L’elezione diretta del premier

Riforme costituzionali: ok del governo al premierato all’italiana

Trovata l’intesa sul ddl Casellati e l’elezione diretta del premier, nomina dei senatori a vita e la cd. norma anti-ribaltone. Il testo il 3 novembre in CdM

Riforme costituzionali: ok del governo al premierato all’italiana

La maggioranza trova l’intesa sulle riforme dopo il summit di ieri a Palazzo Chigi. Prima di affrontare il tema della legge di bilancio, Giorgia Meloni riesce a mettere al sicuro il testo da inviare in Parlamento e poi convoca un’altra riunione con i partner (nel cosiddetto salotto giallo al primo piano della sede della presidenza del Consiglio) dove fa il pieno, ottenendo anche il consenso sul premierato, sua storica battaglia. Presenti alla riunione, oltre a Meloni, Tajani e Salvini, i centristi Maurizio Lupi e Lorenzo Cesa e anche òa mininistra Casellati, il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, i sottosegretari alla presidenza Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari. 

 

Accordo sul premierato all’italiana

La capa di via della Scrofa conquista il semaforo verde non solo sull’elezione diretta del premier ma anche sulla fine dei senatori a vita e sulla regola cosiddetta anti-ribaltone. L’intero ‘pacchetto’, contenuto nel ddl Casellati di riforma costituzionale, è previsto al Consiglio dei ministri di venerdì 3 novembre. Esulta sui social Matteo Salvini: “Basta governi tecnici, ribaltoni, cambi di maggioranze e partiti al governo, basta nomine di nuovi senatori a vita. Il voto degli italiani ora varrà finalmente di più”. Gli fa eco Antonio Tajani, numero uno di Fi: “Siamo d’accordo sul testo che andrà in Cdm”. “Abbiamo condiviso tutto il contenuto che ci è stato proposto, penso che questa settimana il Cdm approverà il disegno di legge che poi inizierà il suo iter”, assicura Maurizio Lupi capo politico di Noi moderati.

 

Casellati e la norma anti-ribaltone

Contenta il ministro per le Riforme istituzionali, Elisabetta Casellati: “Ancora una volta il centrodestra si dimostra coeso. Abbiamo fatto un grande passo avanti verso la ‘riforma delle riforme’, che darà stabilità al Paese e restituirà centralità al voto dei cittadini con l’elezione diretta del premier”. “Dall’incontro è emersa la piena condivisione del progetto di riforma costituzionale che prevede l’elezione diretta del presidente del Consiglio”, assicurano fonti di palazzo Chigi. Sparisce, dunque, la nomina dei senatori a vita, incarico che resta a disposizione solo degli ex capi di Stato. In particolare, la norma anti-ribaltone, una delle più delicate dell’intera riforma, prevedrebbe, in caso di ‘caduta’ del premier eletto dal popolo, la possibilità di riprovare a ricostruire la maggioranza o con lo stesso premier o comunque con un altro esponente della stessa maggioranza scelta dai cittadini con il voto. Solo in caso di tentativi falliti, dunque, il ritorno alle urne.

 

Meloni incassa il sostegno di Renzi, che offre il suo appoggio

“Siamo alternativi alla maggioranza sovranista di Salvini e Meloni e siamo alternativi alla minoranza populista di Conte e Schlein”, premette l’ex rottamatore Dem Matteo Renzi che poi ‘apre’: “Se però la Meloni porta la riforma costituzionale con l’elezione diretta del premier, noi ci siamo”. 

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