con il via libera a Scaroni

All’Eni Claudio Descalzi e Giuseppe Zafarana, all’Enel Flavio Cattaneo e Paolo Scaroni, A Poste Del Fante e Silvia Rovere. Leonardo Cingolani e Pontecorvo

 Nomine di Stato, la linea Meloni vince con il via libera a Scaroni

"Le nomine dei nuovi vertici di Eni, Enel, Leonardo e Poste sono frutto di un attento percorso di valutazione delle competenze e non delle appartenenze. È un ottimo risultato del lavoro di squadra del governo. Ringrazio chi ha servito l'Italia con passione in queste aziende, auguro ai prossimi amministratori buon lavoro. Il loro compito è quello di ottenere risultati economici solidi e duraturi nell'interesse della Nazione che rappresentano in tutto il mondo". Così la premier ha commentato le nomine delle società partecipate arrivate ieri dopo un serrato confronto con Matteo Salvini e Antonio Tajani durato giorni e rggiungendo l’intesa che di fatto ha dato il via libera all’accordo sulle maggior parte delle nomine di Stato, fatta eccezione di quella del vertice di Terna, che è stata rinviata.

 

Le nomine in Eni, Enel, Leonardo e Poste

La lista per le nomine nelle maggiori partecipate statali è stata dunque completa. All'Enel come amministratore delegato va Flavio Cattaneo e come presidente Paolo Scaroni.

All'Eni Claudio Descalzi rimane amministratore delegato, mentre alla presidenza arriva Giuseppe Zafarana

L'ex ministro Roberto Cingolani diventa invece il nuovo amministratore delegato di Leonardo, mentre Stefano Pontecorvo assume il ruolo di presidente. 

Matteo Del Fante viene invece riconfermato amministrato delegato delle Poste, presidente Silvia Rovere

 

Le scelte

Al governo politico di centrodestra guidato da Giorgia Meloni è toccato dunque decidere a questo giro le nomine delle più importanti società italiane strategiche quelle di Eni, Enel, Terna, Poste e Leonardo che scadono ogni tre anni e rappresentano i solidi colossi industriali per l'economia e la sicurezza del nostro Paese. Sono quotati in Borsa e sono fondamentali per la messa a terra del PNRR. Era quindi inevitabile che una partita così importante e delicata dovesse essere al centro di un lunghissimo confronto tra gli alleati e la stessa premier Meloni che, in quanto tale, avrebbe voluto giocarsela senza condizionamenti ma il ruolo da leader è anche questo cedere

su qualcosa per non rischiare la rottura con gli alleati di governo. E il compromesso ha il nome di Paolo Scaroni, il manager che Silvio Berlusconi scelse per guidare Enel e poi anche Eni, ormai 21 anni fa, e sul quale Meloni ha dovuto probabilmente ingoiare il rospo con FI e Lega.

Alla fine dei conti, Meloni però ha comunque vinto ottenendo la conferma di Descalzi all’Eni e di Del Fante a Poste, e imposto a Leonardo l’ex ministro Draghi Cingolani mentre a Terna, dovrebbe arrivare nei prossimi giorni, anche la conferma di una donna alla guida di una grande azienda pubblica: Giuseppina Di Foggia. Mentre con l’arrivo di Flavio Cattaneo all'Enel, Stefano Donnarumma, altro nome di punta di Meloni, andrà invece al Cdp Venture Capital oppure con Rete ferroviaria italiana, in attesa della successiva tornata di nomine. 

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